Il testo è stato presentato dai consiglieri regionali di opposizione e ha trovato l’accordo di tutte le parti politiche. Non ci sono dati che mettano in evidenza la disparità salariale ma durante la prima fase della pandemia, il 75% dei posti di lavoro andati persi erano occupati da donne. Guardando il salario, nel pubblico il divario a sfavore delle donne è di poco meno del 4%, secondo dati Eurostat riportati sul Corriere del Veneto, ma nel privato la differenza sembra superare il 20%. La differenza maggiore è sugli incentivi, sui bonus e sui premi, quali gli straordinari che favoriscono i lavoratori maschili
A quanto riporta la pagina web Ansa la legge stanzia 100mila euro per interventi atti a premiare le aziende che aiutano e favoriscono il lavoro e la carriera delle donne e per impostare campagne e azioni pubbliche per sostenere l'occupazione femminile.
La Regione dovrà istituire il Registro delle imprese virtuose in materia retributiva di genere, al quale potranno iscriversi imprese pubbliche e private, compresi i liberi professionisti. L'iscrizione al Registro consentirà alle imprese di accedere ad agevolazioni e benefici economici, oltre che al conseguente beneficio 'reputazionale'.
Specifici benefici economici saranno previsti per le aziende che assumono donne vittime di violenza. Questo perché l’indipendenza economica è il primo scalino per potersi sottrarre a rapporti sbagliati.
Prevista, infine, la nascita di uno Sportello Donna telematico per incrociare domande e offerte di lavoro.
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