Adesso parla Socogas. C'era grande attesa stamane al parco Vega di Marghera, sede di Confindustria Venezia, per la conferenza stampa della società parmense che sta costruendo il deposito gpl in Val da Rio: e non è andata delusa, dal momento che il direttore generale Zucchi, il rappresentante di Assocostieri e l'avvocato Rutigliano hanno sì fornito gli elementi necessari alla piena informazione riguardo la contrastata vicenda, ma anche annunciato azioni legali contro chi diffama e crea -testuale- “un clima di terrore”. Anche la location dell'incontro era stata criticata in città dal comitato che da tempo si batte contro la realizzazione dell'impianto, dal momento che si aspettava potesse accadere a Chioggia: «Ma siamo un'impresa -ha detto Giampaolo Zucchi- l'abbiamo organizzata nella sede di Confindustria perché in questo territorio è il riferimento associativo cui apparteniamo, lo scopo era comunicare con i media per parlare anche di informazione». Salvo differenti pronunce del Tribunale Amministrativo Regionale, il deposito -che nelle parole della ditta farebbe aumentare il traffico del porto di Chioggia- sarà in funzione entro il 2018.
Giampaolo Zucchi esordisce senza mezzi termini: «Siamo qui per fare il punto della situazione riguardo un progetto molto discusso, attorno al quale è stata fatta molta speculazione nel dichiararlo pericoloso, per farsi pubblicità. Spesso parla chi non conosce cosa succede, ma riferendo proprie sensazioni le quali, non coincidono con la verità». Il direttore generale dell'impresa di Fidenza ne tratteggia i connotati: «Socogas si occupa da 50 anni di intermediazione di gpl con un altissimo livello di specializzazione. Non siamo avventurieri, ma facciamo progetti industriali e li portiamo avanti, non con una logica “mordi e fuggi”. Mio padre Renzo sta lavorando su questo progetto a quasi 90 anni di età, e guarda al futuro». Le cifre: 237 dipendenti in tutta Italia, 340 famiglie che vivono compreso l'indotto, 50mila clienti. «Facciamo scelte ponderate -continua Zucchi- e la logistica è una delle nostre attività prioritarie, sommando 15 basi in Italia. Nel Paese si consumano 3 milioni di tonnellate annue di gpl, 850mila delle quali a nordest». Di qui l'obiettivo del deposito, espresso anche nelle slide allestite per l'occasione dietro il palco: la movimentazione del 10% del mercato di gpl nazionale, ovvero il fabbisogno del nordest. La scelta adriatica è stata consequenziale al fatto che Socogas carica treni in Francia e arriva alla base veronese di Domegliara, da dove partono i camion a nordest: «È un sistema estremamente complesso -argomenta Zucchi- e per ottimizzarlo serviva un'infrastruttura sul mare, con risparmio ambientale (80 treni in meno, 20 vagoni per ogni convoglio) e anche di sicurezza, vedi il caso Viareggio».
Il deposito di Chioggia tratterà unicamente la movimentazione del prodotto, senza alcun processo industriale: per assicurare il massimo livello di sicurezza, i serbatoi di gpl verranno tumulati, minimizzando l’impatto visivo di tutto l’impianto, a detta del direttore. Che continua: «L'azienda investe 25 milioni di euro sul deposito, per 80mila tonnellate di transito annuo e l'approdo di due o tre navi gasiere al mese. Non abbiamo lasciato niente al caso, ci stiamo giocando molto». Zucchi elenca i costi di produzione: i serbatoi prodotti in Sicilia sono costati 5.5 milioni di euro, impianti e tubi per 6 milioni, altri 6 di opere edili, spese tecniche di progettazione, analisi e test dal valore di un milione, «per la sicurezza abbiamo speso 3 milioni con un sistema di gestione informatizzato, dove l'uomo non entra a chiudere le valvole». Il terreno di Val da Rio è per 8200 mq di proprietà di Socogas, più 16500 mq ottenuti in concessione da A.S.Po., per un totale di quasi 25mila metri quadri («ci crediamo al punto di aver acquistato parte dei terreni»).
