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martedì 5 maggio 2020

IL REPARTO DI CHIRURGIA DELL'OSPEDALE DI CHIOGGIA ADOTTA TEMPI RECORD PER LA DIMISSIONE PRECOCE DEL PAZIENTE DOPO L'INTERVENTO

All’ospedale di Chioggia nuovi protocolli, pianificati e introdotti dall’ULSS 3 Serenissima, stanno conseguendo risultati significativi quanto alla riduzione dei tempi di permanenza nella struttura, anche in caso di interventi chirurgici, a vantaggio dei pazienti. «L’emergenza Coronavirus - spiega il direttore generale Giuseppe dal Ben - porta a cercare ogni modo per ridurre le presenze in ospedale. Ma già da tempo è maturata la consapevolezza che la permanenza in ospedale del paziente deve protrarsi per il minor tempo possibile, anche in caso di intervento chirurgico.
Nell’ospedale di Chioggia si interviene con due strategie parallele: il protocollo ERAS (Enhanced Recovery After Surgery, ovvero "miglior recupero dopo un intervento") riduce le giornate di degenza pre-intervento, e con nuove prassi di telemonitoraggio domiciliare è possibile dimettere prima il paziente, non appena ha ripreso le proprie funzioni vitali e gestionali. Non si resta più per giorni in reparto, quindi, per la solo necessità di eseguire controlli, che il paziente esegue invece dal proprio domicilio, in diretto collegamento con l’ospedale».
Continua il primario del reparto di Chirurgia, dottor Salvatore Ramuscello: «All’ospedale di Chioggia abbiamo introdotto da tempo le buone pratiche dei protocolli ERAS. Seppur ancora poco frequentati negli ospedali italiani, questi protocolli garantiscono una riduzione significativa delle complicanze infettive, abbattendo quindi il rischio di contrarre infezioni legate all’intervento stesso, e quello relativo alle temibili infezioni ospedaliere, forse ancora più pericolose.
Ancor più opportune e utili sono le pratiche ERAS ora che si è aggiunto anche il rischio della trasmissione del Covid-19: la riduzione delle giornate di degenza ospedaliera, con il ricovero lo stesso giorno dell’intervento, e con la dimissione precoce appena riprese le funzioni vitali e gestionali in autonomia e il controllo del dolore efficace, rappresentano il vero baluardo contro i rischi infettivi».
L’ospedale di Chioggia, inoltre, si è concentrato quanto alla riduzione dei tempi di degenza post-operatori e la riduzione degli accessi ospedalieri dopo l’intervento: «Le procedure utilizzate – prosegue il primario – consentono un pieno controllo del periodo post-operatorio. È il paziente che esegue i controlli al proprio domicilio, secondo le precise istruzioni e con strumentazioni fornite, e dal proprio domicilio li condivide per via telematica con l’ospedale».
Il telemonitoraggio messo in atto dall’ospedale di Chioggia consente la rilevazione a distanza dei parametri necessari: «Monitoriamo – spiega il dottor Ramuscello – tutti i parametri tradizionali, dalla pressione arteriosa alla frequenza cardiaca e respiratoria alla temperatura corporea. Ma abbiamo allargato lo spettro della comunicazione tra gli specialisti e il pazienta a domicilio anche al controllo della dieta, al glucotest nei pazienti diabetici, alla saturimetria nei pazienti con broncopolmoniti croniche ostruttive associate, ai test per la ripresa fisica e la mobilitazione.
Non basta: nel dialogo post-operatorio con il paziente a domicilio, l'ospedale invia video tutorial per gli esercizi fisici a chi necessita di riabilitazione, e per la gestione della stomia per i pazienti stomizzati; ai pazienti è possibile inviare all’ospedale foto delle ferite chirurgiche, o della stomia stessa, mentre il protocollo prevede ovviamente la possibilità di teleconsulto».
Grazie a questo tipo di monitoraggio –che si attua dal momento della dimissione, quando al paziente o al familiare che assiste viene consegnata la strumentazione necessaria al caso– è più facile seguire le indicazioni del proprio medico e assumere un corretto stile di vita in base allo stato di salute. Per via telefonica il paziente riceve le notifiche relative ai controlli da effettuare, per tenere monitorato il proprio stato di salute più facilmente. È previsto inoltre che il team lo contatti periodicamente, per assicurarsi delle sue condizioni di salute.
Qualora vengano rilevati valori alterati, medici e infermieri che ne prendono visione contattano il paziente per chiedere il suo stato di salute e le sue condizioni fisiche, per far ripetere la misura se necessario e per fornire alcuni suggerimenti e indicazioni utili per un corretto comportamento. Nel caso in cui persistano valori alterati nel tempo, il paziente viene invitato a rivolgersi al proprio medico curante o allo specialista di riferimento.
Ogni paziente, inoltre, può contattare gli specialisti dell’ERAS team per ricevere informazioni e per colloqui con il personale sanitario: «In questo modo l’équipe ospedaliera – conclude il primario Ramuscello – svolge la propria funzione di controllo post-operatorio con grande vantaggio per l’utente. Non si sostituisce assolutamente al medico curante del paziente, che rimane comunque il punto di riferimento per il paziente a domicilio, ma anzi lo affianca nel monitoraggio complessivo del paziente e dell’aderenza dello stesso alle terapie prescritte».

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