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sabato 27 febbraio 2016
ANCORA UNA MULTA DA 20.000 VERRA' SOSPESA COME A GIANNI GRASSO??
Un'altra multa da 20mila euro per opere edilizie abusive. L'ha presa una ditta della piccola pesca che aveva modificato, per esigenze di lavoro, un edificio in via Giovanni Poli, cioè vicino al mercato ittico. Un'altra multa, si diceva, perché la sanzione in questione ha un illustre precedente: quella comminata all'ex vice sindaco Gianni Grasso per la sua villetta abusiva di Cà Lino. Identico il meccanismo che sta alla base delle due multe: la richiesta di un permesso di costruire, un controllo edilizio che accerta diversità tra il progetto e quanto realizzato, l'ingiunzione a demolire la parte abusiva, la mancata ottemperanza dei proprietari dell'immobile che lasciano le cose come stanno, il successivo controllo della polizia locale che accerta l'inottemperanza e l'irrogazione (si dice così) della consistente sanzione. Va osservato, solo di striscio, che la villetta era, in un certo senso, un abuso “di lusso”, mentre il magazzino dei pescatori è stato un abuso legato all'attività lavorativa quotidiana. Forse una differenziazione delle sanzioni, tenendo conto di queste diverse situazioni, sarebbe stata opportuna. Peccato che, a quanto pare, leggi e regolamenti non consentano questa discrezionalità agli uffici comunali, per cui i pescatori perderanno il magazzino (che entrerà a far parte del patrimonio comunale) e dovranno pure pagare i 20mila euro di multa. Ma, per loro, potrebbe esserci una speranza. Il vice sindaco, Gianni Grasso, infatti, aveva chiesto (e ottenuto) dal Comune la “sospensione” della multa, in attesa della sentenza del Tar, a cui aveva presentato ricorso contro la demolizione (o confisca) della villetta di Cà Lino. Dunque i pescatori possono sfruttare il precedente: un ricorso al Tar (che verrà discusso tra qualche anno e costa molto meno della multa) e la richiesta al Comune di sospendere la multa medesima, perché troppo onerosa, proprio come è capitato a Grasso. Se non si vogliono fare differenze....
LA DETERMINAZIONE COMUNALE NR 151 CHE ACCERTA LA SANZIONE DI 20.000 PUBBLICATA SULL'ALBO PRETORIO
la villetta dell'ex sindaco Gianni Grasso, anche lui sanzionato per 20.000 ma, in questo caso, il comune ha sospeso l'incasso della sanzione
venerdì 26 febbraio 2016
mercoledì 24 febbraio 2016
L'UNIONE FA LA FORZA : CASSON E LE ALTRE FORZE POLITICHE CONVINCONO DEL RIO SULLA ROMEA
incontro molto positivo e cordiale tra il Sindaco di Chioggia avv. Giuseppe Cassin ed il Ministro Graziano Delrio per discutere dell'annoso e mai risolto problema della S.S. Romea, come noto una delle arterie più pericolose e mortali d'Italia. All'incontro erano presenti il deputato on. Diego Crivellari, la consigliera regionale Erika Baldin e il Presidente del Comitato che si è fatto promotore di importanti iniziative sul tema della mobilità viaria e ferroviaria Avv. Giuseppe Boscolo. Il Ministro ha rassicurato i presenti circa la piena consapevolezza in relazione alla gravità dei problemi e la concreta volontà del Governo di darvi rapida soluzione. A conferma della serietà di quanto affermato, Delrio ha riferito come nella legge di stabilità da poco licenziata siano stati destinati, per la messa in sicurezza della Romea nel tratto da Mestre a Ravenna, circa 600 milioni di euro, che verranno impiegati già a partire dal 2016 secondo una scaletta di priorità che terrà conto delle maggiori criticità: tra di esse, Delrio ha riconosciuto esservi la parte più a nord del tratto in questione, ricomprendente il territorio di Chioggia. Il Ministro, non appena stilata, unitamente ai tecnici del Ministero, una bozza del complessivo progetto di messa in sicurezza della Romea, ha manifestato la precisa volontà di venire a Chioggia per concordare con la Città i dettagli dell'intervento e definirne le modalità operative.
martedì 23 febbraio 2016
IL PRONTO SOCCORSO DI CHIOGGIA E' DIVENTATO UN DORMITORIO PER BALORDI E ALCOLIZZATI
" Buon giorno volevo fare una segnalazione sono stata tutta la notte nella sala attesa del pronto soccorso ed e pieno di gente che dorme una vergogna puzzano ubriachi uno schifo “
E’ il messaggio con tanto di foto allegata che un utente ci ha inviato per segnalare una situazione di estremo disagio che in questi giorni si è particolarmente acutizzata nelle sale del pronto soccorso.
Purtroppo è una situazione che continua da qualche giorno da quando la direzione ha deciso di chiudere negli orari notturni gli accessi dell’ospedale, balordi e senza dimora si sono spostati nella sale del pronto soccorso utilizzandola per dormirci, lavarsi e quant'altro.
Pochi giorni fa è stato richiesto l'intervento per una donna che ha eletto a dimora l'ospedale di chioggia dall'estate scorsa e non perde occasione per disturbare l'utenza, persone che aspettano i loro familiari, magari in qualche situazione delicata, devono convivere con personaggi alquanto discutibili.
Dagli uffici trafila un forte senso di disagio per questo problema molto delicato: “ Non possono essere gli infermieri - ci informa un addetto ai lavori - a cacciare fuori la gente, rischierebbe la denuncia “ il buon Dal Ben, il direttore generale che ha rivoluzionato l’ospedale di chioggia in termini di qualità e di quantità di servizio non è certo rimasto con le mani in mano.
Le porte del pronto soccorso verranno fornite di serratura e citofono e i per i soggetti che vorranno entrare per motivi non collegati a prestazioni di servizio verranno segnalati alle forze dell’ordine.
Si tratta di aspettare qualche giorno.
lunedì 22 febbraio 2016
CONVEGNO: CHIOGGIA, LA BANDIERA BLU E LE BUONE PRATICHE DI PESCA
La conferma della bandiera blu, tanto agognata e finalmente ottenuta da Chioggia, passa anche dalle buone pratiche dei suoi pescatori. Se n'è discusso stamane in auditorium San Nicolò in un convegno organizzato dal Comune e dalla FEE (Fondazione per l'educazione ambientale che distribuisce le bandiere blu alle città rivierasche), alla presenza delle autorità cittadine: relatori, la prof. Carlotta Mazzoldi e il dott. Sandro Mazzariol dell'Università di Padova, Otello Giovanardi e Sasa Raicevich dell'ISPRA, Stefano Benetton della coop I Fasolari, Devy Mantovan del diving center Isamar, il comandante in seconda Armando Piacentino in forza alla Capitaneria di Porto di Chioggia.
Tra le scolaresche, le categorie economiche del commercio e del turismo, i politici e i militari, i grandi assenti -giustificati- della mattinata sono stati proprio loro, i pescatori impegnati al lavoro o nelle operazioni di rientro al mercato.
Spetta all'assessore Marco Dughiero ricordare come a Chioggia le buone pratiche di pesca attenta all'ambiente esistono già: «Viviamo di mare, non abbiamo molti settori alternativi per il nostro sviluppo». Due le iniziative certificate dall'ISPRA: la raccolta dei rifiuti che arrivano mare dalle foci dei fiumi, svolta dai pescatori senza percepire compensi ulteriori. Inoltre l'autoregolamentazione razionale delle risorse, con i limiti alle catture. Dughiero riscontra un difetto tipico di Chioggia: il non apprezzare a sufficienza quanto si sta facendo, puntando il dito sulle mancanze. «Ma è vero che molte cose restano ancora da fare: con il turismo stiamo comunicando i passi avanti compiuti, ottenendo la bandiera blu», continua l'assessore.. «L'Adriatico è condiviso da più marinerie, noi stiamo adottando politiche di sostenibilità, rispettando le 3 miglia senza pescare a strascico: ma non tutte le nazioni si comportano così, rischiando di vanificare i nostri sforzi. L'istituzione di zone esclusive di pesca rappresenta un problema per la libertà di impresa e di circolazione in Europa: il pesce gira, da giovane è sul nostro litorale ma da adulto si sposta. Dal canto nostro, il marchio Pesca Sostenibile tutela il consumatore e lo informa delle iniziative avviate per portare il pesce alla sua tavola senza rovinare il mare».
