Nel pomeriggio di ieri a Borgo San Giovanni, e per la giornata odierna (mattina e pomeriggio) nella Cattedrale di Chioggia, hanno luogo le cerimonie per la Cresima degli adolescenti. Nei giorni scorsi il dibattito è stato serrato se procedere comunque o rinviare ulteriormente il sacramento: oggi interviene la madre di una delle ragazzine che appunto hanno ricevuto la Confermazione. «L'omelia del vescovo - racconta la signora - è iniziata con un riferimento ai network, sostenendo ancora che nessuno era obbligato a partecipare, e facendo notare più volte che tutto stava avvenendo in sicurezza».
Eppure, secondo la donna, non mancano gli aspetti controversi: «Non mi interessa la festa, si farà quando si potrà. Voglio parlare dei bambini a cui evidentemente il vescovo, il parroco e nessun altro hanno pensato: appena usciti dalla chiesa mia figlia mi ha detto di essersi sentita molto sola. Ecco cosa significa fare i sacramenti in queste condizioni: vedere bambini sparsi fra le panche, lontani dai compagni. Significa non farsi accompagnare all'altare con la mano sulla spalla dal padrino o dalla madrina. Vuol dire non farsi accogliere in un caldo abbraccio a fine cerimonia dai nonni o dagli zii».
Per quanto si possa spiegare la difficile situazione attuale, non tutto è così comprensibile per i bambini: «A quando sarebbero state di nuovo rimandate le Cresime? Il prossimo anno, assieme a un gruppo che non è quello con cui sono cresciuti in questi anni, e nel quale hanno intrapreso il percorso di fede? Questo m'interessava far notare, non certo la festa in ristorante o i regali. Che pure fanno parte di una tradizione, anche per coloro che sbandierano un'altra moralità fingendo disinteresse».
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