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martedì 24 maggio 2016
CONFRONTO TRA I CANDIDATI A SINDACO: SUSSURRI E GRIDA, IN ATTESA DI NUOVE ALLEANZE
Come da tradizione, attriti garantiti al confronto pubblico tra i candidati a sindaco di Chioggia, organizzato da Nuova Scintilla in un auditorium colmo all'inverosimile anche nei posti in piedi. Dal deposito di gpl alle spese elettorali, dai risultati della giunta uscente ai migranti, molte sono state le occasioni di polemica tra il sindaco Casson da una parte, e le sfidanti Barbara Penzo (PD) e Marcellina Segantin (ChioggiaViva e destre), con Letizia Campanaro (sinistra) e Alessandro Ferro (M5S) che hanno evitato il terreno più caldo per avanzare le proprie idee quasi senza attacchi ai contendenti.
Non si è ancora corso il primo turno, che già in platea non sono mancate però le innaturali convergenze o affinità elettive: ad esempio alcune esponenti del PD sono state viste più volte applaudire convintamente Segantin. Anche una domanda rivolta in tal senso a Barbara Penzo non ha ottenuto risposta categorica, lasciando intendere che il feeling tra il partito di Renzi e la candidata di Brugnaro (non si dimentichi che i fucsia flirtarono col PD prima di virare a destra) si possa costruire al secondo turno, se una delle due sarà al ballottaggio. Dal canto suo Casson ha sfruttato la consequenzialità alfabetica con Letizia Campanaro per cercare una sponda al discorso che lo ha preceduto, inserendosi a complemento: anche questa una liaison che sboccerà dal 6 al 19 giugno? Nel suo "splendido isolamento", Alessandro Ferro ha invece portato avanti il programma del MoVimento, declinando su base locale la linea già sperimentata in altri comuni a guida stellata. Magari proprio l'estraneità alle beghe e alle "famiglie" della politica locale è un asso che Ferro e i Cinque Stelle possono giocare per raggiungere il secondo turno.
L'ambiente. Fin dalle 20.45 di ieri sera l'auditorium si riempie dei sostenitori dei cinque candidati, ciascuno accompagnato da un numero di liste variabile tra una e cinque, quasi tutte con 24 candidati consiglieri. Poco spazio restava per i cittadini comuni, che non avessero parenti tra gli aspiranti amministratori, e per i rappresentanti di interessi diffusi. Presto il confronto si è trasformato anche in una gara di claque, con la "curva" di Casson in testa per clamore. Particolare curioso, il primo cittadino in carica si è presentato in sala mentre gli altri erano già seduti ai propri posti: normale ritardo o la ricerca di una studiata passerella? Il suo ruolo comunque è quello di chi deve rendere conto di cosa ha fatto finora, mentre i concorrenti sono nella posizione di chi può promettere a fondo perduto.
Le presentazioni. A Letizia Campanaro l'onore e l'onere di rompere il ghiaccio, con una lunga dissertazione dal proprio mestiere di avvocato specializzato in diritto del lavoro alle questioni riguardanti i nuovi poveri. Giuseppe Casson rivendica l'alleanza con la Lega Nord per facilitare il rapporto tra Chioggia e la Regione Veneto a guida Zaia, mentre Alessandro Ferro sbandiera la virtù "rivoluzionaria" del suo gruppo e il no ai compromessi. Barbara Penzo declina il felice mantra calcistico difesa-rilancio-attacco, un po' a libro stampato, infine Marcellina Segantin -«per chi ancora non mi conoscesse» dopo la campagna faraonica- parte in quarta evocando l'isolamento e il mancato ascolto da parte dell'amministrazione delle esigenze delle categorie, quali elementi scatenanti la sua candidatura.
Viabilità. Il dibattito moderato da don Vincenzo Tosello e da Ruggero Donaggio entra nel vivo con le questioni sul tavolo, attraverso domande eguali per tutti: si parte dalla viabilità e dal riassetto di infrastrutture e trasporti. Se il sindaco assicura che «ora si liberano risorse», Ferro punta a «completare il parco degli Orti e creare parcheggi scambiatori, condizione prima per pedonalizzare interamente il Corso del Popolo nei giorni festivi». Penzo, che è lavoratrice pendolare, pensa al mare come risorsa di mobilità e a implementare le piste ciclabili, ove Segantin tiene assieme il decoro urbano, l'inserimento nella città metropolitana e il ponte sul Brenta. A tal proposito, categorico l'intervento di Casson: «Il ponte sul Brenta si farà, e si farà là dove si è deciso di farlo», stoppando così le pretese di un suo spostamento. Chiude l'argomento Letizia Campanaro, che intende «eliminare i motori a scoppio dal centro storico, parlando con le categorie» per la ricaduta della ztl.