«La sostenibilità non è un limite bensì un arricchimento», ricorda l'assessora all'ambiente Elena Segato. «Pesca e turismo non possono essere in contrapposizione. Il litorale è parte del nostro territorio e dell'offerta che rivolgiamo ai nostri ospiti», anche dal punto di vista gastronomico assieme all'agricoltura. Chioggia è «ricca di tutto, contiene bene tutto», dà lavoro agli operatori più di quanto avvenga in altre città, i premi sono certificazioni per il buon lavoro fatto e le loro coccarde fregiano le barche in sintonia con queste iniziative. La collaborazione dei pescatori alle attività ambientali continua anche in altri frangenti, ad esempio con il WWF per la salvezza e il recupero delle tartarughe (progetto NETCET) e di altre specie a rischio. Perché “mare” in dialetto significa anche madre, origine della vita. Che l'alto Adriatico sia in salute lo testimonia anche la presenza dei mammiferi avvistati negli ultimi anni, anche al largo delle coste di Chioggia: i 3500 tursiopi (delfini) ad esempio sono sensori rispetto ai mutamenti nel mare, e sono minacciati ad esempio dalla ricerca di petrolio o di gas -il 17 aprile si voterà un referendum al proposito- o dai sonar militari. Per questi motivi la loro condizione di “sentinelle” fornisce informazioni sullo stato del mare, utili anche ai pescatori: Il dott. Mazzariol ha illustrato le slide relative al centro studi universitario presente a Legnaro per cetacei e tartarughe in tutta l'area mediterranea, intervenendo in caso di spiaggiamenti di massa (200-250 l'anno lungo le coste italiane) e nella formulazione di accordi per la protezione degli animali. I capodogli, tra gli altri, sono spesso vittime della trappola adriatica -per lo più nei mesi estivi- e pongono problemi per il loro smaltimento: durante l'America's Cup, nel maggio 2012, un cetaceo non riusciva a uscire dalla zona di Pellestrina dove si era venuto a trovare, rappresentando un pericolo per se stesso e per la navigazione. Solo con difficoltà è stato condotto di nuovo in mare aperto.
Nel 17% dei casi le malattie dei mammiferi marini dipendono anche da un intervento umano: sono patologie trasmissibili (vibrioni, salmonella, soprattutto brucella e toxoplasma che viene trasmessa dall'uomo all'animale tramite le acque reflue), ma tra le cause antropiche sono soprattutto le operazioni di pesca -cattura accidentale, uccisioni dirette con armi da fuoco o arpioni, collisioni con natanti – assieme all'inquinamento dei fiumi ad eliminare la maggior parte di queste specie sempre più rare, o a farle viaggiare con le reti attaccate alla coda. Non è il caso dell'Adriatico, grazie appunto agli accordi transfrontalieri con la Croazia e la Slovenia, le cui correnti spingono la fauna verso ovest: prevede la collaborazione con reti di città, Chioggia è tra le firmatarie. Al monitoraggio contribuisce anche la tecnologia, attraverso l'uso di droni dall'alto, ma oggi sono soprattutto le flotte pescherecce a rendersi protagoniste della salvaguardia della natura ittica. PLAY LIST CON TUTTI GLI INTERVENTI
«La sostenibilità non è un limite bensì un arricchimento», ricorda l'assessora all'ambiente Elena Segato. «Pesca e turismo non possono essere in contrapposizione. Il litorale è parte del nostro territorio e dell'offerta che rivolgiamo ai nostri ospiti», anche dal punto di vista gastronomico assieme all'agricoltura. Chioggia è «ricca di tutto, contiene bene tutto», dà lavoro agli operatori più di quanto avvenga in altre città, i premi sono certificazioni per il buon lavoro fatto e le loro coccarde fregiano le barche in sintonia con queste iniziative. La collaborazione dei pescatori alle attività ambientali continua anche in altri frangenti, ad esempio con il WWF per la salvezza e il recupero delle tartarughe (progetto NETCET) e di altre specie a rischio. Perché “mare” in dialetto significa anche madre, origine della vita. Che l'alto Adriatico sia in salute lo testimonia anche la presenza dei mammiferi avvistati negli ultimi anni, anche al largo delle coste di Chioggia: i 3500 tursiopi (delfini) ad esempio sono sensori rispetto ai mutamenti nel mare, e sono minacciati ad esempio dalla ricerca di petrolio o di gas -il 17 aprile si voterà un referendum al proposito- o dai sonar militari. Per questi motivi la loro condizione di “sentinelle” fornisce informazioni sullo stato del mare, utili anche ai pescatori: Il dott. Mazzariol ha illustrato le slide relative al centro studi universitario presente a Legnaro per cetacei e tartarughe in tutta l'area mediterranea, intervenendo in caso di spiaggiamenti di massa (200-250 l'anno lungo le coste italiane) e nella formulazione di accordi per la protezione degli animali. I capodogli, tra gli altri, sono spesso vittime della trappola adriatica -per lo più nei mesi estivi- e pongono problemi per il loro smaltimento: durante l'America's Cup, nel maggio 2012, un cetaceo non riusciva a uscire dalla zona di Pellestrina dove si era venuto a trovare, rappresentando un pericolo per se stesso e per la navigazione. Solo con difficoltà è stato condotto di nuovo in mare aperto.
Nel 17% dei casi le malattie dei mammiferi marini dipendono anche da un intervento umano: sono patologie trasmissibili (vibrioni, salmonella, soprattutto brucella e toxoplasma che viene trasmessa dall'uomo all'animale tramite le acque reflue), ma tra le cause antropiche sono soprattutto le operazioni di pesca -cattura accidentale, uccisioni dirette con armi da fuoco o arpioni, collisioni con natanti – assieme all'inquinamento dei fiumi ad eliminare la maggior parte di queste specie sempre più rare, o a farle viaggiare con le reti attaccate alla coda. Non è il caso dell'Adriatico, grazie appunto agli accordi transfrontalieri con la Croazia e la Slovenia, le cui correnti spingono la fauna verso ovest: prevede la collaborazione con reti di città, Chioggia è tra le firmatarie. Al monitoraggio contribuisce anche la tecnologia, attraverso l'uso di droni dall'alto, ma oggi sono soprattutto le flotte pescherecce a rendersi protagoniste della salvaguardia della natura ittica. PLAY LIST CON TUTTI GLI INTERVENTI
domenica 21 febbraio 2016
ASSALTO A SOTTOMARINA: ANTICIPO DI PRIMAVERA, VOGLIA DI MARE E DI SPIAGGIA... PULITA
Manca ancora un mese
all'equinozio di primavera ma la voglia di mare di chioggiotti e
turisti è già esplosa in tutta la sua prorompenza. Fin dalle prime
luci della domenica la città è stata presa d'assalto da un numero
impressionante di autovetture, che hanno rivelato prima del tempo la
cronica situazione della viabilità, con una sola via d'accesso e di
uscita, al punto che anche i mezzi pubblici, di sanità e sicurezza
sono rimasti imbottigliati nel traffico. L'altro lato della medaglia,
complice il sole e l'aria dolce, sta nella soddisfazione dei
tantissimi che scelgono Sottomarina per respirare un'anticipo di
bella stagione: affari d'oro per i parcheggi, locali sul lungomare da
tutto esaurito, giovani e famiglie a passeggio, strada della diga
bloccata fino a dopo il tramonto, murazzi e battigia gremiti come
solo a Ferragosto. E pure un cinghiale al guinzaglio, domestico e a
proprio agio sul marciapiede di San Felice.
A rendere ancora più
positivo il quadro, la brillante iniziativa dell'associazione Amico
Giardiniere che al mattino ha dato appuntamento ai propri affezionati
per pulire ampi tratti dell'arenile e offrirlo in condizioni migliori
ai cittadini e agli ospiti. Così ai nostri microfoni Francisco Merli
Panteghini, il fondatore: «Ci sentiamo un'avanguardia, ma notiamo
come siano state le minoranze a cambiare la storia. Con i rifiuti
raccolti abbiamo creato delle piccole installazioni artistiche,
assieme all'artista veronese Luigi Lineri. Questa città ha sempre
più bisogno di tornare in armonia col proprio ambiente, perché è
la risorsa che ci ha tenuti vivi e che continuerà a farlo per le
generazioni che verranno». In molti si sono ritrovati a riempire
sacchi separando le bottiglie dai brandelli di rete, «per tornare a
casa con l'idea di aver fatto qualcosa di buono e di giusto»,
chiosano i promotori.