La fase di realizzazione è arrivata al 70%: «Se qualcuno ci ripaga i 18 milioni di euro -scherza Zucchi- prendo la valigetta e torniamo a casa. Invece pensiamo di lavorare a Chioggia per decenni». Di qui il «fastidio» per il clima di terrore e polemica che si è creato attorno all'impianto: «Non è corretto, fa lavorare tutti in uno stato di tensione. Non ci sono problemi tecnici da affrontare, il fatto che il deposito non piaccia non ha una soluzione tecnica. Siamo una opportunità per il porto, l'unica che oggi realmente investe nel settore dopo anni. C'è una ricaduta anche per le aziende venete che forniscono i materiali». Zucchi parla di «coraggio» nello sborsare risorse: «Ci crediamo tutt'ora. Non si torna al punto di partenza, sono cinquant'anni che facciamo questa attività. Se si vuole che le merci si spostino, bisogna creare le infrastrutture. L'Italia non è un Paese grande produttore di energia». Una slide recita “costi inutili”, ovvero 1.6 milioni di euro creati testualmente dal «clima attorno al deposito» e rappresentati da spese legali, danni relativi alle sospensive, ritardi nella partenza dell'attività del deposito: a chi il conto?, si chiede alla fine Socogas.
TUTTE LE SLIDE PRESENTATE DA SOCOGAS
Per la conferenza nella terraferma veneziana, l'azienda diretta da Giampaolo Zucchi ha chiesto anche l'intervento dell'Assocostieri, l'associazione che rappresenta i soggetti privati impegnati nella logistica energetica indipendente, i quali si rapportano alle infrastrutture portuali, convogliando i prodotti dall'estero in Italia. Parla l'avvocato Dario Soria, direttore dell'associazione: «Il gpl ha un pregio ambientale rilevante, definito per legge come per il gnl, ovvero diminuire le emissioni dei trasporti di energia e segnatamente del traffico su gomma. Per questo è visto con favore e caldeggiato. Il deposito si configura all’interno delle politiche sulla sostenibilità previste dal governo italiano e dall’Unione Europea per lo sviluppo del mercato dei combustibili alternativi. Inoltre segue anche una seconda direttrice indicata dal governo, relativamente al maggior utilizzo delle “autostrade del mare” e dei porti come leva di sviluppo commerciale e industriale». L'essere considerato strategico assoggetta l'impianto a un procedimento autorizzativo articolato e complesso: i ministeri competenti (Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti) hanno coinvolto tutti gli enti interessati, chiamandoli ad esprimersi in sede di conferenza dei servizi, la quale contempera le istanze degli enti territoriali che devono esprimere il loro assenso.
«Il primo step -dice Soria- è stata la verifica della sicurezza, confrontandosi ad esempio con il comitato tecnico regionale, le sovrintendenze, i vigili del fuoco. Il coinvolgimento è stato molto ampio, tanto che normalmente le autorità che si ritrovano ad avere queste infrastrutture sul proprio territorio sono contente, e tutti quelli che ce l'hanno non tornano indietro. C'è anzi la corsa ad avere le infrastrutture per il gas nei porti italiani, soprattutto di gnl». L'avvocato Soria reca l'esempio di Napoli, che movimenta ogni anno più di 800mila tonnellate di gpl «Eppure questa attività convive nel porto assieme a tutti gli altri operatori, siano essi mercantili, diporto, pescherecci. Così succede ad Augusta, a Brindisi, Ravenna, Livorno, La Spezia e altrove. Il traffico delle navi è regolato dalla Capitaneria e dall'autorità portuale», che dovranno stendere un apposito regolamento per il passaggio delle due o tre navi gasiere che saranno a Chioggia ogni mese. Nel periodo di transizione dai prodotti fossili, Assocostieri è fermamente convinta, come il governo e l'Europa, che «il gpl e gnl possono e devono essere privilegiati, anche per il mercato del bunkeraggio marino che in Italia è ancora debole mentre altrove già avanzato». Ua battuta sulla causa legale in corso: «Chi vuole può dire la sua in tante sedi, in più di un'occasione può esprimere legittimo dissenso, e il ministero deve comporre gli interessi. Importante però è anche l'aspetto dell'italianità degli investimenti», conclude il direttore Soria.
