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sabato 12 giugno 2021

LA PIPA CHIOGGIOTTA AL MUSEO CIVICO: GIORGIO BOSCOLO FEMEK DEL "PENELO" CHIEDE UNO SPAZIO DEDICATO, E SPERA DI NON ESSERE L'ULTIMO ARTIGIANO

Una sezione del Museo civico della Laguna sud dedicata alla tradizione della pipa chioggiotta. La chiede Giorgio Boscolo Femek, l'ultimo piparo artigiano al lavoro in città, dal suo atelier El Penelo ubicato sotto il palazzo Granaio: nel dialogo con Chioggia Azzurra, Boscolo racconta di aver imparato il mestiere attraverso un corso intensivo di tre giorni, svoltosi a Venezia nelle officine di alcuni ceramisti. Quindi ha acquisito il forno che fu di Walter Pregnolato, cominciando a sperimentare: «E qualcosa di buono è saltato fuori»... tanto che le sue pipe hanno fatto il giro dei cinque continenti.

Si tratta di un prodotto antichissimo, risalente a prima del Settecento: la datazione delle pipe rinvenute copiose negli scavi fognari e tra le terre coltivate: «Grazie alle ricerche d'archivio di Alberto Naccari - prosegue Giorgio Boscolo - e alla comparazione con i cocci di ceramica ritrovati e mescolati alle pipe, siamo riusciti a ricostruire il periodo di ciascuna». Cocci che hanno ispirato lo stesso artigiano nella produzione di nuovi piatti in ceramica, sul modello di quelli utilizzati nei secoli scorsi.
Sebbene la pipa venisse fabbricata anche a Venezia, e nei luoghi di provenienza dell'argilla come Mazzorno Destro sul Po, decine di fabbriche nel centro storico di Chioggia hanno servito le generazioni succedutesi: tra le più rinomate, quella di Luigi Padoan, l'ultimo a fabbricarle in serie. Ne venivano prodotte milioni in un anno, utilizzando l'argilla lavorata dalle fornaci polesane. Le prime pipe erano meno decorate, poi subentrò anche la sigla direttamente nello stampo. E tre fori nel fornello erano l'indizio che la pipa era chioggiotta.
Esportate anche in Istria dai pescatori della marineria locale, le pipe della laguna sud sono state ritrovate anche negli scavi del porto di Marsiglia, fiorente di traffici con l'Adriatico. Ma oggi il cruccio è che nessun giovane si sta prendendo carico di continuare il mestiere, anche per via dei guadagni esigui. Così almeno, con la richiesta di uno spazio al Museo, Femek chiede che venga preservata la storia, in una città dove quasi ogni famiglia vanta il proprio quadretto con le pipe secolari recuperate.

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