Tra le note liete della giornata, l'arrivo a Sottomarina di Moreno Morello, inviato di Striscia La Notizia, sorpreso a degustare le specialità del Tavernino in via Veneto. Il volto di Canale 5 è qui ritratto in compagnia di Cristina Ghirardon, gestrice dell'attività gastronomica: un auspicio affinché la lunga estate che ci attende travalichi i confini della popolarità fin qui raggiunta.
sabato 20 febbraio 2016
VONGOLE SALVE DURANTE IL RIPASCIMENTO: MICHELE MARCHI (COGEVO), SIAMO LE SENTINELLE DEL MARE, GARANTIAMO IL FUTURO
Una bella giornata di sole, in diga a Sottomarina, e lo spettacolo delle imbarcazioni di vongolari per dimostrare che una pesca responsabile è possibile. Più contadini che pescatori, il mare come fattoria e non miniera da svuotare: da lunedì 22 verranno dragati i fondali per consentire il ripascimento del litorale vicino alla foce del Brenta, così il Consorzio di Gestione della Vongola -in accordo con il Consorzio Venezia Nuova e la Regione Veneto- preleva il prodotto disponibile, entro un'area definita, per traslocarlo a circa 2 km a sud della diga. «Questa operazione -spiega Michele Boscolo Marchi, presidente del CoGeVo- consente di salvare i bivalvi. Una volta terminati i lavori di dragaggio, accadrà che il prodotto tornerà nell'originaria allocazione. Per noi è un'operazione importante: siamo interessati alla risorsa ma anche all'ambiente. La riprova che non ci sentiamo solo pescatori, ma anche accorte sentinelle del mare».
Da oggi l'Indiga è aperto
Molti hanno ancora una percezione sbagliata delle modalità di lavoro dei vongolari, per questo Marchi precisa: «Il nostro lavoro consiste nel gestire la risorsa e le imbarcazioni, prima ancora che pescare. Questo garantisce il futuro. Abbiamo due uffici preposti, uno di essi (OP Bivalvia Veneto) è il braccio operativo che si occupa della vendita: la sera precedente vengono raccolte le ordinazioni dei commercianti, l'indomani le barche escono a prelevare solo il prodotto venduto. Hanno una quota pescabile e non possono superarla. Entro le 18.30 gli uffici comunicano ai pescatori il quantitativo necessario a soddisfare la richiesta: qualora non vi sia, o il prodotto non sia ancora maturo, le imbarcazioni rimangono ormeggiate, anche per mesi interi (non abbiamo fermi biologici retribuiti, nè altre agevolazioni o contributi). Questo significa gestire il mare».
venerdì 19 febbraio 2016
VANDALI AL MOSELLA : INUTILE INVESTIRE PER RIQUALIFICARE, SIAMO “BECHI E BASTONAI”
Sentieri sbrecciati, passerelle divelte, rami a terra e panchine danneggiate. Lo spettacolo che si presenta a chi attraversa la zona del Mosella, verso la diga di San Felice, non è edificante: e succede che l'imprenditore concessionario del parco non ne possa più di vandalismi e tolleranze. Dalla Mosella trafila un certo malcontento: " Si è stanchi di investire in oneri d'urbanizzazione per veder devastata quella che resta un'opportunità concessa ai cittadini: «Accettiamo da anni che le persone entrino nella proprietà privata sotto la nostra responsabilità, ma in città vige l'idea che il luogo sia pubblico.
Avremmo la facoltà di tenerlo chiuso come facciamo la sera dopo le 19, quando però gruppi di giovani scavalcano il cancello, lanciano petardi, rovesciano cestini e bidoni, fanno rumore coi motorini, scassinano macchinari senza farsi scrupolo anche dei bambini né dei passanti che osservano. Purtroppo sappiamo che una parte di Chioggia e di Sottomarina è incivile, viene là solo per fare casino e malanni». Sono state presentate molte diffide ed è stato fatto notare più volte la situazione alle forze dell'ordine e ai vigili, che pure sono arrivati a identificare queste persone: «Saranno state una ventina, un guardiano non basta». Alle viste, la ulteriore riqualificazione dell'area: nel progetto Mosella, non solo la reception dei turisti ma anche il camminamento, previo accordo con la Sovrintendenza: «Spenderemo ancora, ma per chi? Per chi viene a fare danni, protetto da anonimato e oscurità? Vogliamo continuare a dare un'opportunità ai cittadini, ma così siamo béchi e bastonai». Visti gli sforzi per sottrarlo al degrado, il giardino sopraelevato da cui godere uno dei migliori tramonti sulla laguna non può e non deve finire vittima di pochi balordi, che spesso restano impuniti.
giovedì 18 febbraio 2016
BATTEZZATA LA VIDEOSORVEGLIANZA: SGAMATO IL PRIMO FURBETTO DELL'INCIDENTE
Una bella notizia per i chioggiotti: le telecamere recentemente installate in corso del Popolo funzionano alla perfezione. Grazie ad esse, è stata svelata la dinamica di un incidente stradale occorso venerdì sera attorno alle ore 19, di fianco al duomo: un anziano, investito da un'utilitaria, si trovava proprio sopra le strisce pedonali. A poco servono le polemiche riguardo i costi e, nel caso specifico, le contestazioni dell'automobilista (forse per questioni assicurative?): i vigili hanno riscontrato l'esatto momento dell'impatto dalle registrazioni filmate, accertando la verità dei fatti. Interpellato da Chioggia Azzurra, il comandante dei vv.uu.
Michele Tiozzo ha esaltato l'importanza del mezzo elettronico: «La soluzione di questo caso è un esempio della loro utilità, al di là delle risorse umane. Le telecamere consentono di ricostruire episodi di vandalismo, incidenti, furti e quant'altro. Sono il sistema di controllo del territorio del futuro, dato anche il calo delle risorse per il personale come avviene in tutta Europa. Sarebbe bello avere un vigile in ogni angolo come negli anni Sessanta, ma non possiamo». Lo strumento visivo, in diretta o in differita, costituisce anche un deterrente per i malintenzionati: «Sarebbe stato auspicabile in situazioni precedenti», conferma Tiozzo. «Se avessimo un sistema di videosorveglianza capillare -ad esempio a Sottomarina d'estate, durante gli eventi- risolveremmo gran parte dei problemi e del degrado, fino ai reati più gravi». Spesso nel cittadino manca la consapevolezza delle reali possibilità di un'amministrazione periferica, con i tagli del governo centrale: eppure -ricorda il capo dei vigili- Milano ha 2400 telecamere, con una centrale operativa “fantascientifica”, e ora si può dire che viva di rendita dopo l'investimento operato.
la conferenza stampa del 19 gennaio scorso, dove si annunciava l'introduzione delle telecamere di video sorveglianza del centro storico di chioggia
VANDALI DEVASTANO L'ARENA ARTIS - ANTONIA VARAGNOLO: SIAMO DISPERATI
Devastata la palestra dell'associazione ARENA ARTIS si Sottomarina, ignoti questa notte si sono introdotti negli ambienti della palestra facendo tantissimi danni, Antonia Varagnolo la nota fondatrice ci scrive: " Brutta giornata ma sopratutto sono intristita dal fatto che questi giovani balordi che girano per la città devastando e distruggendo tutto quello che trovano credo siano " veramente e profondamente " disperati . Lasciati a loro stessi forse senza una famiglia di riferimento , con nessuno che gli ha spiegato i valori di civiltà e correttezza . Avere rubato strumenti danneggiato gli ambienti divelto porte e tutto quello che è successo questa mattina non fermerà invece quei giovani che credo al valore di un luogo " simbolo " per tanti artisti della città e riconosciuto anche a livello nazionale . Molti sono stati i docenti che sono passati ad arena , docenti di assoluto livello sono venuti a vedere questo miracolo nato in una città isolata ma ricca di tesori . La musica nonostante ci abbiano portato via la strumentazione non si fermerà , nemmeno la danza e di sicuro si va avanti e si guarda al futuro . Non è una sfida ma mi auguro che questi ragazzi balordi un giorno vengano a chiedere di fare parte della fam Arena , che vogliano in qualche modo abbellire la loro esistenza dando valore e ricchezza al loro tempo " sperduto " a distruggere ciô che gli altri giovani con tanta fatica hanno costruito, È un altra delusione ma guardiamo avanti cercando di capire come muoverci . "
Evidentemente non erano bastati gli 80.000 euro di danni causati all'Arena, sempre dai vandali, due anni fa.
