L'evenienza di un recente ricovero all'ospedale di Chioggia dà l'occasione per considerare quanto spesso siano poco gratificati dal punto di vista umano (prima ancora che professionale) i primari, i medici, gli infermieri, gli anestesisti, gli operatori sociosanitari, i volontari all'ingresso, che spesso fanno “i salti mortali” con notevoli responsabilità e sotto organico. Sono loro la vera risorsa della sanità, e vanno sostenuti al di là del fatto che compiono il loro dovere verso il corrispettivo di uno stipendio. L'ospedale ha valore non solo per le macchine all'avanguardia e gli ambienti ben tenuti, ma soprattutto per il lavoro delle persone.
Critiche ci possono sempre stare, ma -al netto dei tempi di attesa da ridurre a livello amministrativo- bisogna rendersi conto che troppi medici vengono ormai “assaliti” da alcuni pazienti o parenti dei pazienti, finendo con lo scegliere l'impiego nel privato. Il che comporta maggiori costi al cittadino, e il depauperamento della sanità pubblica come l'abbiamo conosciuta, che nel Veneto sa raggiungere dimensioni di eccellenza. Chi lavora nella salute non ha remore nel dire di svolgere il più bel lavoro del mondo, perché non c'è niente di più appagante che far stare bene le persone: da utenti, aiutiamo quindi chi veste un camice a dare il meglio, perché non è mai facile, e perché ne va della vita di tutti. Grazie, grazie ancora.
Anche la predica.
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