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sabato 25 gennaio 2020

OBESITÀ INFANTILE, IL PRIMARIO DI PEDIATRIA ANDREA CATTAROZZI STA RIORGANIZZANDO ANCHE ALL'OSPEDALE DI CHIOGGIA L'AMBULATORIO SPECIFICO

Il primario del reparto di Pediatria dell'ospedale di Chioggia, dottor Andrea Cattarozzi, torna sul problema dell'obesità infantile, tirando in ballo in primis l'importanza dei corretti stili di vita quotidiana. «La stragrande maggioranza dei bambini con obesità od in sovrappeso - afferma il medico - non ha una malattia che fa "ingrassare anche senza mangiare". Ormai è stato sicuramente dimostrato che la mancanza di attività fisica regolare (almeno un'ora al giorno), una dieta ricca di grassi e zuccheri, l'assunzione di cibi "spazzatura", il bere sostanze zuccherate, sono l'origine di quasi tutti i casi di obesità e sovrappeso nei bambini. Cambiare le proprie abitudini è spesso molto difficile, ma i risultati di una vita sana ed attiva sulla salute dei bambini è evidente».
Il primario arriva da un'esperienza lavorativa importante per quanto riguarda l'aiuto dei bambini e delle famiglie con problemi di sovrappeso ed obesità, all'ospedale Civile di Venezia con l'ambulatorio di cui era responsabile e dove seguiva all'anno più di 100 bambini provenienti da tutta la provincia. Adesso che il dottor Cattarozzi è alla guida del reparto di Pediatria di Chioggia, in collaborazione con la direzione dell'ULSS 3 e le dietiste, sta riorganizzando questo servizio anche per tutti i bambini di Chioggia. Ovviamente questo avviene in collaborazione con i pediatri di famiglia, che già da ora inviano in reparto i casi che ritengono più importanti e che magari meritano particolari accertamenti, esami o controlli da eseguire in ospedale.
In Italia il problema del sovrappeso e dell'obesità infantile è molto importante: i dati del Ministero della Sanità dimostrano che circa 1 bambino su 5 è in sovrappeso ed 1 su 10 è francamente obeso o gravemente obeso. Questo dato dimostra quanto la salute di tutti i bambini sia in pericolo a causa delle conseguenze che questa patologia comporta (diabete, ipertensione, problemi cardiaci, problemi respiratori). Parlare di un'età di "inizio" dell'obesità è molto difficile perché il bambino, dai giorni della nascita fino a 3-4 anni, cambia molto velocemente, sia nel fisico che nelle proprie competenze motorie; certo è che comunque esistono dei dati di "normalità" che i pediatri ed i genitori dovrebbero bene conoscere. È purtroppo un dato di fatto che spesso le famiglie ed i medici sono più preoccupati di un bambino che "non cresce", piuttosto che di un bambino che cresce troppo.
Fondamentale nella cura è il ruolo della famiglia: «Affrontare il problema in famiglia – spiega il dottor Cattarozzi - è sempre molto difficile per i genitori, proprio perché sono gli stili di vita non corretti, a cui ci siamo abituati "in famiglia", a causare il sovrappeso o l'obesità del bambino. È fondamentale quindi il bilancio di salute che viene svolto dal pediatra di famiglia che, misurando peso ed altezza del bambino, è in grado di ricavare l'indice di massa corporea (BMI) e di confrontarlo con le opportune tabelle italiane per vedere se il bambino è in una situazione di normopeso, sovrappeso o franca obesità. Prima avviene l'intervento terapeutico, più facile e rapida è la cura del problema: ecco perché è fondamentale che tutti i bambini vengano seguiti dal pediatra per quanto riguarda il loro sviluppo».
È importante anche tener presente che l’obesità non è solo un problema di tipo fisico, come erroneamente tanti pensano: “È ampiamente dimostrato – continua il medico - da studi nazionali ed internazionali che i bambini obesi ed in sovrappeso hanno risultati scolastici in media inferiori ai loro compagni di peso normale. Vale la pena anche sottolineare che spesso un bambino in sovrappeso od obeso spesso si sente escluso, può essere vittima di bullismo, si sente più goffo rispetto ai suoi coetanei. Val la pena ricordare che anche nell'attività fisica il bambino in sovrappeso è più svantaggiato rispetto agli altri, non perché sia meno abile rispetto agli altri, ma semplicemente perché deve "portare sulle spalle" più chili rispetto ai suoi compagni. In questo modo spesso si crea un senso di inferiorità rispetto agli amici che causa solo dolore a chi si sente meno capace».
Parafrasando un proverbio ben notot, e cioè che una mela al giorno toglie il medico di torno, il direttore generale dell'ULSS 3 Serenissima Giuseppe dal Ben commenta: «Invitiamo i bambini di oggi a comportarsi come i bambini di ieri: poco tablet e poca tv, più movimento, soprattutto all’aria aperta quando questo è possibile. Ridurre patatine e merende simili, sostituendole con un buon panino e frutta. Le abitudini incidono molto sulla salute di tutti».

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