Sono vari i motivi che preoccupano sull’impianto di produzione e di liquefazione di biometano alimentato da sottoprodotti di origine agricola che si localizzerà a Ca’ Venier in quel di Cavarzere.
Andranno costruiti fabbricati, impianti e manufatti per una superficie complessiva di oltre 82mila metri quadrati. I sottoprodotti che verranno utilizzati equivarranno a circa 45mila tonnellate annue, si parla di insilato di tricale, insilato di sorgo, liquame bovino, letame bovino, pollina da ovaiole e sottoprodotti di molitura cereali. Le fonti energetiche alternative sono una necessità. Il biometano è rinnovabile, riduce la dipendenza dalle importazioni, aiuta nello sviluppo dell’economia locale, riduce le emissioni e di conseguenza l’effetto serra. Ma come al solito la parola che vige è “ok, ma no nel mio giardino”. D’altronde un impianto che smuove scarti per 45mila tonnellate annue non piacerebbe nel giardino di nessuno.
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