Purtroppo in questa città sembra non esserci un limite al peggio
VIDEO D'ARCHIVIO
mercoledì 17 febbraio 2016
SI PESCA DI PIU' O PIU' O SI PESCA DI MENO? HA RAGIONE SST OPPURE IL GAZZETTINO?
MERCATO ITTICO: MENO PESCE COMMERCIALIZZATO, MA IL PRODOTTO LOCALE
SALVA IL FATTURATO
Più pesce di Chioggia, meno importazioni internazionali. Ma il mercato ittico sconta una
perdita di quasi il 22% nella quantità commercializzata dal 2008 a oggi: è quanto uscito
dalla conferenza sullo stato e le prospettive del mercato all'ingrosso, tenutasi stamane in
Municipio dall'amministratore di SST Adriano Tolomei e dall'assessore alle attività
produttive Marco Dughiero.
A far emergere il dato, un vivace scambio con protagonista Tolomei -avventuratosi in
tempo reale nelle somme alla calcolatrice- incalzato dal cronista del Gazzettino, Roberto
Perini: alla fine la conferma del manager, che contesta però il “calo” del fatturato riportato
nei giorni scorsi dalla stampa. «Siamo in crescita -ribatte Tolomei- e tornati ai livelli
precedenti la crisi, con 12 milioni di kg di pesce trattato per 38.581.998 euro nel 2015,
rispetto ai 37.239.426 dell'anno precedente. Il che consolida il trend positivo in atto da un
paio d'anni». Tolomei parla di cifre «oggettive e stabilizzate»: l'exploit si deve al prodotto
locale (+7.98%), nonostante le indicazioni restrittive dell'Unione Europea sulle modalità di
pesca in Adriatico, mentre riguardo le importazioni è stata bagarre tra chi come SST ritiene
siano diminuite, e operatori come Enzo Naccari di Clam che punta il dito verso l'elusione e
l'assenza di controlli nelle aree esterne al mercato, dove viene trasferita la merce seppur in
modo regolare e certificato da documenti ufficiali. «Molta merce evade la provvigione che
dev'essere pagata all'ente gestore -continua Naccari- creando malumore tra gli operatori,
che non possono così godere delle percentuali su queste provvigioni». L'assessore
Dughiero annuncia l'arrivo di due nuove figure professionali per i controlli.
Solo sfiorato il tema del nuovo mercato, di cui molto si parla in città negli ultimi giorni: se
per Naccari «in Italia il provvisorio diventa definitivo», Tolomei glissa rimandando la palla
all'amministrazione. «Non mi riguarda. L'importante è che abbia visione a lungo termine
per una città unica quanto al prodotto, poiché la competizione richiede logistica e
possibilità di scambio per essere credibile, senza dimenticare la sostenibilità ambientale» e
tenendo conto che l'attuale ubicazione insiste in una zona urbanizzata.
Confermati intanto i lavori di ristrutturazione dell'attuale sede operativa in via Poli: il
cronoprogramma prevede il progetto esecutivo ad aprile, nei due mesi successivi la gara, in
estate l'affidamento dell'appalto, entro settembre la pavimentazione e tra un anno la
conclusione delle coperture. La somma stanziata dai patti territoriali è di 800mila euro.
«SST sarà sempre più la società dei mercati, ittico e ortofrutticolo», conclude Tolomei. «Il
mercato ittico è un asset in attivo, rispetto ad altre risorse: i suoi introiti possono essere
investiti nel mercato. Controlli e ristrutturazioni, assieme a nuove regole e investimenti sul
personale, sono condizioni per aumentare il fatturato, andando verso una proprietà
immobiliare del mercato in capo a SST mentre oggi è del Comune».
Dal canto suo l'assessore Dughiero nota la controtendenza tra i risultati del mercato di
Chioggia e altri in Italia, segnatamente San Benedetto del Tronto e Mazara del Vallo. Il
confronto «non è praticabile manco coi mercati più piccoli, che spesso si riversano su
quello di Venezia: il nostro mercato al minuto supera quello all'ingrosso di Caorle». Ma
risuona comunque la flessione del numero di aziende che si riforniscono al mercato di
Chioggia, con 180 acquirenti accreditati nel 2014. «Forse sono andati in mercati meno seri
e “regolari”», lascia intendere il giornalista Perini. «La nostra serietà è un valore
aggiunto», sorride Tolomei.
PAURA A PUNTA POLI: PIROMANI INCENDIANO UN'AUTO
RETI A MAGLIA RIDOTTA: STANGATO PESCHERECCIO, 4000 EURO E SEQUESTRO
Continua l'attività di controllo sulla filiera della pesca da parte della Capitaneria di Porto di Chioggia. Dopo le normali verifiche riguardo le zone interdette all'attività, svolte contestualmente alla ripresa dei lavori domenica sera, nella giornata di lunedì 15 le motovedette hanno sanzionato il comandante di un peschereccio con 4mila euro di multa per la detenzione a bordo di attrezzi non consentiti, quali reti per la pesca a strascico -poi sequestrate- dalle maglie nettamente ridotte rispetto alle disposizioni di legge, che inibiscono la cernita del pesce a seconda della taglia.
I controlli hanno coinvolto anche il mercato ittico, sia per quanto concerne la tracciabilità del prodotto che gli orari di vendita. La Capitaneria ha annunciato il prosieguo delle verifiche (preventive e repressive) nei prossimi giorni, finalizzate alla tutela del consumatore e dell'ambiente marino.
foto di archivio - non attinente al comunicato della guardia costiera
martedì 16 febbraio 2016
BLITZ ALL'ISTITUTO CAVANIS CON I CANI ANTIDROGA
Blitz con i cani antidroga all'istituto Cavanis. Questa mattina un discreto numero di unità della polizia di stato compreso i cani antidroga è stato notato mentre entrava presso l'istituto tecnico di Chioggia gestito dai padri Cavanis.
Probabilmente si tratta di una delle operazioni di routine che vengono effettuate ciclicamente per contrastare l'utilizzo e lo spaccio di sostanze stupefacenti.
L'ultimo controllo con i cani anti droga era stato effettuato due anni fa in un altro istituto scolastico di borgo san Giovanni ma, fortunatamente, non era stato trovato nulla di rilevante.
AGGIORNAMENTO h 16
Il controllo della polizia effettuato questa mattina, su richiesta dello stesso istituto Cavanis, con cani antidroga ha portato alla scoperta di una limitatissima quantità di Hashish.
“ Piccolissime tracce “ uno studente verrà probabilmente segnalato al prefetto e dei genitori, dispiace per loro, staranno passando un momento non molto felice.
Ovviamente la notizia del blitz ha scatenato l’attenzione della gente che si è sfogata un po’ sui social criticando un po’ in tutte le direzioni, da chi chiedeva più controlli in generale a chi vorrebbe la fine del “ proibizionismo “.
Chi tratta in modo professionale le dipendenze avvisa invece della pericolosità delle inizializzazioni all’uso di sostanze stupefacenti.
lunedì 15 febbraio 2016
SOSPESO ( PER ORA ) IL SERVIZIO NAVETTA PER IL CLODI'
Era iniziato il primo di febbraio il servizio navetta dell'actv per il centro commerciale Clodì ed è stato sospeso qualche giorno fa in quanto non era ancora stata realizzata la fermata vera e propria.
Manca infatti la pensilina, lo spazio per la fermata della corriera che verrà ricavato dai parcheggi e i cartelli regolamentari. In realtà non sarebbe neppure dovuto iniziare il servizio ma sembra che ci sia stato un piccolo qui pro quo. Il servizio inizierà comunque a breve.
