«Sono arrivata con te soltanto ieri, in fuga dalla città e dal lavoro, per regalarci come ogni anno una settembrina vacanza, ai margini della stagione quando la gente è poca e la luce del giorno e il calore del sole virano piacevolmente verso l’autunno. Mi aspetta una vacanza d’ozio e bien vivre a modo mio, fatta di silenzio al ritmo lento della luna e delle maree, gioie frugali e pieds dans l’eau, capelli al vento sul molo e fantasiosi cappelli di paglia, respirando il mare e l’aria di Chioggia. Il profumo di pesce fritto del locale ristorante, di storia millenaria della vicina Piccola Venezia e di natura protetta del secolare bosco di pini e lecci mi accompagneranno nel mio soggiorno. I colori, i sapori e gli odori di questa terra mi inebriano e mi calmano i sensi, ancora acutissimi dalla frenesia delle mie giornate cittadine. La serena città lagunare impone ancora la sua maestosa imperturbabile presenza sul mare con le imbarcazioni che salpano dal suo porto, più a nord, per veleggiare al largo, passando davanti alla costa: pescatori che rientrano dalla battuta notturna, skipper che sventolano il bianco abbagliante della vela, crocieristi salpati per le omeriche isole egee sfileranno in silenzio ogni giorno sotto i miei occhi, mentre le gabbianelle danzano pochi metri sopra di me. Con una montagna di libri e di buon cibo, ho proprio intenzione di concentrarmi sul mio semplice itinerario di relax, di staccare la spina e di rigenerarmi, prima di affrontare le fatiche autunnali. Questo è il luogo semplice dove rinasco ogni volta».
(Monica Vaccaretti, "Le maree nel cuore", 2016)
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