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venerdì 10 dicembre 2021
LUNGHE ATTESE PER AL CENTRO TAMPONI GRAZIE AGLI “IRRIDUCIBILI” AI VACCINI
Lunghe attese al centro tamponi di Chioggia nell’area dell’Ospedale, nonostante si possa accedere solo su appuntamento.
Chi si reca tramite appuntamento trova davanti a sé decine di persone in attesa e non gli resta che mettersi in coda attorniato da decine di persone tra i quali non può mancare qualcuno di positivo, con tutti i rischi del caso.
La segnalazione giunge da una persona che era stata in contatto con un positivo e che aveva appuntamento il primo dicembre alle 9:35. Dopo un’ora di attesa, passata in mezzo a tante altre persone, ha potuto finalmente eseguire il tampone rapido risultando positiva.
Ha dovuto quindi fare il molecolare, risultando nuovamente positiva, e in seguito ha dovuto sottoporsi al tampone anche il figlio che l’aveva accompagnata. Positivo anche lui.
Un iter durato due ore, passato tra molte altre persone, con la probabilità di aver contagiato qualcuno. Oggi, dovendo fare il tampone per verificare lo stato di positività la signora si è recata al punto tamponi in prossimità dell’orario dell’appuntamento, con i due bimbi. Aveva 60 persone in attesa prima di lei. Ammassate, alcune con febbre, alcune con sintomi.
Ha preferito attendere il suo turno in macchina, sapendo che poteva essere ancora positiva o consapevole del rischio che avrebbero potuto correre lei e i suoi figli se lo fosse stato qualcun altro.
La situazione del punto tampone di Chioggia, ma forse anche di quelli di altre località, potrebbe rappresentare un anello debole della catena altrimenti virtuosa che si è venuta a generare attorno alla prevenzione e al contenimento della pandemia.
La folla che si aggira quotidianamente attorno ai punti tampone non è causata solo dalle persone che devono necessariamente verificare lo stato di positività dopo un contagio ma anche da tutti coloro che preferiscono ottenere il green pass da tampone che vaccinarsi.
Per chi preferisce il tampone al vaccino, l’ULSS 3 Serenissima, come le altre Aziende Sanitarie, ha messo in campo risorse umane, strumentazioni, materiali cercando di soddisfare la richiesta che si presenta. È nota la mancanza di medici e infermieri e in questo contesto la direzione sanitaria deve dirottare risorse a questo servizio che potrebbero essere utilizzate in altri reparti grazie anche agli “irriducibili” al vaccino e ai loro proclami (meglio dire deliri) di “libertà”.
Intanto, a suffragio della utilità del vaccino nella lotta contro la pandemia un report realizzato dalle aziende sanitarie del Veneto evidenzia la proporzione tra vaccinati e non vaccinati nei reparti delle terapie intensive dei vari nosocomi, 22% dei ricoverati sono vaccinati, il rimanente 78% sono non vaccinati. I numeri dovrebbero convincere anche i più riottosi che la strada del vaccino sia l’unica percorribile per tirarsi fuori da questo tunnel.
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