VACCINI: A CHIOGGIA, CONA E CAVARZERE POCHI I GENITORI POCO INTELLIGENTI : 96% I VACCINATI
I bambini più vaccinati? Vivono a Chioggia, Cavarzere e Cona
Le vaccinazioni pediatriche della Ulss 14 sono le più alte della Regione Veneto, grazie soprattutto al lavoro tra Ospedale e Territorio
I bambini più vaccinati vivono a Chioggia, Cavarzere e Cona. Lo rivelano i dati delle coperture vaccinali dell’Ulss 14, che superano la media regionale. Ottimi risultati per l’esavalente (difterite, tetano, pertosse, polio, epatite B, Haemophilus) per il quale, nel 2015, si è registrata una copertura del 96% contro una media regionale del’89,5% (nel 2014 era del 95.2% contro un 90,7% regionale). La vaccinazione contro il morbillo, la parotite e la rosolia ha una copertura dell’89% rispetto una media regionale del 76%. Molto elevate anche le coperture del vaccino contro lo pneumococco che ha toccato il 96,4% e il meningococco C con un 94,1%. L’adesione è stata alta anche per il vaccino antimeningococco B, introdotto nel 2015 per i nuovi nati. “Un risultato eccezionale – ha dichiarato il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben – che dimostra come il Territorio e l’Ospedale abbiano lavorato in piena sinergia per conservare e rafforzare la fiducia alle vaccinazioni nei nuovi genitori. Un lavoro importante e costante del nostro servizio di igiene pubblica, dei pediatri di libera scelta, medici di famiglia, medici della pediatria ospedaliera, che va riconosciuto tale soprattutto considerando il clima di diffidenza che, da qualche anno, si sta diffondendo proprio sulla validità e, addirittura, sicurezza delle vaccinazioni pediatriche”. Dopo la sospensione dell’obbligo vaccinale nel 2008, la Regione Veneto ha comunque rafforzato l’attività di sorveglianza dei livelli di copertura vaccinale, predisponendo una rilevazione semestrale. “In questa Ulss – ha aggiunto la responsabile delle vaccinazioni per il Servizio di Igiene Pubblica Dott.ssa Clelia De Sisti – la sospensione della obbligatorietà, come dimostrano i numeri, non ha comportato una diminuzione nella adesione alle vaccinazioni. Ma questo non significa che dobbiamo abbassare la guardia, visto che ci sono numerosi movimenti, soprattutto online, che cercano di screditare questa importantissima pratica di prevenzione”. “Vaccinarsi salva la vita – ha continuato il rappresentante dei pediatri del territorio Mattia Doria - vaccinarsi significa allontanare il rischio del ritorno di malattie che sembrano scomparse come il morbillo, la polio e la difterite, di cui noi occidentali talvolta ne sottovalutiamo le complicanze e la pericolosità perché non ne abbiamo più memoria: il morbillo, ad esempio, è una malattia infettiva che viene generalmente percepita come innocua, ma non è così perché può portare a patologie come la neurite ottica, l’otite media e la polmonite fino a complicanze più gravi come l’encefalite con danno cerebrale permanente o decesso”. Un altro vaccino che l’Ulss di Chioggia offre attivamente ai dodicenni è l’antipapillomavirus, dal 2015 gratuito non solo per le femmine ma anche per i maschi. Si tratta di un vaccino contro un tumore, quello del collo dell’utero delle donne, ma che allontana altre forme tumorali nell’uomo. “Anche per questo tipo di vaccino – ha concluso la dottoressa De Sisti – la nostra popolazione ha risposto molto bene con una adesione alta, tanto che abbiamo coperture, sia per le femmine che per i maschi, tra le più elevate della Regione.
sabato 13 febbraio 2016
" TURBOLENZE " NEL GABINETTO DEL SINDACO: L'EX ASS ABBAGNARA CONTRO L'ASS ROSSI
l'ex assessore Andrea Abbagnara
Venerdì mattina presso la segreteria del sindaco c’è stato uno scontro piuttosto pesante, qualcuno parla addirittura di aggressione, tra l’ex assessore ai servizi cimiteriali Andrea Abbagnara ( ex giunta Romano) e l’attuale assessore ai lavori pubblici Riccardo Rossi.
Ufficialmente non sono noti i motivi che hanno portato Abbagnara allo scontro verbale e ( ci riferiscono) fisico in realtà l’ex assessore avrebbe confessato a più di qualcuno le motivazioni del suo rodimento che sarebbe riconducibile alla mancanza di un posto di lavoro di uno dei suoi figli.
Nota bene, sempre lo stesso Abbagnara Junior che era balzato agli onori della cronaca per la parentopoli chioggiotta del 2013 quando, dalle pagine virtuali di questo blog, avevamo segnalato l’assunzione al bricoio di congiunti e familiari di alcuni esponenti politici ed amministatori dell’allora maggioranza ( PD-UDC).
L’assunzione dei quattro ( tre figli e un congiunto) continuò per alcuni mesi poi ( ufficialmente perché erano contratti a termine ) la direzione della bricoio scelse di non continuare il rapporto lavorativo.
Abbagnara, almeno così riferiscono alcuni bene informati, riterrebbe di vantare un credito che dovrebbe capitalizzarsi in un posto di lavoro per il figliolo e venerdì mattina nell’incontrare, sembra casualmente, l’assessore Rossi avrebbe esternato tutto il suo malumore.
Rossi ha rifiutato di commentare l’accaduto ma dai toni e dall’atteggiamento sembra proprio che non ritenga di avere alcun tipo di debito con Abbagnara.
L’EX ASSESSORE SMENTISCE
Andrea Abbagnara, smentisce categoricamente che la lite avvenuta negli uffici del sindaco siano collegate a richieste di posti di lavoro del figlio: “ Abbiamo discusso sul comparto dove mia moglie è caduta e si è fatta male “ . L’ex assessore ha dichiarato anche che farà scrivere dall’avvocato contro il giornalista Degan della Nuova Venezia e contro il blog Chioggia Azzurra.
ORGOGLIO CHIOGGIOTTO: UNA FAMIGLIA DI SOTTOMARINA DONA IL MONTASCALE ALLA ULSS
a consegna del montascale da parte della signora Bragadin al direttore del distretto Riccardo Ranzato
ULSS 14 INFORMA
Invece di rivenderlo, una famiglia di Sottomarina dona il montascale alla Ulss. Dg Dal Ben: “E’ bello che chi ha provato esperienza della malattia del proprio famigliare, si ricordi poi delle altre famiglie in difficoltà”
Un costoso montascale che potevano rivendere e che donano invece al Distretto sociosanitario dell’Ulss 14. Che, a sua volta, lo metterà a disposizione gratuitamente di un non autosufficiente. Si è chiusa a “lieto fine”, cioè a “lieto fine per un altro malato”, la storia della famiglia Boscolo Bragadin di Sottomarina. Una storia di generosità, che risale a qualche tempo fa e che vede protagonista papà Benito, un signore ultraottantenne, da qualche anno malato di Alzheimer. Per lui, la figlia Rosetta, aveva acquistato un montascale (circa 4000 euro), un ausilio che lo avrebbe aiutato a salire e scendere le scale, che uniscono i due livelli dell’abitazione in cui vive, in totale sicurezza. “Ma purtroppo mio papà è peggiorato e non ci serviva più questo attrezzo. Ho scartato subito l’idea di rivenderlo e ho pensato invece alla donazione, perché immaginavo che potesse essere d’aiuto ad un’altra famiglia come la mia”, ha spiegato la signora Rosetta. Nasce così l’idea della donazione. “La signora – ha dichiarato il direttore del Distretto, il dottor Riccardo Ranzato - si è presentata qui da noi un giorno e mi ha raccontato la sua storia. Abbiamo accolto subito la donazione perché ci permetterà di aiutare uno dei nostri assistiti con la formula del comodato d’uso”. Il montascale donato è un attrezzo molto evoluto, tarato a trasportare fino a 120 Kg, tecnologicamente avanzato che permette, senza far fatica e in sicurezza, di accompagnare il famigliare lungo il suo percorso di sali e scendi per le scale della propria abitazione. “Un gesto generoso – ha concluso il direttore generale della Ulss 14 Giuseppe Dal Ben – e solidale che cambierà la vita di una persona non autosufficiente. E’ bello che chi ha provato l’esperienza di avere in casa un famigliare con difficoltà si ricordi poi, quando può, di altre famiglie che hanno bisogno”.
giovedì 11 febbraio 2016
TESSAROLLO: NON GIUDICO NESSUNO MA INVITO I GIUDICI A....
