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sabato 6 novembre 2021

MOSE: SICUREZZA PER LA CITTA’ RAGGIUNTA, SICUREZZA PER I PESCATORI QUANDO?



MOSE: SICUREZZA PER LA CITTA’ RAGGIUNTA, SICUREZZA PER I PESCATORI QUANDO?

Oggi, sabato 6 novembre, si è tenuto un importante incontro tra le istituzioni e il mondo dei pescatori. Il fulcro dell’incontro è stato il Mo.S.E. e le conche di navigazione, il  cui termine lavori  sembra essere ancora al di là dell'immaginario e dell’auspicabile. 

Ancora quando si doveva cominciare a buttare giù le prime pietre della mastodontica infrastruttura, unica al mondo, i pescatori erano stati invitati a vederne il modello e già al tempo, la prima difficoltà che era stata riscontrata era la possibilità di rientrare al porto in caso di barriere sollevate.

Il porto rifugio e le conche di navigazione sarebbero dovute essere la prima opera compensativa a vedere la luce, prima ancora del Mo.S.E. stesso, vista la loro fondamentale importanza, ma sono passati anni, il Mo.S.E. è funzionante ma la conca di navigazione di cui si era segnalata a suo tempo la necessità e la priorità non solo non è ancora finita ma addirittura il cantiere è desolatamente fermo e non è noto nessun crono programma. 

All’incontro odierno i pescatori hanno elencato tutte le difficoltà che sono sorte dalla prima volta che il Sistema Mo.S.E. è entrato effettivamente in funzione, circa un anno fa, nonostante non sia completo e nonostante non sia ancora stato effettivamente collaudato.

Il fatto che abbia funzionato e protetto dalle acque alte in più di un’occasione, ha fatto sì che lo straordinario diventasse ordinario e che quindi il protocollo per la sua messa in funzione sia stato messo in atto direttamente da Roma, con lo scopo di salvaguardare i centri storici, funzione per la quale il sistema è nato, dimenticandosi però di istituire un tavolo di confronto con tutti coloro che dal suo funzionamento vengono coinvolti. 

È stato quindi deciso quando sollevarlo, e per quanto tempo, in base a quale forbice di innalzamento delle acque ma sembra che ci sia dimenticati delle esigenze delle attività che dipendono dalla navigabilità del porto.

Ed ecco quindi la riunione odierna dove le problematiche sono state esposte sottolineando un punto in modo particolare: la sicurezza.

Chi decide che le paratie devono essere sollevate sembra abbia dimenticato che ci potrebbero essere uomini in mare, ha dimenticato che se l’acqua viene spinta probabilmente le condizioni meteomarine non sono ottimali, e ha dimenticato, o forse proprio non lo sa e non se ne rende conto, della situazione di pericolo che un battello si ritrova ad affrontare se non può tornare all’interno di un porto sicuro quando le condizioni meteo diventano ostriche. E ciò vale per motopescherecci grandi e ancor di più per quelli piccoli , che potrebbero trovarsi ad affrontare situazioni di reale pericolo.  

Si parla tanto di sicurezza, di presidi per potersi proteggere e poi si lasciano uomini in balia del maroso, con il rischio che qualcuno si possa fare male e non ci sia una possibilità rapida per portarlo a terra, solo perchè manca il primo presidio, quello che doveva essere presente in questo frangente: le conche di navigazione. 

Per la loro realizzazione, anche cominciassero oggi gli interventi per la loro costruzione, servirebbero due anni, ma i lavori non cominceranno oggi, neppure domani. Le attività del Mo.S.E. non sono in ritardo, sono bloccate e la realizzazione delle conche è ancora in embrione. I pescatori non possono aspettare. Non hanno la possibilità di prendersi questo lusso. Ci sono armatori che devono pagare i debiti fatti per l’acquisto del battello e non possono permettersi che sia il Mo.S.E. ad impedirgli di andare a guadagnarsi il pane, soprattutto quando c’è l’incertezza sul suo sollevamento. 

Infatti chi decide quando sollevare le paratoie non lo fa spesso con netto anticipo, è capitato che la comunicazione inerente arrivasse un’ora prima della chiusura dei canali, o che arrivassero 4 comunicazioni diverse in un breve arco di tempo. Senza contare che quando le barche sono in mare le comunicazioni proprio non arrivano a causa della mancanza di campo. In tal caso, la mancata ricezione del messaggio riportante l’orario della chiusura della bocca di porto, potrebbe trasformarsi in tragedia se chi rientra lo deve fare con urgenza a causa delle condizioni meteo marine, le quali, ci insegnano, possono cambiare anche molto velocemente.

Due punti quindi  di discussione, la sicurezza che potrebbero dare le conche di navigazione, che ora agli armatori, responsabili per il proprio equipaggio, manca e il secondo le informazioni fuorvianti. 

Serve un tavolo attorno al quale possano sedere tutti coloro che sono coinvolti dal sistema Mo.S.E. a cominciare proprio dai pescatori i quali conoscono tutte le problematiche del loro settore, vivendole sulla propria pelle ormai da anni.


Il sindaco Mauro Armelao, l’Assessore regionale Cristiano Corazzari, l’Eurodeputata Rosanna Conte, il vicesindaco Daniele Tiozzo sono tutti al fianco dei pescatori per portare le loro istanze ovunque qualcuno ne abbia competenza, ma non solo. Al loro fianco anche i consiglieri dell’opposizione, o minoranza in consiglio, che dir si voglia, e i presidenti di tutte le associazioni, oltre che i sindacati.

Un  tema trasversale quello che vede la necessità di sostenere e appoggiare il settore della pesca, in quanto, non solo costituisce una buona parte del PIL nazionale ma perché la sua economia può dirsi l’ago della bilancia dell’economia clodiense, che su questo ha le proprie basi.

Ora, nell’immediato serve un documento col quale Armelao possa bussare alle Istituzioni e chiedere ascolto. La pesca si dovrà unire per poterlo fare, al di là delle associazioni di appartenenza, al di là della concorrenza.

Se necessario si andrà a Roma, ha affermato il sindaco, e se sarà necessario si andrà a Bruxelles.

È inammissibile abbandonare gli uomini in mare e non si deve neppure pensare di correre questo rischio per causa del Mo.S.E.

All’uscita dalla riunione non tutti i pescatori erano convinti dell’efficacia delle misure che si intendono  intraprendere, molti gli sfiduciati. Qualcuno si è lasciato sfuggire un “Tante belle parole e poi?...”.

 


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