decesso di “Oreste” , un austriaco residente a Pellestrina da più di 30 anni, anche lui caduto dal muraglione costruito dalla Serenissima a protezione della laguna dalla forza del mare.
Prima ancora, a marzo, era caduta una signora della provincia di Vicenza che, per fortuna, se l’era “cavata” con delle gravi lesioni delle quali a oggi non si è ancora ristabilita ugualmente.
Da memoria di alcuni Pellestrinotti ma anche di qualche chioggiotto c’era stata un’altra disgrazia con le stesse circostanze anni addietro.
La polemica sui social è scattata immediatamente tra chi ne evidenzia la pericolosità e chi, correttamente, ricorda che non è un luogo dove fare le passeggiate proprio per la sua pericolosità.
Il “murazzo” ha una lunghezza di parecchi chilometri, la competenza è del magistrato alle acque e non è di facile soluzione poter assicurare la sicurezza delle persone e l’accessibilità a poter ammirare il panorama dall’altezza dell’antica e ancora valida difesa dal mare.
Il paradosso è che c’è un cartello che vieta di andare in bicicletta (sotto al murazzo) ma nulla di nulla né che vietino l’accesso né che avvisino della pericolosità: evidentemente si aspetta che ci sia qualche altra vittima.
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