La giunta comunale, riunitasi oggi in modalità videoconferenza, ha dato il via libera all'approvazione della variante urbanistica al Piano Regolatore Generale, relativa al Forte e all'Oasi di San Felice, attraverso la modifica di una scheda tecnica (progetto speciale n. 3) che andrà discussa e approvata dal consiglio comunale.
L'iter della variante in oggetto, che riguarda circa il 13% della superficie dell’intero Forte e che apre alle destinazioni d'uso commerciali e turistico-ricettive per gli edifici più recenti, di minor pregio e con i maggiori problemi di recupero, è propedeutico al bando che dovrà emettere Difesa Servizi -braccio operativo del relativo Ministero- per l'assegnazione in convenzione ai privati della parte in proprietà e riservata al Ministero della Difesa.
Il restante 87% di Forte San Felice, attraverso il protocollo d'intesa firmato nel gennaio 2018 è stato trasferito al Ministero delle Infrastrutture (ex Magistrato alle Acque), con destinazione di uso pubblico. Ne fanno parte le strutture storiche più significative, come il portale monumentale del Tirali datato 1704, il castello della Luppa del 1385, la Blockhaus austriaca, la polveriera veneziana, i bastioni cinquecenteschi.
Il consiglio comunale, nel luglio 2019, adottò all'unanimità la variante urbanistica che ampliava le attuali destinazioni d'uso previste dal Piano Regolatore Generale: la variante portata in giunta oggi, necessaria a controdedurre le osservazioni pervenute, sarà oggetto a breve di una commissione consiliare e successivo voto in occasione del prossimo consiglio comunale.
«Stiamo seguendo una strada che prevede una collaborazione istituzionale molto ampia e complessa - spiega l'assessore al Demanio, Marco Veronese - ma è l'unica via che possa garantire il raggiungimento degli obiettivi ambiziosi di fruizione pubblica pubblica del compendio. A seguito dell'approvazione in consiglio, verrà convocato un tavolo tecnico tra gli enti sottoscrittori del protocollo d'intesa e saranno presentati, in questa sede, i progetti di valorizzazione della parte pubblica».
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