A pronunciare questo pensiero è il vescovo di Chioggia, mons. Adriano Tessarollo,
che difende il tabaccaio di Correzzola condannato per “eccesso di difesa” per aver
ucciso il ladro che stava cercando di rubare nella sua proprietà. Ed ora dovrà versare
1000 euro al mese per circa trent’anni alla famiglia del ladro ucciso quale
risarcimento.
In questa intervista esclusiva di Chioggiaazzurra abbiamo raccolto le parole del
nostro vescovo che la stampa nazionale non si è risparmiata nel definirlo “sceriffo” e
“giustiziere”. Ne esce fuori un quadro ben diverso.
“Se esiste una legge che tutela il ladro, deve esserci pure una legge che tuteli chi
subisce la rapina” – ci dice Tessarollo – “parlo da cittadino che paga le tasse come
tutti e che ha il diritto di esprimere una sua opinione”. “E poi – continua il vescovo –
non possiamo più pensare ad una chiesa relegata dentro le proprie mura ed
imbavagliata. La chiesa non può e non deve tacere. La tolleranza ha dei limiti”.
Franco Birolo il tabaccaio condannato per aver difeso la sua famiglia dai ladri
" L'ONCOLOGIA E' FATTA DI ANGELI " :
“L’Oncologia è fatta di angeli. Desidero ringraziare Dal Ben che ci ha ridato
l’orgoglio di ritornare a farci curare a Chioggia”
La scoperta recente della malattia per il direttore di Ascom, Maria Grazia
Marangon
“Dal Ben ha fatto un grosso regalo ai chioggiotti: gli ha ridato l’orgoglio di ritornare
a farsi curare nel proprio Ospedale”. Lo ha affermato con il cuore in mano Maria
Grazia Marangon, chioggiotta, classe ’54, direttore Ascom di Chioggia da trent’anni
che, da pochi mesi, ha scoperto di essere malata di cancro e sta lottando insieme al
marito Sandro e all’équipe di Oncologia, guidata da Carlo Gatti, per riappropriarsi
della sua vita. “E’ da quando ho scoperto la mia malattia – ha detto Maria Grazia –
che tocco con mano quello che è il bene prezioso di questa Città: il nostro Ospedale.
Una struttura rinnovata da questo direttore generale non solo esteticamente ma anche
per le professionalità che ci lavorano. Desidero riportare la mia testimonianza, in
particolare verso il reparto di Oncologia, dove io non mi sento una paziente, ma una
persona. Dove i medici e gli infermieri per me sono degli angeli quotidiani”. La
scoperta del tumore è avvenuta lo scorso agosto, quando Maria Grazia comincia ad
avvertire un fastidio al nervo sciatico, un fastidio crescente che alla fine le aveva
compromesso la gamba e da semplice fastidio si era trasformato in un forte dolore.
Immediata la corsa al Pronto Soccorso dove una risonanza magnetica mostrava una
importante massa all’altezza della coscia. “Il caso della signora Marangon – ha
continuato il primario Carlo Gatti – è un caso molto raro, tanto che nella mia vita
professionale ne ho visti solo un paio. La signora aveva un lipoma benigno da
parecchi anni che, in maniera imprevedibile, si è trasformato in un sarcoma capace di
infiltrarsi tra i tessuti più profondi”. Era subito evidente che la signora doveva
sottoporsi ad un intervento chirurgico della massima complessità. “Da qualche anno –
ha spiegato il primario – è attiva la rete oncologica veneta diretta dall’Istituto
Oncologico Veneto a cui noi siamo collegati. Maria Grazia è stata operata a Padova
(da una équipe multidisciplinare) e la prima terapia l’ha eseguita sempre nel territorio
patavino, dopodiché è stata presa in carico qui da noi”. A Chioggia, il primario Gatti
prepara le terapie su misura del paziente. “Il malato oncologico – ha continuato – va
sostenuto. E questo significa non solo somministrargli la chemioterapia, ma pensare
al suo dopo, cioè a come aiutarlo a superare le complicanze della chemio tramite
terapie di supporto”. Per Maria Grazia, inoltre, è stata studiata una terapia che le
permette di evitare il ricovero di tre giorni in Ospedale. “Io entro in carrozzina – ha
aggiunto la direttrice dell’Ascom – ed esco camminando da sola. La chemio mi
buttava molto giù, ma con le altre terapie con cui mi idratano, mi ridanno sali e altro
che perdo, ritrovo la forza. Una forza e una fiducia anche nel domani che acquisisco
con la metodologia che Gatti ha fatto per me, evitandomi di stare a letto in Ospedale
con flebo per tre giorni. Si tratta di una cintura con dei microinfusori di ultima
generazione che mi permette di poter curarmi anche da casa”. Maria Grazia andrà in
pensione a fine febbraio dopo tanti anni di dedizione all’Ascom chioggiotto, “ma
continuerò a collaborare con l’associazione, la mia esperienza e voglia di fare non
verranno meno”, ci tiene a precisare.
mercoledì 10 febbraio 2016
BELLO E IMPOSSIBILE: L'AMORE CHE AVREBBE SCANDALIZZATO CHIOGGIA
“Nonna! Non lo fare!”; “Zia! Non puoi!”; “Mamma! Non devi!”. E' stato un muro di no, tutti provenienti dalla sua famiglia e anche oltre (c'era anche l'ex marito, il più interessato alla faccenda), quello a cui si è trovata di fronte una sessantenne chioggiotta, ancora prestante, che stava vivendo una nuova giovinezza.
Alla sua non veneranda età (neppure pensionata, come piace ai nostri governanti), separata dal marito, non per questo aveva esaurito le capacità affettive e aveva trovato una corrispondenza d'amorosi sensi con un giovane venuto da lontano. Tanto lontano da essere piuttosto scuro di pelle, ma questo non dovrebbe essere un problema per nessuno. Piuttosto la giovinezza era un problema. Perché “lui”, almeno all'inizio della storia, era ancora minorenne, per le legge italiana.
Ma nel Paese da cui proviene, si cresce in fretta. E anche lui era cresciuto. Abbastanza da capire che quella donna che, all'inizio, forse con spirito materno, l'aveva invitato a casa sua per offrirgli qualcosa di funzionale da vestire e un pasto un po' più decente di quelli “prefabbricati” delle mense, quella donna, si diceva, cominciava a nutrire un sentimento diverso dalla compassione umanitaria.
Probabilmente avrà pesato la separazione dal marito. In una piccola città di provincia (in fondo Chioggia è proprio questo) non sarà stato facile neanche cercare una relazione alternativa: quante chiacchiere ci sarebbero state, senza contare il pericolo di un nuovo fallimento relazionale. Allora perché non provare con quel giovane straniero? Con tante donne che migrano, stagionalmente, nei paesi del turismo sessuale, alla ricerca del cosiddetto “big bamboo” , lei ce l'aveva a portata di mano.
E lui? Lui aveva tutto da guadagnare, se non proprio la cittadinanza (con un eventuale matrimonio, ma chissà se ci avrà pensato) almeno un po' di regali, qualche soldo in più e qualche scambio affettivo che, altrimenti, difficilmente si sarebbe potuto procurare senza rischiare la galera. Nel frattempo era pure diventato maggiorenne. Così la relazione è nata e cresciuta. Qualcuno ha visto la coppia che girava in macchina (di lei, ovviamente) nelle stradine di campagna e la piccola città di provincia ha fatto arrivare le voci di quella insolita passione alle orecchie della famiglia di lei. E qui è cominciata la dissuasione sociale, con tutti i parenti a spingere perché la relazione venisse interrotta. Anche l'ex marito, si diceva, che rischiava una figuraccia. Ma non si è arrivati a tanto: la sessantenne ha deciso di interrompere il rapporto, la sua famiglia si è tranquillizzata (ma non sappiamo se sia tornata col marito) e lei continuerà la sua vita dopo lo “sballo” di qualche mese. Quanto al giovane straniero, potrebbe aver fatto tesoro dell'esperienza e stare cercando un nuova amica.
lunedì 8 febbraio 2016
DISGRAZIA A SOTTOMARINA UN OPERAIO PERDE LA VITA IN UN CANTIERE
Un imprenditore di nazionalità rumena, Marian Stefanoaia ha perso la vita oggi mentre con altri operai era impegnato in lavori di ristrutturazione di uno stabile sito a Sottomarina nei pressi dell’incrocio tra v.le Po e V.le Trieste.
