Un emendamento alla corrente legge nazionale di bilancio, già depositato. È questo lo strumento scelto dal governo in carica per cercare di bloccare l'avvio del deposito di gpl in Val da Rio: ne ha dato notizia ieri sera il sindaco Alessandro Ferro, durante l'incontro relativo alle preoccupazioni per l'impianto, organizzato dal settimanale diocesano Nuova Scintilla all'auditorium San Nicolò.
Lo scorso 24 novembre il sindaco e una folta delegazione cittadina era stato ricevuto dal Ministro per lo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, che aveva in quell'occasione annunciato la presentazione di un disegno di legge ad hoc: si tratta di una misura che vincolerebbe la messa in funzione di impianti non ancora attivi, situati in luoghi protetti dall'UNESCO come appunto Venezia e la laguna.
Il fatto che la norma si palesi sotto forma di emendamento alla legge finanziaria dovrebbe renderne più agevole l'approvazione almeno dalla maggioranza che sostiene l'esecutivo, tuttavia non si esclude -dato l'unanime schieramento politico a contrasto del deposito- una pronuncia pressoché unanime.
«Sto con i piedi per terra - ha detto Ferro ieri sera - ma l'ottimismo è in aumento. Nonostante sia stato convalidato da un'autorizzazione interministeriale, il rischio d'impresa assunto da Socogas era azzardato. Posso dire che, finché saremo al governo, l'attività del deposito non partirà».
Cautela anche da Pino Musolino, presidente dell'Autorità Portuale di Sistema, e da Roberto Rossi, portavoce del comitato No Gpl: «Sulla base dell’esperienza, fino a quando non vedremo il provvedimento firmato su carta non demorderemo, anche se abbiamo già l’idea di una festa da allestire al momento della notizia. Organizzeremo una tavolata in piazza!».
All'incontro, disertato dalla Città Metropolitana di Venezia, era invece presente la Regione Veneto con l'avvocato Ezio Zanon, che ricorda come «il Comune all'epoca aveva partecipato tre volte alla Conferenza dei Servizi e ha dato un suo parere, mentre la Regione era presente una volta sola, con la direzione Commercio, e ha contestato la mancanza del parere della Commissione di Salvaguardia».
In platea era presente anche l'ingegner Achille Cester, che avrebbe voluto leggere il documento presentato a sostegno dell'ipotesi pipeline per l'uscita del gas dal porto, ma gli è stato impedito. Il vicesindaco Marco Veronese ha sostenuto che se incombe il progetto di pipeline significa che le navi gasiere non possono entrare in porto, e questa sarebbe una grossa criticità all'avvio dell'impianto.
Anche l'urbanista Carlo Giacomini minimizza la questione pipeline: «Il deposito rimarrebbe comunque qui a servire l'intera pianura padana, ma è il deposito che non ci dovrebbe essere».
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