Cultura e turismo. Duello franco anche per il secondo tema in ballo: il candidato grillino, insediato il quartier generale in calle San Giacomo, suggerisce di utilizzare le tante vetrine purtroppo sfitte per le esposizioni di artisti e artigiani locali, e Barbara Penzo a volo d'angelo plana sul «nuovo marketing territoriale». Tris di progetti per Segantin: visione e pianificazione, visibilità dei prodotti, eventi da mutuare con Venezia. La cittadella della giustizia potrebbe diventare la casa della cultura se Letizia Campanaro sarà sindaca, mentre chi già lo è -Giuseppe Casson- spazia dal raggiungimento della bandiera blu per tre anni consecutivi al via alla crocieristica, dal completamento del teatro Astra al restauro del Granaio (possibile pinacoteca nel segno di Walter Pregnolato), fino alle opere di compensazione del Mose che potrebbero vedere concretizzato il collegamento su due ruote tra Cavallino-Treporti e il Delta del Po, attraverso i litorali e le bocche di porto.
Val da Rio. Scottanti i problemi all'ordine del giorno: serbatoio gpl, mercato ittico all'ingrosso, portualità. Esordisce Barbara Penzo, che dice no al gpl e vuole spostare il mercato ittico. Ma non a Punta Colombi, incalza Letizia Campanaro: Casson: lo vede al canale Aleghero «costo 80 milioni di euro, progetto dell'Università Sapienza, si può autofinanziare in 20 anni dato che il mercato ittico è in salute». Alessandro Ferro chiede sia riequilibrato il rapporto tra il consiglio comunale e Aspo, ma lo scontro più vibrante è tra Marcellina Segantin e il sindaco Casson in merito allo scavo dei fondali per il passaggio delle navi da crociera: la candidata fucsia avanza dubbi sulla fattibilità e il costo dell'opera (forse perché metterebbe i bastoni tra le ruote alle politiche di Brugnaro pro grandi navi a Venezia?), l'esponente centrista ribadisce che la spesa ammonta a 15 milioni di euro e non a un centinaio, per concludere con l'assicurazione «con me non si farà il deposito di gpl» che strappa più di un applauso in sala.
Sociale. Un terzo del bilancio comunale se ne va per il welfare, eppure i bisogni sono lungi dall'essere soddisfatti. Segantin evoca il principio di sussidiarietà che passa attraverso il lavoro delle associazioni: va sottolineato che il referente dell'assessorato negli ultimi cinque anni, Massimiliano Tiozzo, è uno dei principali sponsor della sua candidatura. Campanaro e Casson all'unisono: bisogna puntare ad allentare i vincoli del patto di stabilità per lanciare un serio piano-casa (idea dell'esponente progressista, che lamenta una scarsa programmazione e analisi dei singoli casi), «non siamo stati aiutati dallo Stato riguardo i fondi della legge speciale» ribadisce l'altro avvocato, fautore dell'housing sociale. Microcredito, incentivi alle coppie per pagare gli asili nido, apertura della "vela" vicino all'ospedale per i fenomeni giovanili e il bullismo sono le bandiere di Alessandro Ferro e del M5S. Barbara Penzo gioca in casa, lavorando nel sociale a Venezia, e segnala come «si sia investito poco, occorre farlo con professionalità nuove e progetti di comunità». Risponde Casson: «Il bilancio degli ultimi anni nel sociale è stato invariato, tagliando settori che avrebbero portato più consenso, con una scelta politica che rivendico». Come i cavoli a merenda, Marcellina Segantin parla di imprese chioggiotte costrette(?) ad andare all'estero, ottenendo la riprovazione di vaste fasce del pubblico.
One shot. La prima sessione di domande rivolte a uno solo dei candidati è inaugurata da Letizia Campanaro: la candidata di Guarnieri sostiene che SEL abbia sostenuto singoli provvedimenti della giunta Casson per evitare l'arrivo di un lungo commissariamento prefettizio. Proprio Casson si espone a fischi e urla dicendo che l'alleanza con la Lega sia «la migliore possibile» e che non serve alla città un nuovo inizio. Ferro, richiesto di pareri sulla direzione "esterna" di Beppe Grillo, assicura che «le decisioni le prendiamo online, c'è l'esempio di Mira che è amministrata bene» dal giovane sindaco stellato Alvise Maniero. Barbara Penzo rivendica i «passi avanti» del PD locale: «Ha avuto coraggio a candidarmi», vantando un profondo rinnovamento nelle sue tre liste. In piena linea Umana, Segantin si sbilancia sulla connessione ideale e fattuale tra Chioggia e Venezia: «Essere sostenuta da molti imprenditori è la soluzione, qui si parla ma non si fa». Ormai la platea dell'auditorium è polarizzata: ma quanto questa audience è specchio della città fuori dalla sala?
