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venerdì 11 marzo 2016
LA GINECOLOGIA POTENZIA L'AMBULATORIO ISTEROSCOPICO
Dr Bergamini, primario e la dottoressa Giovanna Nani
“Proteggiamo gli uteri con interventi in ambulatorio, senza anestesia e dolore”
La Ginecologia di Chioggia potenzia l’ambulatorio isteroscopico con strumenti di nuova generazione
La Ginecologia di Chioggia preserva la maggior parte degli uteri. Come? Grazie ad una tecnica ed uno strumento innovativi che permettono di gestire ambulatorialmente molte patologie femminili. E questo si traduce nelle pazienti in interventi di pochi minuti, eseguiti senza anestesia e la necessità del ricovero, con il rientro a casa nell’arco della giornata in cui hanno effettuato l’operazione. “L’80% delle problematiche femminili – ha spiegato il primario di Ginecologia e Ostetricia Luca Bergamini – riguarda le perdite anomale uterine, che possono essere causate da varie situazioni (causate da polipi, miomi sottomucosi, metrorragie, ovvero perdite di sangue disfunzionali, ecc.). Una volta cosa succedeva? La donna veniva portata in sala operatoria e si interveniva chirurgicamente, ed in tanti casi era inevitabile l’asportazione dell’utero. Grazie a tecnologie sempre più all’avanguardia e ai professionisti che imparano ad usarle e le promuovono in Ospedale, oggi non solo si evita a molte pazienti l’ingresso in sala operatoria con tutto quello che comporta in termini di ripresa post intervento, ma si punta sempre di più a terapie conservative che aiutano a salvare l’utero femminile”.
Il primo passo verso una filosofia conservativa, Chioggia l’ha fatto qualche anno fa con l’introduzione della tecnica isteroscopica diagnostica e operativa (è un procedimento usato per esaminare l'interno dell'utero e può essere usata sia per diagnosticare che per trattare una condizione ginecologica) e l’attivazione di un ambulatorio dedicato, diretto dalla dottoressa Giovanna Nani. A questo primo passo ne sono susseguiti altri fino a quello di oggi, grazie all’acquisizione di una moderna apparecchiatura che porta il nome di “mini-resettore”. Uno strumento che non è altro che la nuova generazione dell’isteroscopio: più piccolo (solo cinque millimetri di diametro) e più preciso grazie ad una telecamerina decisamente potenziata. “Se nel 2014 – ha aggiunto il primario di Ginecologia – il 50% delle donne che avevano problemi di perdite, veniva trattato ancora chirurgicamente, la percentuale è diminuita nel 2015 dove, su 600 interventi solo 188 hanno richiesto la chirurgia tradizionale. E il nostro obiettivo è di perseguire questa direzione, riducendo solo ai casi davvero complessi la sala operatoria, tutti gli altri un trattamento ambulatoriale e, soprattutto, conservativo”. “Puntiamo ad un Ospedale senza dolore e sempre più a misura di donna – ha concluso il direttore generale della Ulss 14 Giuseppe Dal Ben – e questo risultato lo stiamo raggiungendo stando al passo con i tempi. Mi è stato riferito che le donne che hanno potuto usufruire di questo tipo di intervento ambulatorialmente hanno espresso la loro soddisfazione perché non solo avevano evitato lo stress emotivo che comporta già l’idea di entrare in una sala operatoria, ma non erano state anestetizzate e non avevano comunque sentito nulla”.
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