La disgrazia è avvenuta nel pomeriggio tra le 15 e le 16, l’uomo è caduto da un’altezza di tre metri ma purtroppo la caduta gli è stata fatale, nel momento in cui scriviamo la polizia municipale e lo spisal sta eseguendo gli accertamenti per stabilire le cause della morte.
Marian Stefanoaia
Alcune persone che conoscono bene la ditta ( ediflabio di Compagnin fabio) ritengono che le cause possano essere un malore o una fatalità in quanto si tratta di una ditta che opera con molta precisione.
“ Si tratta di gente esperta, basta vedere come sono stati montati i ponteggi - riferisce il conoscente - per capire che si tratta di un’azienda che lavora nel rispetto delle regole, basta vedere come hanno recintato “.
Il cantiere era stato aperto meno di un mese fa, era stata eseguita una pulizia e montata la gru, altre testimonianze di vicini di casa hanno messo subito in evidenza che tutti gli operai indossavano i caschi mentre lavoravano.
Si tratta del terzo cantiere che la ditta Edilfabio ha realizzato a Sottomarina, gli altri due sono relativi al Hotel Roma e in via Dorema ( per i Buleghini).
Si pensa comunque ad un malore, i colleghi di lavoro del poveretto si sono dichiarati affranti e avrebbero dichiarato che l’uomo non era uso a bere alcolici.
sabato 6 febbraio 2016
" SPARAGLI IN BOCCA " : LA NUOVA FRONTIERA DELLE LITI IN CONDOMINIO
“Sparagli in bocca, sparagli in bocca”. Va bene che in questa città le liti siano pane quotidiano, ma questa volta siamo andati pericolosamente vicini al punto di non ritorno. C'erano i litiganti, c'era la pistola e c'era un uomo che incitava una donna a usarla. Per fortuna la pistola era una scacciacani, quindi a salve, e la donna ha avuto il buon senso di non premere il grilletto, anche se poteva risultare innocua. Ma nulla rassicura su cosa poteva accadere subito dopo.
Il “casino” è scoppiato sabato, verso ora di pranzo, in un condominio di Brondolo. Da una parte una famiglia di inquilini, con figli piccoli, dall'altra il padrone di casa con la moglie. Un litigio dovuto, forse, a questioni di soldi, forse di sopportazione reciproca (e l'uno non esclude l'altro). Ma questa volta le cose stavano prendendo una piega diversa. Perché dopo urla, minacce, rumori di cose rotte (o sbattute) e chissà che altro, dopo tutto questo, è comparsa una pistola che la moglie del padrone di casa avrebbe puntato contro gli inquilini dell'appartamento. Voleva solo spaventarli? Forse sì, ma il marito ci ha messo il carico da dodici, con quegli incitamenti “sparagli in bocca” ha letteralmente terrorizzato i rivali che sono rimasti impietriti, sotto la minaccia dell'arma da fuoco (non sapevano che era a salve) e si sono ritirati dalla contesa.
Poco a poco la situazione si è calmata ma ora, su quello che è accaduto, sta indagando la polizia e, per qualcuno, potrebbero essere guai.
venerdì 5 febbraio 2016
UN ANNO CON LE CHIATTE
E’ passato un anno, tutti ci ricordiamo ancora la forte burrasca che il 6 e il 7 febbraio dell’anno scorso ha investito buona parte del litorale Veneto, la bora, con raffiche che superarono abbondantemente i cento chilometri orari causarono una notevole quantità di danni.
Le navi della società Allibo Adriatica ormeggiate presso il canale della Perognola ( nord del canal Lombardo esterno) ruppero gli ormeggi la ROMANO P e la LEOPARDO si incagliarono sulle secche ( furono disincagliate quasi subito) mentre le sette chiatte andarono a finire a ridosso del ponte delle Trezze sul trans lagunare.
Due di queste furono recuperate, le altre cinque da un anno sono diventate praticamente il biglietto da visita della città.
L’Allibo Adriatica ha portato i libri in tribunale e, da quello che ci risulta, è ancora in attesa della decisione dei giudici che da molti mesi stanno valutando se dichiarare fallita la società oppure acconsentire alla liquidazione.
Fatto sta che le chiatte dopo un anno sono ancora là, sporadicamente più di qualcuno si è fatto vivo sulla stampa, oltre ad un evidente danno di immagine per il territorio più di un operatore della pesca ha associato la presenza delle chiatte all’imboccatura del canale dell Trezze ad una diminuzione sensibile della produzione di molluschi.
giovedì 4 febbraio 2016
FIACCOLATA A COREZZOLA IN SOLIDARIETA' AL TABACCAIO CONDANNATO
Cinquecento persone: uomini, donne, diversi bambini hanno partecipato giovedì sera alla fiaccolata organizzata da indipendenza veneta ( ma c’erano anche altre sigle della galassia indipendentista veneta) una marcia assolutamente composta e pacifica.
Impossibile non cogliere il forte senso di comunità veneta lanciato dagli uomini e dalle donne che hanno partecipato alla marcia, non solo per le canzoni ispirate alla Serenissima e agli slogan ma per tanti altri particolari.
Qualcuno forse potrà dire che i militanti di indipendenza veneta con l’assurda condanna a Franco Birolo hanno colto un’occasione per agguantare un po’ di notorietà resta il fatto che è poco comprensibile come il giudice Beatrice Bergamasco malgrado la stessa accusa avesse chiesto l’assoluzione convinta della legittima difesa del tabaccaio di Civè.
Quindi ben vengano le manifestazioni pacifiche di tutti quelli che hanno a cuore la giustizia a prescindere dal colore politico.
mercoledì 3 febbraio 2016
CANE MORSICATORE IN " GALERA " PER DIECI GIORNI
foto da internet
Come si sa tutti i giornalisti attendono da sempre che si verifichi quello che, in un tempo lontano, si auspicava essere la “notizia del secolo, la VERA notizia”. Mi spiego: giacché è vero che un cane che morde un postino ormai non fa più notizia, è altrettanto vero che la vera notizia che ogni cronista si augurerebbe un giorno di pubblicare è che “un postino (o un qualsiasi cittadino) ha morso un cane. Ma, purtroppo, non è questo ciò che è accaduto qualche giorno fa nel nostro comune. Quindi dobbiamo registrare l’ennesimo “classico” morso canino alle spese di un essere umano. Ed è ciò che è accaduto di recente al signor “X” che, memore di una passata “dentata” subita nel 2013 dallo stesso animale, ha denunciato l’accaduto alle Autorità competenti. Quel che ci “diverte” non è il “morso” ricevuto dal malcapitato, Dio ce ne guardi, ma come per lo stesso si sia dovuti intervenire. Vale a dire: l’ordinanza n° 14 datata oggi a firma del sindaco che ha dovuto spendere ben tre pagine ed una serie nutrita di articoli di legge per ORDINARE al signor “Y”, proprietario del cane, di far seguire allo stesso, sotto l’attenta sorveglianza di un veterinario dell’ULSS 14 nominato apposta, un “percorso formativo/informativo” all’animale, al termine del quale verrà rilasciato un… regolare “patentino”, Per ragione di privacy non pubblicheremo il nome del cane ma solo il codice del suo microchip che sarà… “di fantasia”, cioè: 1234567890/1234567890. E per continuare a “dare i numeri”, si sappia che per eseguire quest’ordinanza sono stati citati, nell’ordine: art 32 Legge 833 del 1978, art 117 del D.L. 112 del 1998, Ordinanza del Ministero del 03/03/2009, la Determina dirigenziale n° 2 del 05- 01-2016, l’Atto degli obblighi previsti all’art 6 del D.P.R. 62/2013, oltre a, in caso di inottemperanza, l’art. 163 della Polizia Veterinaria e, in caso grave, pure l’art 650 del Codice Penale. Ma, per la curiosità di tutti, quest’ordinanza, vista la nota dell’UlLSS 14 n° 2666 del 20/01/2016, è stata pubblicata all’Albo Pretorio e vi rimarrà per 15 giorni… sempre ai sensi dell’art 32 della Legge 69 del 18-06-2009 ed in ottemperanza del Decreto Legislativo 196/03 in materia di tutela dei dati personali. Finito coi numeri? No! Si può il signor “Y” potrà far ricorso al T.A.R del Veneto entro 60 giorni, oppure al Capo dello Stato entro 120. Nel frattempo, noi aspettiamo sempre l’agognato paradosso: l’uomo che morde il cane!