Spese elettorali. L'argomento, sollevato da una domanda partita a più voci dal pubblico, è stato il culmine della bagarre tra i candidati. Fra attestazioni di "francescanesimo" o comunque di sobrietà, c'è stata chi si è distinta per non aver proferito cifra, in barba alla trasparenza e ai tempi grami in cui tocca vivere. Abbiamo ritenuto opportuno isolare il momento: il resoconto video e testuale di tale frangente è disponibile cliccando su questo link.
Migranti. Altra patata bollente sollevata dal pubblico, la questione dell'accoglienza ai profughi. È nel dna della sinistra ma anche dei cattolici, dice Letizia Campanaro: «La solidarietà è nella Costituzione, ciò che manca è la loro integrazione». Non distante la posizione di Barbara Penzo: «Gli alberghi non sono l'ideale per i 125 che sono arrivati, servono progetti dignitosi», e a sorpresa la Segantin auspica l'aiuto alle associazioni che si occupano della materia, anche in vista dei ricorsi. Chissà come l'hanno presa gli attivisti di Forza Nuova presenti a fondo sala: uno di loro, Mattia Turcato, è candidato consigliere nella lista "La rete per il futuro" che sostiene proprio l'architetto di Sottomarina. Alessandro Ferro e Giuseppe Casson ricordano -il primo- come Chioggia «abbia già dato, siamo oltre la quota», il secondo rincara: «Ho chiesto che lo Stato rispettasse le sue stesse regole, l'ho fatto senza sbraitare. La concentrazione di molte persone in pochi luoghi è da evitare, questo ho detto al ministro Alfano». Dopo i recenti avvenimenti di Cona e la richiesta del prefetto Cuttaia agli alberghi -respinta dall'ASA all'avvio della stagione turistica- resta un tema caldo per il resto della campagna elettorale.
Macchina comunale. Ad ogni elezione tutti i partecipanti si ripromettono di cambiare qualcosa nella gestione stessa degli uffici comunali. La campagna 2016 non fa eccezione: cinque su cinque parlano di riorganizzazione (Casson però ha avuto il tempo per praticarla), chi -Campanaro- nei primi cento giorni, chi -Penzo- puntando il dito sui progetti urbanistici rimasti nel cassetto e sulle responsabilità dei dirigenti «da rivedere attraverso meccanismi legati alla produttività». Stesso leitmotiv dal grillino Ferro, che vuole intervenire sui bonus, mentre Segantin promette incontri ogni lunedì mattina con tutti i capi ripartizione: «I dirigenti si possono spostare, la città è stata ferma anche per responsabilità loro». Casson snocciola i numeri: «I dipendenti comunali sono passati da 350 a 250, i dirigenti da 11 a 4. E questo perché c'è il blocco delle assunzioni, tanto che il personale sta diventando più anziano senza poter essere rimpiazzato. Un sindaco inoltre deve avere la possibilità di scegliersi per intero il proprio staff». E per una volta, nessuno ha fatto qualunquismi sui dipendenti comunali...
Secondo round. Di domande dal pubblico. Protagonista diventa Alessandro Ferro, che imbeccato dai suoi lascia intravedere i contorni di un possibile futuro a Cinque Stelle -reddito di cittadinanza, lotta all'evasione fiscale, no a consulenze esterne, bilancio partecipato- per ricordare poi come migliaia di chioggiotti stiano pagando il 10% in più di Tari per via dei contribuenti morosi che hanno fatto ricorso al giudice, alcuni dei quali candidati o fiancheggiatori di ChioggiaViva. Pronta la replica di Segantin: «La colpa è della giunta uscente che non ha controllato la bulimia di Veritas. C'è un ricorso pendente».