Dell'aspetto giudiziale si occupa intanto l'avvocato Massimo Rutigliano, uno degli avvocati che difende Socogas in tribunale. E il legale parmigiano non le manda a dire: «È stato creato un allarme infondato, visti gli elementi di conoscenza. Il disagio è colpa di chi getta notizie infondate speculando dal punto di vista politico sulla pancia della gente. A Parma abbiamo vissuto la questione dell'inceneritore: anche là c'è chi ha speculato dal punto di vista politico in merito a qualcosa che era necessario per la città, che funziona benissimo, è all'avanguardia e non dà problemi di emissioni. La paura è innescata dall'ignoranza e dalla cattiva informazione, servono invece razionalità e correttezza». Secondo Rutigliano «le stesse amministrazioni dovrebbero ispirare la loro azione all'equilibrio e imparzialità, dopo che hanno espresso il loro parere nelle sedi competenti durante il procedimento amministrativo. Qualcuno forse ha creato il comitato no gpl per veder lievitare il proprio consenso». L'avvocato rievoca alcuni passaggi dell'iter autorizzativo: «L'unico soggetto che aveva chiesto l'assoggettabilità alla Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) era stata la Sovrintendenza, perché in quell'area insistevano due baracche abusive. Ebbene, Costa Bioenergie le ha demolite, pur senza essere stata colei che le ha costruite.
Per il resto nessuno è intervenuto per chiedere la valutazione d'impatto ambientale, in sede di conferenza di servizi. Tutti pareri favorevoli al riguardo. Tutte le informazioni necessarie relative alle caratteristiche del deposito sono state fornite alle autorità comunali, provinciali e regionali. Prima ancora, l'intesa Stato-Regione era stata pubblicata: e nessuno ha fatto ricorso allora, tra le forze politiche e tra gli enti. Prima andava tutto bene, e dopo invece no: perché? Trovo sia appunto una speculazione politica. Sempre a posteriori, quando gli investimenti sono già avanzati. Ho dubbi su questi comportamenti, che creano allarme sociale». L'autorizzazione unica è arrivata col decreto interministeriale del 29 maggio 2015: «Doveva essere il punto fermo -spiega Rutigliano- valendo come autorizzazione edilizia, ambientale, paesaggistica, ed essendo stati fatti approfondimenti su tutti questi aspetti, senza dimenticare che è stato eseguito lo screening di “verifica di assoggettabilità” da parte dell’allora Provincia di Venezia».
Per quanto attiene all’autorizzazione paesaggistica, la stessa -come ritenuto dallo stesso TAR Veneto con l’ordinanza di sospensiva- deve ritenersi sussistente, anche perché competente a tale autorizzazione è lo stesso Comune di Chioggia che nelle sedi preposte ha sempre espresso parere favorevole al progetto. Di qui il monito dell'avvocato di Socogas: «Chi getta discredito, anche dopo che eventualmente il giudice avrà valutato l'insussistenza delle accuse, dovrà risponderne patrimonialmente nelle sedi appropriate, e verrà chiamato in giudizio per diffamazione. Ci vuole rispetto per la magistratura, come lo ha avuto l'azienda anche quando ha disposto qualcosa contro l'attività. Chiediamo ci sia una corretta informazione». Il Comune di Chioggia, il comitato No Gpl, le categorie economiche e gli esponenti politici sono avvisati.
Una nota emessa da Socogas contestualmente alla conferenza stampa fa luce anche rispetto ad alcuni recenti interventi di esponenti delle categorie economiche. L’area su cui sta sorgendo il deposito -ricorda l'impresa- era stata già precedentemente scartata dagli enti locali come nuova collocazione del mercato ittico, come da delibera del Comune. Inoltre, sul fronte della tutela ambientale il gpl è “riconosciuto quale fonte altamente sostenibile; il deposito non ha alcun impatto sulle acque circostanti poiché tratterà unicamente la movimentazione di prodotto, senza alcun processo industriale”. Quindi “l’impatto sulle attività portuali è del tutto similare, se non inferiore, a quello di altre navi commerciali che già vi circolano (con le quali non vi è alcuna differenza rispetto all’attracco di una nave gasiera)”. Circa le conseguenze sulle attività portuali e di diporto, il testo di Socogas conferma che il deposito è il primo reale investimento privato sul porto di Chioggia da decenni a questa parte”.
