Il turismo vuole investire sulla formazione. Le imprese del territorio chiedono che sia valutata l’opportunità di portare anche a Chioggia una sede dell’Istituto Tecnico Superiore del Turismo, per formare figure sempre più specializzate, nell’ambito dell’accoglienza, della ristorazione e della gestione manageriale. Le risorse umane in città non mancano, ma AsCom, GEBIS e CISA Camping da tempo sostengono che alla quantità vada per forza associata la qualità del personale, che può derivare solo da uno specifico percorso formativo.
«Spesso - rileva Luciano Serafini, presidente di CISA Camping - si equivoca il fatto che le scuole di questo tipo vengono chiamate scuole alberghiere, ma con gli alberghi c’entrano oramai ben poco. Oggi servono ITS allo scopo di fornire al settore turistico tutte le figure specializzate per alberghi, campeggi, stabilimenti balneari, residence, ristorazione di alto livello e molto altro, per un turismo in costante evoluzione: ma la zona meridionale dell'area metropolitana risulta assente dal panorama degli ITS. Il bacino che si espande verso il Polesine ha sicuramente i numeri per poter “giustificare” un istituto per il turismo, senza costringere i ragazzi a studiare fuori sede o a scegliere altri percorsi».
Nel Veneto Orientale l’ITS già esiste e al momento raccoglie anche alcuni ragazzi di Chioggia. Il percorso garantisce un rapido ingresso nel lavoro, grazie al contatto continuo con le imprese, dove l’ambito della ricerca e dell’innovazione è in continua e reale evoluzione. «Da qualche tempo il turismo richiede sempre più professionalità - spiega Gianni Boscolo Moretto, presidente di GEBIS - e solo gli ITS sono in grado di formare figure specializzate che vanno incontro alle esigenze attuali del comparto, dalla gestione delle prenotazioni, all’accoglienza, dalla ristorazione, alla gestione manageriale dell’azienda sia essa balneare, ricettiva, gastronomica. Abbiamo bisogno di formazione non solo pratica, ma intellettuale. Un ITS sarebbe anche un plus per Chioggia e Sottomarina».
Anche la ristorazione concorda: «Abbiamo bisogno di figure professionali sia come nuovi dipendenti sia quali imprenditori», commenta Alessandro da Re, presidente di AsCom. «Abbiamo sempre investito e collaborato con i centri professionali del territorio, perché siamo convinti che la preparazione specialistica sia fondamentale. Nel turismo si avverte ancora di più l’emergenza sul fronte del personale. Un appello va fatto anche alla politica, perché è tempo che investa in questa area del territorio, dimenticata sotto molti punti di vista».
Importante è il supporto di Hospitality Management, percorso cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo e dalla Regione Veneto, volto a formare figure professionali altamente specializzate attraverso competenze specifiche, relative alle tecniche di gestione aziendale, conoscenze linguistiche certificate (inglese e tedesco), padronanza degli strumenti di marketing, digital marketing e tecnologie di industria 4.0.
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