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mercoledì 20 febbraio 2019

CHIOGGIA CITTÀ DEL COLORE, TAVOLOZZA DI LUCE NELLA VISIONE DI SCARPA E RAVAGNAN

«Chioggia è una città fotogenica. Straordinariamente fotogenica. Non le serve il cerone o il belletto per mettere in mostra tutta la sua bellezza. Una bellezza naturale che risalta anche negli abiti della vita di tutti i giorni. Appare ai nostri occhi come un singolare e pittoresco microcosmo, raccolto in se stesso, ma capace di un’infinita varietà di sfaccettature, sempre inedite. Quasi un variopinto caleidoscopio che continua a sorprenderci nelle sue multiformi variazioni cromatiche, secondo il mutare della luce del giorno e delle stagioni. Un intreccio di forme e colori che si compongono e sovrappongono, e un’alternanza di terra e di acqua, di ombre opache e lucidi riflessi. Case e tetti, camini e altane, ponti e barche, piazze e corti, portici e rive costituiscono un unicum suggestivo, che assomiglia tanto a un’accurata scenografia di teatro. Dove domina una luce particolare di una tonalità intensa, capace di imprimere trasparenze cristalline, mutevoli e instabili. Una luce che sa stemperarsi sotto l’arco di un ponte, nell’angolo di una calle o sotto un portico. Che rende l’azzurro intenso nel mare, tenue nella laguna in tutta la sua gamma di variazioni tonali, fino a diventare specchio verdigno nei canali. Il colore di Chioggia è legato alla terra e alle cose, e sa accendersi, scomporsi, dissolversi in sempre nuovi accordi di una varietà incomparabile».

(Gianni Scarpa e Sergio Ravagnan, “Chioggia città del colore”, 2001)

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