Quanto alla sicurezza dei cittadini, secondo la società costruttrice essa sarebbe “garantita dall’applicazione puntuale delle severe norme di legge previste per il settore, compresa la legge Seveso, oltre che dall'elevata qualità tecnologica e dalla grande affidabilità dell’impianto, nonché dagli apprestamenti di sicurezza, tecnici e gestionali che verranno predisposti per monitorare con continuità lo stato del deposito e per intervenire in modo automatico e preventivo in caso di deviazioni rispetto al normale assetto di funzionamento”. Il tema è stato oggetto anche di una specifica disamina da parte del Comitato Tecnico Regionale che -si legge- “dopo averlo valutato, ha emesso il proprio nulla osta di fattibilità, formalizzando la sua compatibilità con il territorio circostante”. Socogas infine ha partecipato nel 2014 a un incontro in Comune, con il supporto di tecnici di progettazione e analisti di rischio come l'ingegner Elio Massara (presente stamane), in cui sono state evidenziate e discusse le questioni strutturali: anche se l’area di Chioggia risulta inserita nella classe sismica 4, Socogas afferma che la progettazione dell’impianto è stata effettuata sulla base della classe 3, migliorativa degli standard di sicurezza. “Il deposito è quindi regolarmente autorizzato -conclude l'azienda di Fidenza- e assolutamente rispettoso di tutte le norme vigenti”.
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mercoledì 6 dicembre 2017
9 commenti:
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Minacciano anche! Voglio vedere se hanno il coraggio di minacciare una citta' intera e tutti i suoi abitanti!
RispondiEliminaQuando si ricorre alle minacce legali, significa solo che si ha la coda di paglia.
RispondiEliminaAdesso veniamo alle inesattezze illustrate da Socogas, o chi ha parlato per essa.
L'avvocato Dario Soria dice : «Il gpl ha un pregio ambientale rilevante, [.] Il deposito si configura all’interno delle politiche sulla sostenibilità previste dal governo italiano e dall’Unione Europea…»
- l’unione Europea non credo proprio caldeggi la costruzione di un impianto costiero di GPL di 9.000 mc. a 250 metri dal centro storico di Chioggia nel mezzo della laguna di Venezia, ISCRITTA NEL 1987 DALL’UNESCO QUALE PATRIMONIO DELL’UMANITÀ.
Continua Soria «Il primo step è stata la verifica della sicurezza, confrontandosi ad esempio con il comitato tecnico regionale, le sovrintendenze, i vigili del fuoco….»
- a Proposito di Sovrintendenze, perché Soria NON HA TIRATO FUORI IL NULLA OSTA della “Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna” ?? Oppure in alternativa il nulla osta della Commissione per la Salvaguardia di Venezia ??
Il Decreto Interministeriale non scavalca la Soprintendenza.
L'avvocato Massimo Rutigliano dice : «… Per quanto attiene all’autorizzazione paesaggistica, la stessa -come ritenuto dallo stesso TAR Veneto con l’ordinanza di sospensiva- deve ritenersi sussistente, anche perché competente a tale autorizzazione è lo stesso Comune di Chioggia che nelle sedi preposte ha sempre espresso parere favorevole al progetto..»
- il Comune di Chioggia ha sempre espresso parere favorevole al progetto ?? Ma dove ??? Il comune di Chioggia, tramite il Dirigente all’Urbanistica ha solo dato la conformità urbanistica, MA MAI HA APPROVATO IL PROGETTO. Se ci sono documenti il tal senso, Socogas li tiri fuori.
Continua Socogas : « L’area su cui sta sorgendo il deposito era stata già precedentemente scartata dagli enti locali come nuova collocazione del mercato ittico, come da delibera del Comune.
- Anche questo è inesatto : con delibera di Giunta n. 136 del 19-06-2013 il Comune di Chioggia, in attesa del trasferimento definitivo nell’Isola dell’Aleghero, ha delegato l’allora sindaco Casson a trattare con ASPO il trasferimento provvisorio del Mercato Ittico all’ingrosso, guarda caso proprio nel raggio dell’area che interessa l’impianto di Socogas. Nessun Ente aveva scartato tale ipotesi di trasferimento provvisorio. E’ stata solo ASPO a porre il veto….. il perché e presto detto, già c’erano le basi per dare l’area a Socogas per farvi un impianto GPL.
(boscolo)
Ma non ci hanno spiegato per quale motivo Socogas ha preferito il piccolo porto commerciale di Chioggia anziché il porto industriale di Ravenna.
RispondiEliminaParlano di logistica dei trasporti.
RispondiEliminaDove sono le autostrade a Chioggia??
Anche il gas in Romea.
Evviva!
