«Di fronte galleggiava, illuminata da un unico raggio d’oro aranciato, Chioggia. Tutta una serie di cubetti colorati si tenevano per mano all’orizzonte, che pareva di poter allungare un braccio e giocarci come un Lego: prendo questa casetta gialla qui, la metto al posto di quel casermone rosa, il campanile del Duomo lo lascio dov’è, ora aziono le gru del porto e con un soffio mando al largo tutte le barche... Forse, poteva farlo davvero: a dividerlo da questa grande città giocattolo stava la laguna, spaccata a metà dal ponte che collega l’isola dei pescatori alla terra dei contadini. Di qua il Paradiso, di là l’Inferno. A destra della striscia d’asfalto, l’acqua perfettamente calma brillava di pagliuzze d’oro, come cullate nel sonno. A sinistra, il paesaggio sprofondava lentamente in un grigio sempre più cupo, mentre dall’orizzonte senza fine appariva potente una immensa nube viola d’invidia: stava flagellando con un muro di pioggia la sfacciata bellezza di Venezia».
(Angela Calvini, "Lorenzo e la laguna", premio letterario Città di Chioggia 2011)
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