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martedì 17 novembre 2020

LA SOPRINTENDENZA SMENTISCE L'ASSESSORA: «IL PONTE DELLA FOSSETTA È SOTTO TUTELA, IL COMUNE NON CI HA PRESENTATO ALCUN PROGETTO»

La Soprintendenza all'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Venezia, attraverso una nota ufficiale, risponde in maniera perentoria all'assessora ai Lavori Pubblici del Comune di Chioggia, Alessandra Penzo, che venerdì 13 novembre -durante la rassegna stampa di Chioggia Azzurra- aveva attribuito all'architetto Elisabetta Norbiato, in forza alla Soprintendenza stessa, la responsabilità di frenare la demolizione e ricostruzione ex novo del ponte che attraversa il canale Fossetta, in quanto potenzialmente gravato da vincolo storico.
«Le presunte affermazioni attribuite alla funzionaria architetto Norbiato, citate nell’articolo - si legge nel comunicato, firmato dalla soprintendente Emanuela Carpani - rappresentano brani distorti, fuori dal contesto, estrapolati dal confronto tecnico-amministrativo avuto in occasione del sopralluogo eseguito l'8 ottobre scorso. Le asserzioni risultano gratuitamente diffamatorie, lasciando configurare anche un profilo di potenziale intimidazione».
La Soprintendenza specifica che le asserzioni riguardanti l’esistenza di un progetto “cantierabile” entro dicembre 2020 non trovano riscontro agli atti: «Fino ad oggi - continua la nota - non risulta che il Comune abbia presentato alcuna richiesta di autorizzazione per un progetto di intervento relativo al bene sotto tutela. Gli scambi verbali non hanno valore di istanza formale di autorizzazione ai lavori, né di parere ufficiale dalla Soprintendenza», che non è quindi responsabile di alcun ritardo.
Entrando mel merito, viene reso noto che il ponte della Fossetta è sottoposto a tutela automatica di default in base alla legge nazionale, dal momento che la sua costruzione (datata attorno al 1925) risale a più di settant'anni fa. Agli effetti di una maggior salvaguardia, tuttavia, il Comune non ha inoltrato alla Soprintendenza alcuna istanza di verifica dell'interesse culturale o etnoantropologico del bene in questione: secondo l'ente veneziano, il contesto storico ove inserire il ponte è legato a un potenziale archeologico.
Esso infatti ha sostituito una serie di manufatti più antichi, eretti nel tempo nella medesima posizione, secondo i documenti raccolti anche da Marin Sanudo che attestano presente una struttura già nel XV secolo ad uso dei pellegrini diretti al santuario della Madonna di Marina. Inoltre, gli archivi napoleonici rivelano una fortificazione eretta alla testata orientale del ponte, e infine nelle immediate vicinanze è presente il cippo di conterminazione lagunare risalente al 1791.

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