Che bello è, quando le istituzioni si mettono assieme a più livelli e firmano intese per valorizzare come mai prima i beni territoriali, paesaggistici, architettonici e storici. Quando non vi può essere opposizione, ma il grado superiore -specie se militare- comprende le esigenze di una comunità, suffragate da ben 25mila firme. Quando come oggi, nello storico 18 gennaio 2018, il Forte di San Felice comincia dopo secoli ad entrare a disposizione della pubblica utilità e fruizione, grazie al protocollo siglato in sala consiliare dal Comune di Chioggia, dal Ministero della Difesa, dal Ministero delle Infrastrutture, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, dall'agenzia regionale del Demanio, dalla Sovrintendenza di Venezia, dal Provveditorato alle Opere Pubbliche.
Tutti gli attori sono stati concordi nel sottolineare che senza il pervicace impegno del comitato per il Forte -rappresentato nella sede da un emozionato Erminio Boscolo Bibi- il risultato non sarebbe potuto arrivare: il 2017 è stato cruciale sia per l'arrivo del riconoscimento da parte del FAI (20mila euro per un progetto di sistemazione), sia per l'entusiasmo suscitato dalle visite primaverili ed estive. Ora il passo ulteriore: per la prima volta dal 1385, ovvero quando è stata posata la pietra angolare del castello della Luppa, il Forte viene smilitarizzato e consegnato alla cura del Provveditorato delle Opere Pubbliche (l'ex Magistrato alle Acque).
la playlist video degli interventi
In sala erano presenti fra gli altri molti volontari del comitato del Forte, oltre che esponenti di altri comitati quali No Gpl e frazioni, il farista Diego Nordio che da solo e da anni si prende cura della struttura, buona parte della giunta e qualche consigliere di maggioranza e opposizione, i rappresentanti delle forze dell'ordine e della Capitaneria di Porto, oltre che le associazioni dei marinai e la Lega Navale, Giuliano Boscolo in rappresentanza degli albergatori e del consorzio di promozione turistica Lidi di Chioggia. Proprio il provveditore Roberto Linetti annuncia -tra gli applausi scroscianti della platea- la disponibilità di 7 milioni di euro dal piano Europa per le infrastrutture, che andranno a soddisfare le esigenze di manutenzione del Forte. Due di questi milioni sono già nelle casse per interventi immediati, altri cinque arriveranno nel 2019.
Interventi che si rendono sempre più necessari, in quanto l'ultimo sopralluogo del farista Nordio ha rilevato la caduta di alcune pietre dalla cinta, costringendo a cambiare il sentiero per le prossime visite. Alle viste, come hanno ricordato il dirigente del settore urbanistica Gianni Favaretto e il consigliere dell'istituto per i castelli Andrea Grigoletto, un piano che assicurerà nel tempo la possibilità di interagire con varie manifestazioni -ad esempio il Palio della Marciliana, già ospite nell'ultima visita del 2017- oltre che l'impianto di attività ricettive e di ristorazione-caffetteria, secondo una ripartizione che prevede l'87% alla mano pubblica e il 13% ai privati.
Affinché il Forte sia passato dallo status di demanio marittimo al Comune secondo i princìpi del federalismo demaniale è occorso un lavoro lungo un anno (su impulso dell'amministrazione stessa) tra tutti gli enti coinvolti, che per la prima volta ha permesso di superare le resistenze e le difficoltà di un regime complesso, tripartito fra i Ministeri. Il protocollo prevede in concreto la smilitarizzazione del compendio entro 90 giorni dalla sottoscrizione dell’accordo, ovvero entro il prossimo 18 aprile, e il suo trasferimento al Provveditorato alle Opere Pubbliche del Triveneto, gestore del demanio marittimo all’interno della conterminazione lagunare.
Questi inizierà i lavori di consolidamento e di restauro conservativo, anche mediante l’impiego delle misure compensative del MoSe, nel cui bilancio esiste un’autonoma voce “Recupero del Forte di San Felice”. Al termine dei lavori il Forte continuerà ad essere di proprietà dello Stato, e potrà essere dato in concessione al Comune di Chioggia o valorizzato all’interno della rete dei musei statali del Veneto. Il Ministero della Difesa, da parte sua, tratterrà in proprietà una quota del complesso monumentale per proprie esigenze istituzionali (attualmente il Forte è sede della Reggenza Fari e Segnalamenti Marittimi di Chioggia), o per essere inserito all’interno dei piani di valorizzazione e gestione in ottica dual use dei beni della Difesa.
