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martedì 11 maggio 2021

L'ODISSEA BUROCRATICA È FINALMENTE TERMINATA: GIOVEDÌ IL RECUPERO DEL PESCHERECCIO ADELINDA NEL CANALE SAN DOMENICO

Sarà giovedì 13 maggio il gran giorno per il recupero del peschereccio Adelinda. Il natante, naufragato nel canale San Domenico lo scorso 7 settembre 2020 quando si trovava già in disarmo, ha dato pessima mostra di sé nel corso degli ultimi otto mesi all'esterno del mercato ittico all'ingrosso, proprio dove staziona beffarda la scritta "custodi del mare Adriatico": il danno d'immagine ha colpito anche gli operatori della struttura, oltre che il turismo, trattandosi di uno dei luoghi di accesso principale al centro storico, quotidianamente fotografato e diffuso nei network.
Come previsto in occasione dei primi tentativi di recupero, sarà l'impresa Boscolo Bielo a effettuare le operazioni, dopo che anche l'INPS ha rinunciato al pegno di 15mila euro in suo possesso, dovuto a precedenti crediti insoluti dell'armatore. Il peschereccio Adelinda sarà recuperato in tre tranche, quindi condotto all'esterno del canale San Domenico, dove verrà successivamente demolito del tutto.
La vicenda che sta dietro questi lunghi mesi è un esempio di mala burocrazia italiana. Stante che il canale San Domenico è di competenza del Provveditorato alle Opere Pubbliche (l'ex Magistrato alle Acque), l'ente avrebbe dato il via libera all'intervento, ma in via prioritaria e incidentale -nel rimpallo tra gli uffici- si è resa necessaria una perizia tecnica che valutasse lo scafo nella qualità di rottame, circostanza obbligata per consentire alle operazioni senza rischi di ricorsi al TAR o di abusi d'ufficio.

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