La necessità delle conche di navigazione si vede in giornate come questa in cui si sovrappone l’esigenza della salvaguardia della città all’esigenza per i pescherecci di uscire in mare per poter lavorare. Il sollevamento del MOSE, viene comunicato ai pescatori, ma la comunicazione può subire variazioni a seconda di eventuali cambiamenti decisi dai tecnici della sovrastruttura, dipendenti da esigenze dovute alle maree, ai venti ed ad altri fattori imprevedibili.
La mail arrivata ieri anche alle Cooperative, oltre che ai pescatori, informava che si sarebbe dovuti transitare dalle bocche di porto prima delle sei di questa mattina quando sarebbero state poi sollevate le paratie del MOSE.
Una mail successiva informava che il MOSE avrebbe anticipato la chiusura delle bocche di porto un’ora prima, alle 5. Mail giunta agli indirizzi indicati alle 9 della sera, sfuggita a molti anche in quanto l’allerta meteo era cessata e non sembrava esserci un’urgenza nel controllare a orari inusuali le comunicazioni. Quasi nessuno si era preoccupato che potessero esserci cambiamenti nell’orario in quanto mancavano i presupposti perchè questo avvenisse.
L’uscita dal porto doveva essere di conseguenza anticipata alle 4. Non tutti ne erano informati e la flotta si è mossa in ordine sparso. Una 40ina di pescherecci sono riusciti ad uscire.
Molti pescherecci ben dopo l’orario comunicato con una flessibilità da parte della Capitaneria di Porto da non sottovalutare, andando incontro alle esigenze del settore e alle problematiche della situazione
Ma chi è arrivato più tardi ha trovato le barriere sollevate e l’accesso interdetto, con conseguente disappunto.
Il Comandante della Capitaneria di Porto oggi ha chiamato negli uffici i responsabili delle Cooperative della Pesca perchè situazioni come questa non avvengano più in futuro. Marco Spinadin, presidente regionale di Federcoopesca riconosce la necessità di un sistema più capillare per l’invio delle comunicazioni in caso di emergenze.
Gli armatori stessi riconoscono la necessità di avere dei punti di riferimento che possano comunicare con la Capitaneria di Porto in modo da avere informazioni univoche di cui fare da portavoce. Il rischio di una cattiva comunicazione è quando le condizioni meteo possono diventare improbe e i pescatori sono fuori in mare credendo di fare in tempo a rientrare ma poi rischiando di trovare le paratoie alzate.
Il portavoce, secondo Roberto Penzo, deve essere in grado di interfacciarsi con chi è competente e non con chi deve chiedere informazioni ai superiori proprio per essere sicuri di ciò che viene comunicato.
I pescatori rimasti in banchina per non aver sentito il secondo comunicato sono usciti dopo le 14, dopo l’abbattimento delle barriere, perdendo quasi una giornata di lavoro.
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