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sabato 19 gennaio 2019

STELIO VIANELLO E LA COSTRUZIONE DI UN AMORE NELLA VECCHIA CHIOGGIA, FRA TELAIO E ASSI DA LAVORO

«(Doralice) abita qualche calle più in là, verso Vigo, dove passo apposta più volte al giorno nella speranza che mi noti. Lei fa la sarta in casa, ma a volte la vedo china sul telaio giù in calle, le dita che si muovono veloci a ricamare bianche farfalle, che sembrano subito alzarsi in volo e sfiorare i suoi capelli dai riflessi ambrati; o grappoli d'uva, che ti pare di poterli cogliere per gustare gli acini dolci e succosi; o angeli, che non possono fare a meno di avere la dolcezza del suo volto. Quando da riva San Domenico imbocco la sua calle (porto con me, sottobraccio, un'asse di legno e qualche attrezzo per fare finta che sto passando per lavoro!), noto che lei alza subito lo sguardo, come per caso, fino a incontrare i miei occhi, e torna a concentrarsi sui suoi ricami solo quando le sono a pochi passi. Allora io guardo diritto davanti a me e faccio finta di niente, ma sono certo che sta sorridendo, non fosse altro che per i commenti alquanto allusivi che sento pronunciare dalle sue amiche».

(Stelio Vianello, "A casa per sempre", 2015)

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