Non sono mancati da parte del sindaco Alessandro Ferro gli elogi all'attività specifica del suo vice, Marco Veronese, che in qualità di assessore al demanio ha seguito l'intera partita con gli enti preposti. A margine, il primo cittadino ha anche annunciato la futura uscita del Comune di Chioggia dalla Commissione di Salvaguardia di Venezia, il che comporterà maggior velocità nel rilascio delle pratiche edilizie rispetto ai 60 giorni attuali: il tema tornerà attuale una volta che sarà approvato il nuovo Piano Particolareggiato, ora in itinere. Ma oggi, intanto, è la vittoria di tutta la città, non solo dell'amministrazione e del comitato: nella speranza che anche per le altre questioni aperte -ad esempio il deposito di gpl e la strada Romea- le istituzioni romane e veneziane possano sedere allo stesso tavolo, magari a Chioggia, e firmare accordi analoghi in idem sentire con la comunità locale.
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giovedì 18 gennaio 2018
IL GIORNO DEL FORTE: FIRMATA L'INTESA PER SAN FELICE, SMILITARIZZATO DOPO SECOLI. DUE MILIONI PER I PRIMI INTERVENTI NECESSARI
5 commenti:
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Ma i cinque stelle che si dicono onesti, in nome di questa onestà non dovrebbero riconoscere che loro hanno raccolto il lavoro fatto da altri?
RispondiEliminaTroppo comodo farsi belli e far sembrare che sono loro gli artefici di tutto.
Chi è stato che ha chiesto al consorzio Venezia nuova i soldi per il restauro del forte di San felice? Non i grillini, ma la passata amministrazione da quanto si può ancora leggere nei giornali del gennaio 2016. Erano stati chiesti come forma di compensazione per i disagi patiti con il maxi cantiere del MoSe, un cantiere a forte impatto ambientale. E ora sono arrivati, e sono arrivati proprio nella misura in cui erano stati chiesti. Ma non dai grillini, che ora però tacciono e si fanno belli.
Mi sa che questi grillini hanno un concetto tutto loro di onestà.
Perché quando si tratta di soldi che arrivano il merito è Delle passate amministrazioni, mentre per i problemi che hanno creato le stesse la colpa è del movimento 5 stelle, perché adesso stanno governando loro la città? Mi ricordo che più di qualcuno della passata amministrazione si è messo a dare volantini al ponte di legno....gli stessi che dovevano sistemarlo o metterlo in sicurezza. Ma la colpa era del M5s....
RispondiEliminaI Grillinihanno completato il lavoro, questo bisogna riconoscerlo pperò. È vero però che se non ci fosse stato tutto il lavoro preparatorio che ha fatto chi li ha preceduti non saremmo arrivati a questo risultato. Dispiace solo che i Grilliniquesto non lo riconoscono. CCosì, però, perdono in credibilità
RispondiEliminaI cinque stelle hanno solo raccolto i frutti di un lavoro fatto dalla precedente amministrazione...
RispondiEliminaFa comunque piacere il fatto che abbiano continuato a sostenere il lavoro di casson e non a distruggerlo.
Dire che in questa materia la loro azione è in continuità con il lavoro fatto prima sarebbe stato elegante.
Nel giornale odierno si legge che forte san felice diventerá sede di un albergo con annessi resort ed altri servizi per turismo.
RispondiEliminadiventerá quindi un luogo esclusivo.
A questo punto, che cce frega?
Non tutti potranno accedervi, seppur restaurato e smilitarizzato.
Rimarrá perció un luogo chiuso alla gente.
Domandasi: Ma caro Erminio dott. Boscolo bibi, era questo che volevi?
Se la gente comune non potrá entrare nell' ex fortezza, tanto valeva che rimanesse militare dopo i necessari restauri.
O tutti o nessuno.
Bibi, ma non ci avrai mica preso in giro tutti noi che abbiamo firmato credendo in un recupero a favore della cittadinanza?