Appelli finali Inizia Casson: «Un sindaco ha compiti difficili oggi. Decisivi i prossimi anni senza logiche di apprendistato, ma da far fronte con esperienza». Ferro e il rispetto delle regole: «Trasparenza, coerenza, nessuno sponsor, sappiamo gestire i fondi limitati come stiamo dimostrando in campagna elettorale». Barbara Penzo: «Non sono un'apprendista, ho competenze. In questi anni l'esperienza non ha prodotto risultati. È l'ora di un sindaco donna». Segantin alza i toni in questa maniera: «Ci sentiamo a disagio, ci sentiamo a bordo della Concordia, il comandante (Casson, ndr) è sceso e ha abbandonato la nave». Più costruens che destruens, Campanaro candidata «per i bisogni dei deboli, porto avanti mie idee senza polemiche nè eventi. Il capitale umano viene prima». Il tifo è tutto ai piedi del palco, si sciama lungo calle San Nicolò mentre il municipio si colora prima di rosso, poi di verde, poi di blu indi di giallo, tra le risate profetiche delle varie parti in commedia.
Le pagelle di Chioggia Azzurra.
Letizia Campanaro: quadrata e un po' monocorde, viene da una scuola retorica ben conosciuta in città. Sta sulle cose concrete e disdegna la facile polemica, quando non vi è costretta. Indipendentemente dall'esito di giugno, ieri la conferma che sarà una protagonista della vita politica di Chioggia nei prossimi anni.
Giuseppe Casson: ha il ruolo più difficile e dimostra di saper resistere agli attacchi a tenaglia. Il possesso delle carte lo favorisce, la sua "forza tranquilla" scava un solco gradito a chi non ama i toni forti. Si è liberato dal "radiocomando".
Alessandro Ferro: la dimensione umana dell'offerta politica che incarna (e che ha il consenso di poco meno un terzo degli italiani, Chioggia alza la media) è fuori discussione. Apprezzabile lo sforzo di restare sul programma, anche se qualche accenno di grinta gli farebbe bene. Come spesso succede per il M5S, verrà votata più l'idea che la persona.
Barbara Penzo: dà l'impressione di preferire il rapporto uno-a-uno, con la telecamera o l'interlocutore, piuttosto che i confronti all'americana con gli altri contendenti. Da valutare il tasso di autonomia, ma il suo consenso è più trasversale del previsto.
Marcellina Segantin: alcune cadute, sottolineate da un pubblico accorto, compensate da guizzi feroci andati a segno. A lei la determinazione non manca, anche se finora è emersa più la rottamazione che le nuove fondamenta in cemento armato (e dire che dovrebbe intendersene). Troppo schiacciata sugli interessi di una parte della città: importante, ma pur sempre parte.
8 commenti:
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Chioggia viva di Brugnaro farà un gran flop,si parla del 12%,segue la Campanaro 14%,Penzo PD 16%,Lista Casson 18%,Lega nord 20%,movimento 5 stelle 20%. Dati in continuo aggiornamento che danno la Segantin in discesa,e lega,Casson e 5 stelle in continua salita.
RispondiEliminaMa non scrivete sciocchezze !!!!!! Ma chi li da questi dati in continuo aggiornamento.
RispondiEliminaLa risposta non precisa della Penzo alla domanda del possibile apparentamento con Segantin nel caso arrivasse al ballottaggio non mi è piaciuta. Conferma che c'è una intesa innaturale tra le due e credo sia giusto saperlo fin dalle votazioni del primo turno per sapere dove potrebbe portare un voto dato alla Penzo.
RispondiEliminaMa ipotesi che la Penzo appoggiasse la Segantin in balottaggio,le destre non potrebbero mai apparentarsi con il PD. Io credo che la destra di beniamino si sia pentita di questa forzata alleanza con la Segantin,anche perchè sanno già che non arriveranno al ballottaggio,cosa che invece erano convinti qualche settimana fa. Al ballottaggio andrà di sicuro il movimento 5 stelle da una parte,e Casson dall altra. La Segantin se gli va bene arriva quarta!
EliminaRavvedimento tardivo. Descanta bauchi
EliminaA quanto pare cè un clima un po teso in casa Segantin,i forzisti con alleanza non sono più convinti della scelta fatta. Ma come si fa dico io,darsi la zappa sui piedi. Con tutta sta pubblicità e segantin dapertutto sta avendo l effetto contrario. I nostri ultimi dati danno Casson con le sue liste sempre più in ascesa,ma anche i grillini non scherzano. Mi sa tanto che quest ultimi si giocano la partita finale del 15 giugno.
EliminaQuesto vorrà dire che sparirà forza italia oltre che i vari fuxxia che sono li,ma non sanno neanche loro il perchè!!!!!
EliminaAl ballotaggio andranno Casson con la lega contro i 5 stelle..
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