ordinanza nr 14
Come si sa tutti i giornalisti attendono da sempre che si verifichi quello che, in un tempo lontano, si auspicava essere la “notizia del secolo, la VERA notizia”. Mi spiego: giacché è vero che un cane che morde un postino ormai non fa più notizia, è altrettanto vero che la vera notizia che ogni cronista si augurerebbe un giorno di pubblicare è che “un postino (o un qualsiasi cittadino) ha morso un cane. Ma, purtroppo, non è questo ciò che è accaduto qualche giorno fa nel nostro comune. Quindi dobbiamo registrare l’ennesimo “classico” morso canino alle spese di un essere umano. Ed è ciò che è accaduto di recente al signor “X” che, memore di una passata “dentata” subita nel 2013 dallo stesso animale, ha denunciato l’accaduto alle Autorità competenti. Quel che ci “diverte” non è il “morso” ricevuto dal malcapitato, Dio ce ne guardi, ma come per lo stesso si sia dovuti intervenire. Vale a dire: l’ordinanza n° 14 datata oggi a firma del sindaco che ha dovuto spendere ben tre pagine ed una serie nutrita di articoli di legge per ORDINARE al signor “Y”, proprietario del cane, di far seguire allo stesso, sotto l’attenta sorveglianza di un veterinario dell’ULSS 14 nominato apposta, un “percorso formativo/informativo” all’animale, al termine del quale verrà rilasciato un… regolare “patentino”, Per ragione di privacy non pubblicheremo il nome del cane ma solo il codice del suo microchip che sarà… “di fantasia”, cioè: 1234567890/1234567890. E per continuare a “dare i numeri”, si sappia che per eseguire quest’ordinanza sono stati citati, nell’ordine: art 32 Legge 833 del 1978, art 117 del D.L. 112 del 1998, Ordinanza del Ministero del 03/03/2009, la Determina dirigenziale n° 2 del 05- 01-2016, l’Atto degli obblighi previsti all’art 6 del D.P.R. 62/2013, oltre a, in caso di inottemperanza, l’art. 163 della Polizia Veterinaria e, in caso grave, pure l’art 650 del Codice Penale. Ma, per la curiosità di tutti, quest’ordinanza, vista la nota dell’UlLSS 14 n° 2666 del 20/01/2016, è stata pubblicata all’Albo Pretorio e vi rimarrà per 15 giorni… sempre ai sensi dell’art 32 della Legge 69 del 18-06-2009 ed in ottemperanza del Decreto Legislativo 196/03 in materia di tutela dei dati personali. Finito coi numeri? No! Si può il signor “Y” potrà far ricorso al T.A.R del Veneto entro 60 giorni, oppure al Capo dello Stato entro 120. Nel frattempo, noi aspettiamo sempre l’agognato paradosso: l’uomo che morde il cane!
ordinanza nr 14
martedì 2 febbraio 2016
CATTURATO LO " SMILZO " MENTRE SVALIGIAVA IL NEW DANDY BAR
Catturato questa notte un giovane mentre si " interessava " alle slot del new dandy bar di via Marco Polo. Verso le tre del mattino il figlio della compagna del titolare Vincenzo Tobbia, si è accorto dell'intrusione ed è riuscito a fermare il ladro. C'è stata un scontro, il ragazzo è riuscito però a bloccarlo fino all'arrivo dei carabinieri. Sembra, però è una notizia di cui dobbiamo avere conferma, che il ladro per " scoraggiare " il giovane Tobia lo abbia minacciato con un coltello. Il ladro è stato poi arrestato ed è stato processato per direttissima questa mattina, sembra sia stato condannato a sei mesi. Molto probabilmente le forze dell'ordine sono già al lavoro per capire se il ladro faccia parte della banda " dello smilzo " che da settimane spadroneggia tranquillamente per i bar di chioggia e sottomarina. Nota bene il ladro non è uno straniero ma un residente.
dal profilo fb di Vincenzo Tobbia
FURTO DI BICICLETTE DI SABATO: GLI STRANIERI PRESI A CEFFONI DAI CHIOGGIOTTI
Chioggia batte Algeria. Non è una partita di calcio, piuttosto un match di “guardie e ladri” in cui le guardie sono arrivate a cose fatte e chi è stato battuto le ha, letteralmente, prese, ma dai derubati, non dalle guardie. Va precisato, a scanso di equivoci simil-razziali, che le nazionalità dei personaggi poco rilevano in questa storia. Quelli che contano sono i ruoli.
Per i chioggiotti il ruolo è quello del classico frequentatore di bar del sabato sera: esce di casa, magari in bicicletta, per trovarsi con gli amici, lascia la bici incustodita, senza badarci troppo, tanto siamo tutti di noi, e si fa la bevuta in compagnia, senza troppi pensieri. Per gli algerini il ruolo è quello del marinaio, lontano da casa, che va a farsi un giro nella città che la sua nave ha raggiunto quel giorno, con un po' di curiosità per quello che potrà trovare e il desiderio di qualche “avventura” esotica. Se poi l'avventura vera e propria non ci scappa, pazienza: si può sempre mettere in atto una piccola trasgressione a base di birra e poi tornare a bordo a dormire. Il ruolo dei carabinieri è di fare la guardia a tutti questi comportamenti potenzialmente illegali, ma insomma, chi non lo capisce che, ogni tanto, si può anche esagerare.
fondamenta canal lombardo
E così i tre algerini, già avanti col tasso alcolico, sono passati in riva Lombardo e hanno pensato di prendere quelle tre bici per tornare più rapidamente sulla nave, provando anche il piccolo brivido del furto. I tre chioggiotti (e qualche loro compare), tra un bicchiere e l'altro, li hanno visti inforcare le bici e allontanarsi e si sono messi, momentaneamente, a far la parte delle guardie. Quando li hanno raggiunti, pare che le bici non ci fossero più, opportunamente “parcheggiate” in qualche calle, e sarebbe stato in quel frangente, che la nazionale algerina è stata battuta dalla squadra clodiense con qualche sganassone educativo. Poca roba, sia chiaro, giusto per sfogare un po' il disappunto di non trovare più le bici. Poi i chioggiotti hanno chiamato le guardie, quelle vere, cioè i carabinieri che sono arrivati e si sono presi in carico i tre algerini (che, incapaci di esprimersi nella lingua locale, non hanno fatto menzione della “battuta” subita), ma non si sono neppure scusati per essersi presi dei veicoli non loro. Per i nordafricani è arrivata, quindi, la denuncia a piede libero. Per i chioggiotti è stato necessario gironzolare ancora un po' per ritrovare le bici: un po' danneggiate (mancava qualche sella e qualche freno era rotto) ma sempre meglio che se fossero finite in acqua.
lunedì 1 febbraio 2016
DON MILANI DICHIARATA INAGIBILE: STUDENTI E INSEGNANTI TUTTI A CASA
La scuola Don Milani è stata dichiarata inagibile questa mattina, alcune fognature sono intasate e le acque nere tracimano nell'istituto obbligando l'amministrazione a dichiarare l'inagibilità dell'istituto.
La competenza del problema non è dell'amministrazione comunale ( che ha comunque inviato immediatamente i tecnici dei lavori pubblici) ma di veritas che ha già provveduto all'invio dei tecnici, in questo momento è in arrivo il mezzo per tentare di liberare il tratto di fognatura intasato.
Non è noto, al momento, quando la scuola potrà tornare ad essere utilizzabile conoscendo però la sollecitudine di veritas e la professionalità dei suoi operato confidiamo che il problema possa essere risolto in poche ore ( speriamo).
COMUNICATO STAMPA DEL COMUNE h 14.20
Scuola Don Milani, da domani riprende la normale attività didattica
Sembra rientrata l'emergenza alla scuola Don Milani, dopo i problemi riscontrati oggi alla rete fognaria che hanno costretto alla chiusura del plesso scolastico per la parziale inagibilità dei locali.
“La serie di problematiche alle condotte fognarie interne ed esterne all'edificio dovrebbero essere state risolte grazie all'intervento di Veritas e dei nostri tecnici – spiega l'assessore ai lavori pubblici, Riccardo Rossi - Nelle prossime ore si continuerà a monitorare la situazione, ma già da domani, salvo ulteriori imprevisti esterni, tutto dovrebbe tornare alla normalità”.