Ma la conferenza stampa, la SOCOGAS, perché non l'han fatta a Chioggia in auditorium davanti ai residenti?! Perché continuano a non confrontarsi legittimamente con i cittadini dandoci il giusto diritto di replica?! E ancora minacciano di denunciare chi indica il deposito come pericoloso, nessuno nega che abbiano usato le migliori tecnologie possibili, ma 9000 m3 di gpl a 300 mt da un agglomerato urbano sono pericolosi per logica, un qualsiasi incidente (errore umano,caduta di aereo, attentato terroristico,ecc) provocherebbe una degradazione da annientare Chioggia, figuriamoci se accadesse di giovedì mattina durante il mercato settimanale,su queste ipotesi la SOCOGAS come pensa di rassicurarci?!
RispondiEliminaTrovo anche io sbagliato, l'ho detto in conferenza stampa, che la stessa informazione non sia stata fatta a chioggia. La società ha specificato che era un incontro riservato alla stampa e non un confronto con la popolazione nella sede di confindustria che è l'associazione che li rappresenta. Non hanno detto che denunceranno chi critica, hanno detto che richiederanno i danni a chi ne ha la responsabilità, a chi calunnia e a chi fa falsa informazione. Dichiarare che il porto si bloccherà quando in tutti i porti del mondo dove transita il gpl non viene bloccato nulla è informazione? dichiarere pubblicamente c- ci sono i video registrati - che se c'è una perdita di odorizzante bisogna evacuare la città non è FALSA informazione? dichiarae che se succede un incidente al deposito i distrugge la città, quando ci sono tutti i pareri tecnici di terze parti, compresi i vigili del fuoco , che se dovesse accadere un incidente il danno rimarrebbe confinato nella struttura non è dire baggianate? Tutti possiamo concordare che se lo avessero fatto da un'altra parte avremmo preferito sarebbe opportuno però non fare un uso continuo di fake news come , in tanti, chi in buona fede ma tanti anche in perfetta mala fede hanno fatto. L'impianto andava fermato PRIMA che venissero date le concessioni non DOPO TRE ANNI TRE e che questi hanno investito 25 milioni di euro? Cmq staremo a vedere come va a finire se lo bloccheranno evidentemente qualche cosa che non va c'era, se lo finiranno ed inizieranno a lavorare , sarebbe ora di finirla di creare un continuo, inutile e deleterio allarmismo per la nostra comunità.
EliminaPer andrea comparato - 8 dicembre 2017 12:49
EliminaChe carte e quali permessi hanno in mano i responsabili di Socogas per dire che non succederà niente al passaggio delle navi gasiere cariche di GPL nel porto di Chioggia ??
Non me ne frega niente portare gli esempi di altri porti, io voglio vedere cosa succederà nel porto di Chioggia, e per adesso nessuno lo sa, nemmeno la Socogas.
A proposito di chi ci accusa di fare dell’allarmismo e di terrorismo dell’informazione :
- preoccuparsi di cosa potrebbe accadere se l’impianto GPL fosse oggetto di un atto terroristico, non sono baggianate, altrimenti sarebbero baggianate anche le misure precauzionali adottate nel corso del Popolo in occasione di manifestazioni popolari. Installare transenne e collocare camion di traverso per impedire ai terroristi di fare stragi, è la realtà.
Figuriamoci se nella colonna di 20 autobotti giornaliere con il carico cadauna di 50.000 litri di GPL ci fosse alla guida un terrorista che, all’interno dell’impianto, scagliasse il suo camion contro altri, sai che botto.
Questa non è fantascienza, non è falsa informazione, è la realtà in cui viviamo !!
Le rassicurazioni di Socogas valgono un accidenti.
(boscolo)
No Andrea credere che se quel deposito saltasse per aria tutto rimarrebbe limitato nell'area,questa è una baggianata!!! Il gas compresso in caso di esplosione si espande per migliaia di volte il volume stoccato, quindi 9000 m3 farebbero una palla di fuoco di dimensioni immense, e i 50 cm di terra sopra non basteranno a salvare Chioggia!!
RispondiEliminaE tutto questo perche' i costi del Porto di Chioggia sono incredibilmente piu' bassi e irrisori rispetto a quelli di Marghera o Ravenna sia per il deposito GPL che dovrebbe pagare molto di piu'per le aree che ha, sia per le navi che hanno costi di approdo meta' di quelli degli altri porti.
RispondiEliminaLoro risparmiano alla grande e noi abbiamo la paura del gas.