Quattro notti in piedi per salvare il salvabile dopo altrettante mareggiate, da martedì e giovedì al weekend, ma la spiaggia di Isolaverde è stata cancellata e ora ne rimane ben poco, se non tronchi spiaggiati da chissà dove. La situazione drammatica, passata in secondo piano nelle ore dell'acqua alta crescente a Chioggia e a Sottomarina, emerge in tutta la propria impotenza dalle immagini di Chioggia Azzurra, che stamane ha incontrato alcuni operatori intenti a fare la conta dei danni e a mettere in salvo ciò che potrà essere riutilizzato in vista della stagione turistica 2020.
«L'acqua ha superato le dune - raccontano i concessionari balneari - e per un pelo non è arrivata alla strada, risparmiando così gran parte delle abitazioni private di via Nazioni Unite e delle strade limitrofe. Non era mai accaduto in tale misura, nemmeno con le frequenti inondazioni passate». Le sedi stanziali hanno sostanzialmente resistito, con danni limitati e probabilmente recuperabili, ma le imprese sono esasperate e traspare tutto il disappunto per il ripascimento avanzato dalla fine dell'estate e completamente da ripensare, anche in termini strutturali.
Dal canto suo Giorgio Bellemo, presidente di ASCOT, rileva che oltre al danno per le aziende c'è quello («enorme») per l'ambiente: «Non basta il ripascimento, con ogni evidenza - sostiene Bellemo - ed è ora di realizzare quel percorso pedonale sulle dune che avevamo chiesto quale barriera. Anche a Sottomarina temo che gli imminenti ripascimenti serviranno a molto poco, se non si interviene in termini decisi».
Per il resto, ASCOT chiede al sindaco Ferro di farsi portavoce tra i primi cittadini del litorale veneto allo scopo di rinviare il versamento del canone di concessione: «E anche riguardo la vertenza TARI - conclude il presidente Bellemo - come possono gli operatori pagarla sopra un'azienda che nei fatti non hanno più?».
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