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mercoledì 20 gennaio 2021

FORTE SAN FELICE, L’INGEGNER CECCONI LANCIA L’ALLARME: «ESPOSTO DELLA CORTE DEI CONTI PER LE OPERE DEL MOSE, I RESTAURI RISCHIANO DI ATTENDERE»

Il restauro di Forte San Felice rischia di dover attendere ancora mesi, se non anni. A sollevare l'allarme è l'ingegner Giovanni Cecconi, già a capo della control room del Mose per il Consorzio Venezia Nuova, che riferisce di un esposto formale presentato dalla Corte dei Conti in merito alle opere di compensazione del Mose stesso: da Roma sono stati stanziati 5 milioni per il recupero della struttura serenissima, che ha attraversato sette secoli di storia fino al protocollo per la sua smilitarizzazione, ma per procedere urge il distacco di una parte del personale verso il Provveditorato alle Opere Pubbliche.

In tal senso, ha raggiunto quota 9600 firme la petizione lanciata dal circuito Wigwam -di cui Cecconi fa parte- per aprire finalmente i cantieri delle opere accessorie, tra cui le conche necessarie alla navigazione dei pescherecci.
Nel corso di un dialogo avvenuto stamane a distanza con Chioggia Azzurra, l'ingegner Cecconi ha anche criticato un articolo comparso nei giorni scorsi nelle pagine del quotidiano La Nuova Venezia, a firma di Alberto Vitucci, che cita le ricerche del professor Luigi d'Alpaos, docente di Idraulica all'Università di Padova, il quale avanza dubbi riguardo l'entrata delle correnti in laguna nel caso del sollevamento solo parziale delle paratoie.
«Quelli di d'Alpaos sono appunto dubbi e non certezze - commenta Cecconi - che vengono però trasformate tali, tendenziosamente, dall'articolo. I danni non sono provati, d'Alpaos chiede appunto di poter compiere un supplemento di studi. Ma non è vero che, quando la bocca di Malamocco è stata chiusa per metà, la corrente abbia raggiunto una velocità di 5 metri al secondo: è stata al massimo della metà, 2 metri e mezzo nel varco stretto.
L'articolo della Nuova - conclude l'ingegner Cecconi - lascia intendere che la corrente prenda una curva perpendicolare, diramandosi in tutti i canali interni alla laguna e riempiendoli di fango. Questa ipotesi, secondo me non verosimile, è stata trasformata in fatto dall'articolo di Vitucci, che non si è limitato a riportare le testuali dichiarazioni dubbiose del professor d'Alpaos. Resto comunque a disposizione di chi volesse saperne di più, scrivendomi all'indirizzo mail ceccogio@gmail.com».

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