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giovedì 17 novembre 2016
ETICHETTE FINTE SUI MOLLUSCHI : I CARABINIERI SANZIONANO DUE PESCHERECCI
Pomeriggio del 15 novembre 2016, i Carabinieri della Motovedetta CC 803 della Compagnia Carabinieri di Chioggia, nel corso di un servizio di polizia finalizzato alla prevenzione e repressione delle violazioni in materia di pesca e di commercializzazione dei suoi prodotti, procedeva al controllo di un motopesca appena ormeggiatosi alla banchina del canale S. Domenico Interno in Chioggia (VE), nelle adiacenze del locale Mercato Ittico all’ingrosso.
All’atto del controllo, alla presenza del comandante del peschereccio, un chioggiotto veniva ispezionata la cella frigorifero ubicata a bordo dell’imbarcazione ed al suo interno, tra il vario prodotto ittico ivi custodito, venivano rinvenuti 2 sacchi contenenti molluschi della specie Murex Brandaris ( BULLI) e 4 sacchi contenenti molluschi della specie ( Pecten Jacobeaus) CAPPESANTE. Su questi sacchi erano stati applicati i c.d. “bolli sanitari”, ovvero quella sorta di “etichetta” in emessa esclusivamente dai c.d. Centri di Spedizione Molluschi galleggianti, che attesta l’idoneità al consumo umano dei molluschi bivalvi vivi ed è obbligatoria per la loro immissione diretta sul mercato.
I bolli sanitari in questione riportavano tuttavia l’intestazione di un altro peschereccio, bolli di cui non poteva disporre il Comandante riferiva che i bolli in questione li aveva avuti dalla società armatrice dell’altro peschereccio. Alla luce di quanto accertato, tutti e 6 i sacchi di molluschi per un peso complessivo di circa mezzo quintale ed un valore commerciale di circa 500 euro venivano sottoposti a sequestro di polizia giudiziaria, trattandosi di corpo del reato relativo alla violazione di cui all’art. 56 -515 c.p., ovvero tentativo di frode nell’esercizio del commercio.
Il prodotto ittico veniva quindi affidato in custodia giudiziale allo stesso comandante dell’imbarcazione e depositato all’interno della cella frigorifero in attesa che l’A.G. ne disponga lo smaltimento o il conferimento in beneficienza.
Il comandante del peschereccio veniva denunciato per il reato di cui all’art. 56-515 c.p. (tentativo di frode nell’esercizio del commercio) perché, per poter commercializzare i molluschi da lui pescati destinandoli al consumo umano diretto e sapendo che il suo peschereccio non è un Centro di Spedizione Mobile, utilizzava il bollo sanitario di altro C.S.M. galleggiante
Il capitano del peschereccio C.S.M. veniva anche questi denunciato per il reato di cui all’art. 110-56-515 (concorso nel tentativo di frode nell’esercizio del commercio) perché consegnava i bolli sanitari emessi dal suo Centro di Spedizione galleggiante, pur sapendo che gli stessi sarebbero stati utilizzati per commercializzare quindi destinare al consumo umano diretto, i molluschi raccolti dal altro peschereccio
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