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venerdì 15 marzo 2019

VINCE LA CAUSA E SARÀ REINTEGRATO L'ISPETTORE DI VERITAS DEMANSIONATO DOPO LA DELAZIONE DELL'ASSESSORE STECCO

Riabilitato, risarcito e reintegrato alle mansioni originarie. C’è stata giustizia per Enri Naccari, 56 anni, l’ispettore ambientale di Veritas che era stato demansionato, sospeso dal lavoro e dallo stipendio per 10 giorni e trasferito alla sede di Mestre in seguito alla segnalazione pervenuta di un suo alterco con l’assessore alle società partecipate del Comune di Chioggia, Daniele Stecco, al quale l’ispettore aveva contestato di non aver effettuato la raccolta differenziata di alcuni rifiuti a suo carico, ovvero scatoloni di carte e documenti depositati fuori dagli appositi bidoni. La giudice Anna Menegazzo del Tribunale di Venezia ha valutato illegittima la sanzione inferta da Veritas a Naccari, condannando la società a risarcire il dipendente per il danno professionale inferto attraverso il demansionamento, e a reintegrarlo nella posizione da lui ricoperta in precedenza: non più impiegato d’ufficio, quindi, bensì di nuovo ispettore ambientale. I fatti in questione risalgono all’aprile 2017, quando Naccari -in servizio assieme ad altri due colleghi- scoprì il deposito di materiale fuori posto, da addebitare senza dubbio a Stecco e alla moglie, titolare di uno studio professionale.
La sanzione di 75 euro a carico dell’assessore non fu peraltro mai contestata, ma a seguito di una segnalazione “anonima” l’ispettore è stato rimosso dal suo incarico; successivamente, nel mese di giugno dello stesso anno, un incontro fortuito al bar tra Stecco e Naccari ha rievocato l’episodio con qualche ruggine. Ora la giudice ha stabilito, dando ragione alla tesi presentata dall’avvocato difensore Leonello Azzarini, che il trasferimento a Mestre è stato comminato da Veritas dopo un intervento telefonico dell’assessore chioggiotto, che aveva protestato con i vertici aziendali della società partecipata ricadente nella sua stessa delega. Sempre la giudice Menegazzo ha rilevato come non vi fosse stato da parte di Enri Naccari un comportamento aggressivo o strafottente nei confronti dell’amministratore locale. Ora per l’ispettore, che candidamente afferma di non avere dormito la notte dopo la sentenza, si apre un nuovo futuro: il 56enne, che mai in carriera aveva subìto procedimenti disciplinari mostrandosi sempre ligio al dovere, accudisce anche un fratello disabile praticamente da solo. Anche per questo lo spostamento punitivo a Mestre, riconosciuto «sproporzionato» dalla giudice Menegazzo, è stato particolamente impattante nella sua vita.

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