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martedì 26 febbraio 2019

IL PROFESSORE AMERICANO BILL THAYER E I CAPITELLI DI SOTTOMARINA VECCHIA

«Vagando in una delle calli, vidi qualcosa che a prima vista sembrava un gruppo di persone che guardavano un televisore su una sedia in mezzo alla strada, quindi ovviamente mi avvicinai. Era un gioco di “spineta”, in cui i giocatori (una dozzina di vecchietti, il più giovane di 60 anni) a turno lanciavano una moneta contro un piatto verticale -in questo caso quello che sembrava un piano di granito- e naturalmente la moneta rimbalza a un'angolazione imprevedibile e colpisce il terreno. Il primo giocatore la cui moneta atterra toccando un'altra moneta raccoglie il lotto. Rimasi a guardare per circa dieci minuti, la voglia di scattare una fotografia ma non l’ho chiesto, non era del tutto giusto; scivolai via silenziosamente. Neanche 50 metri dopo, cos'è questo? Una piccola cappella del XX secolo nel mezzo di una piazzetta. Indagando, ho appreso che era il capitello Netti, dal detto di chi lo aveva fatto costruire, in onore di un'apparizione della Vergine a Sottomarina. Mi è stato detto che ce ne erano altri due, anche se questo era l'unico ancora aperto (viene detta messa il 30 maggio, nell'anniversario del miracolo); a quel punto, naturalmente, ho dovuto vedere gli altri. Per fortuna Sottomarina non era così grande, almeno la vecchia sezione all'interno del Murazzo, e ho trovato il capitello di Corte Granda e il capitello Berti senza problemi. I materiali poveri con cui si costruisce al nostro tempo -cemento non sfaccettato- non creano qualcosa di troppo bello, ma il design di ciascuno non è male, e un po’ di manutenzione li renderebbe comunque abbastanza attraenti».

(Bill Thayer, “Diario, domenica 19 maggio 2004”, http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Biographical/Diary/edited/0504/19.html)

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