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sabato 3 ottobre 2020

IL MOSE FUNZIONA! LA MAREA NON ENTRA IN LAGUNA, LIVELLO DIMEZZATO RISPETTO ALLE PREVISIONI GRAZIE ALLE PARATOIE E ALLE CONDIZIONI METEOROLOGICHE

È una giornata storica per Venezia, Chioggia, Pellestrina e tutta la laguna. Il Mose funziona anche con il mare agitato: lo certificano le prove pratiche di questa mattina, quando l'intera area era a serio rischio di acqua alta. La commissaria Spitz e la provveditrice Zincone, all'alba, hanno dato mandato alle Capitanerie di Porto di interdire la navigazione allo scopo di sollevare le paratoie. Che, nel giro di un paio d'ore, si sono alzate per intero alle bocche di Sottomarina, Malamocco e Lido-Treporti: risultato, mentre il livello della marea saliva alle dighe, complici anche l'attenuazione del vento e della pioggia questa non entrava in laguna.

Le previsioni dell'ISPRA parlavano di 127 centimetri di picco a Chioggia alle 12.10 e di 134 cm a Venezia per le 12.30, invece la soglia si è fermata a 66 centimetri per quanto riguarda la città della laguna sud e a 70 nel capoluogo: è rimasta all'asciutto anche piazza San Marco, che è la prima zona di Venezia ad andare sotto. Questo mentre alla diga di Sottomarina la rilevazione dice 123 centimetri e a quella del Lido 126: ma soprattutto, tra le 9 e le 9.05 di stamane la quota al porto è diminuita istantaneamente di cinque centimetri, per effetto dell'innalzamento delle barriere mobili.

Ora bisognerà risolvere tutti gli altri interrogativi, dalla governance affidata alla neonata Autorità per la Laguna (lunedì l'approvazione del decreto "agosto" che la istituisce) alla manutenzione, ma l'importanza storica della giornata odierna -durante la prova effettiva col mare mosso- è fuori discussione ed è paragonabile agli effetti cinquecenteschi delle deviazioni delle foci dei fiumi, decise dalla Repubblica Serenissima. Se spetta alla magistratura punire chi ha lucrato sui cantieri, e alla scienza rilevare le modificazioni ambientali inferte all'ecosistema, oggi è solo il giorno della soddisfazione e dei ringraziamenti a quanti (dai governi alle amministrazioni locali, soprattutto agli ingegneri e alle maestranze del Consorzio Venezia Nuova) hanno fatto in modo che presto l'acqua alta in laguna diventerà solo un ricordo.

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