«Chioggia sa essere anche atmosfera. Un’atmosfera fatta di un incantevole gioco di specchi, che in una sorta di caleidoscopio la fa apparire nei suoi riflessi insieme reale e immaginaria. Con un fare civettuolo e ruffiano sembra compiacersi di questa sua bellezza originale che cambia i suoi colori a seconda dell’ora e della stagione. Capricciosa e dall’umore instabile appare col sole di una allegria esplosiva, nelle tinte forti e vivaci; ma sa anche nascondersi in una triste melanconia, dalle tenue sfumature grigioverdi, nelle giornate di nebbia. (...) La piazza-strada è solare e maestosa nelle sue architetture talvolta raffinate e imponenti, che la rendono a pieno titolo “città d’arte”, ma al tempo stesso anche popolare per il carattere variopinto e sorprendentemente vivace di chi la abita e la vive. È al massimo grado “agorà”: luogo di animazione e socialità. È stata definita acutamente un unico “gran caffè” e di fatto ogni giorno qui sembra sia festa».
(Sergio Ravagnan, "Chioggia città d'acqua" per Studio Azzurro, 2010)
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