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lunedì 27 aprile 2020

CENTO GESTORI DI LOCALI DI CHIOGGIA SCRIVONO A CONTE, ZAIA E FERRO: LE MISURE IPOTIZZATE PER BAR E RISTORANTI NON FUNZIONANO, ADOTTATE LE NOSTRE

Sono circa 130 tra baristi, ristoratori, osti, albergatori, pasticceri, gelatai di Chioggia, di Sottomarina e delle frazioni. Hanno scritto al premier Conte, al presidente Zaia, al sindaco Ferro, ai ministri Patuanelli, Catalfo e Franceschini, per lanciare il proprio grido di dolore e una richiesta disperata di aiuto: se ne è fatto portavoce Felice Tiozzo del ristorante la Taverna, in calle Palazzo, durante un dialogo con Chioggia Azzurra.

Nel documento questi operatori presentano agli enti l'emergenza economica che li ha travolti: «Le nostre attività - sottolineano - non servono solo una bibita o un piatto caldo, regalano un momento di serenità, fatto di chiacchiere, convivialità, socializzazione, aggregazione. Sappiamo che il governo sta lavorando per predisporre le linee guida in vista della prossima riapertura: tuttavia le informazioni giunte sin qui, da più parti, circa le misure che dovrebbero essere adottate non possono che essere definite allarmanti».
Secondo i gestori dei locali, queste misure sarebbero «nella maggior parte dei casi non attuabili in concreto o non sostenibili, perché porterebbero alla riduzione del fatturato di circa il 50%, a fronte di costi fissi rimasti invariati. Ai quali andrebbero ad aggiungersi le ulteriori spese da sostenere per l’adeguamento dei locali e la protezione del personale dipendente. Molte attività si vedrebbero costrette a rinunciare ad aprire, anche definitivamente».
I titolari chiedono un aiuto «certo, immediato, concreto e reale, di azioni mirate ed efficaci, che possano permettere di far sopravvivere le attività quantomeno fino al mese di dicembre 2020». Non vogliono assistenza, bensì di essere messi nelle condizioni di riaprire in modo sostenibile, o di tener chiuso per il periodo di tempo necessario

Tredici gli argomenti posti all'attenzione delle amministrazioni: tra essi, un contributo a fondo perduto per gli esercizi forzatamente chiusi, parametrato all’effettivo fatturato medio degli anni precedenti. Poi la proroga fino al 30 novembre della sospensione di leasing e mutui, l'accesso al credito con merito simile a quello della moratoria, per ottenere liquidità immediata senza dover compilare decine di moduli. Quindi la sospensione dei canoni di locazione per tutta la durata del periodo di emergenza. Infine, ma è quello che più preme ora a questi operatori, l'effettiva sospensione dei tributi locali (TARI, IMU, COSAP, imposta sulla pubblicità), più volte sbandierata dal Comune.
La circostanza è utile anche a chiarire che, a seguito dell'ordinanza regionale di venerdì 24 aprile, l'accesso nei locali adibiti all'asporto dev'essere sempre preceduto dalla prenotazione online o telefonica. Ai fini dei controlli, questa prenotazione dovrà essere adeguatamente documentata dall'esercente o dal cliente della pizzeria, della pasticceria, della gelateria, della paninoteca.

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