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domenica 3 febbraio 2019

LO SCRITTORE RENZO CREMONA E LA DEFINIZIONE LETTERARIA DI "DOSANA"

«E le acque cominciarono ad abbandonarci. Il riflusso di ogni senso si staccava dalle rive scendendo lungo le pietre e le alghe perdendosi subito in lontananza, schivo e discosto da qualsiasi presenza umana. Si accompagnava di preferenza a memorie di alluvioni e allagamenti che si alternavano instabili e ricorrenti nella mente di chi rimaneva, ma trovava presto nei fondi melmosi della laguna mezze giornate con cui conversare sul rapido da farsi in attesa di uscire dalle bocche di porto. Acquitrinoso era il nostro rimanere privi della liquida stabilità che aveva sempre fatto di limo e torbidi stagni le fondamenta della nostra esistenza (...) Si ritirarono, defluendo dallo sguardo e dagli occhi per superare i frangiflutti oltre l’imbarcadero. Si ritirarono, fuoriuscendo dal limite della vista, oltrepassando i vivai di molluschi e le correnti delle rimesse nelle valli da pesca, sgomberando di sé l’Ottagono delle saline, Ca’ Roman e la laguna tutta, finché non scomparvero al di là delle dighe, svanendo in un ultimo saluto privo di rumore e di addii, smarrendosi senza ripensamenti nell’abbassamento confuso del mare aperto».

(Renzo Cremona, "Lingua madre", 2017)

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