È con grande sollievo che i chioggiotti, i veneziani e gli abitanti della laguna hanno appreso, nella notte, che le paratoie del Mose oggi sarebbero entrate in funzione. Dopo la défaillance di ieri, dovuta al repentino mutamento delle condizioni meteomarine, che ha reso tardiva ogni ipotesi di sollevamento, la Provveditrice Zincone e la commissaria Spitz hanno autorizzato le operazioni a cavallo della mezzanotte: attorno alle 3.50 i primi effetti alla bocca di porto di Chioggia, alle 4.30 quelli al Lido.
Questa mattina era previsto un picco di 125 cm, spostato verso le 9, ma le grandi barriere gialle hanno fatto il dovere per cui tanto le si è attese, e hanno protetto i centri abitati: se alla diga di Sottomarina lo zenit è stato raggiunto alle 8.25 con 123 centimetri, la città non ha superato quota 84 un'ora più tardi. Per quanto riguarda Venezia, 123 i centimetri anche al Lido (raggiunti alle 8.05) a fronte di una sessa statica a 74 centimetri, ancora in corso alla Salute alle 12.45. Oggi il modulo verrà abbassato alle ore 18.
La notizia più importante è che, in previsione di nuovi picchi domattina alle 8 e venerdì alle 7, sempre della misura di 135 cm alla Punta della Dogana di Venezia, Zincone e Spitz hanno autorizzato la permanenza consecutiva in attività del MOSE fino a venerdì nel tardo pomeriggio: le procedure di attivazione inizieranno di nuovo nella notte tra mercoledì e giovedì. La nuova cifra della governance, infatti, sta nella flessibilità: «Cerchiamo di calibrare aperture e chiusure - ha detto la Provveditrice - e oggi avremo una riunione per apportare, ove necessario, cambiamenti significativi alle procedure di rialzo».
Nonostante la salvezza giunta in extremis, che fa respirare residenti e attività commerciali, c'è un nucleo di scontenti ed è individuabile negli armatori della marineria di Chioggia, che questa mattina si sono ritrovati a protestare alla Capitaneria di Porto: la delegazione afferma di non essere stata informata per tempo del sollevamento notturno, che crea evidenti problemi a chi si trova nella zona di pesca e deve poi rientrare in porto. L'auspicio espresso dagli uomini di mare è che venga finalizzata al più presto la conca di navigazione, la quale consentirebbe rientri in sicurezza anche con le paratoie abbassate.
Anche Rifondazione Comunista, spesso critica con la costruzione del Mose, stigmatizza il comportamento che ieri hanno tenuto gli enti preposti: «Quanto accaduto ieri - scrivono i segretari chioggiotto, Francesco Zennaro, e veneziano, Flavio Cogo - non è un fatto congiunturale dovuto alla sperimentazione, bensì uno dei problemi sistematici dell'opera. Se il vento è un fenomeno difficilmente prevedibile, ed è fondamentale nell'andamento delle maree, come può il Mose esere efficiente se occorrono due giorni per decidere di farlo sollevare? Anche alzando le barriere a ogni minimo dubbio di esondazione, ciò provocherebbe impatti ambientali notevoli, impedendo lo scambio di acque necessario all'ecosistema lagunare, oltre che alle navi di entrare nei porti. Il Mose serve solo a chi lo fa».
Nessun commento:
Posta un commento
Per inserire i commenti (purtroppo) è necessario inserire un proprio account Google -anche attraverso uno pseudonimo- con il quale commentare gli articoli, in quanto arrivano centinaia di commenti spazzatura con proposte oscene e non riusciamo più a gestire. Non è nostra intenzione schedare o rintracciare in qualche modo chi commenta anonimamente; anzi lasciamo in tal senso la massima libertà al lettore di non declinare le proprie generalità, restando però nell'ambito del buon gusto e della corretta educazione nel commentare senza offendere alcuno. Siamo certi di essere compresi in questa esigenza, e per questo Chioggia Azzurra ringrazia.