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martedì 27 febbraio 2018

INCLUSIONE SOCIALE, NO ALLA LOGICA DELL'EMERGENZA: RESPONSABILIZZARE CHI HA BISOGNO

Le nuove povertà non sorgono da un giorno all'altro, ma sono trasformazioni nel dna di un carattere già sperimentato da diversi anni. Lo ha detto, ieri pomeriggio, il direttore della Caritas diocesana don Marino Callegari, intervenuto al convegno promosso dall'Unità Pastorale di San Martino sul tema dell'inclusione sociale. L'iniziativa, svoltasi nel teatro della parrocchia di Sottomarina, ha visto la partecipazione dell'assessora ai servizi sociali Patrizia Trapella, del ricercatore dell'Università di Padova Matteo Boscolo Anzoletti e di Alice Zorzan del centro antiviolenza di Chioggia. Interessanti soprattutto i rilievi del religioso: «Per il primo anno - ha detto don Marino - non abbiamo avuto necessità di mettere cinque o sei persone senza fissa dimora nelle canoniche o in altre sedi. Questo perché a ferragosto qualcuno aveva provveduto a pensare per l'inverno». Le emergenze si prevengono, è il segnale: «La risposta non è un'altra emergenza. Le strutture, i sistemi, i pensieri prima delle azioni, sono cose costruite prima».

Il responsabile della Caritas analizza ad esempio la realtà del social housing, che investe in risorse umane, formando gli operatori: «L'appartamento supera il dormitorio e la mensa, perché noi non diamo una casa, ma la possibilità di gestire una casa». Il rapporto Caritas 2017 riguarda proprio le politiche di contrasto alla povertà, non analizza la povertà in se stessa come negli anni precedenti, ma le soluzioni che lo Stato ha messo in campo per arginarla: senza contare che ogni sei anni l'Unione Europea dà le direttive (in questo caso, 2014-2020) per distribuire fondi ad hoc alle Regioni. «C'è il superamento delle forme tradizionali di assistenza – continua don Marino Callegari - con la prevenzione e l'educazione di chi è nel bisogno»: e cita sia i centri d'ascolto che l'Emporio della Solidarietà aperto un anno fa a Borgo San Giovanni. «In questa sede la persona viene accompagnata al modo di fare la spesa e a gestire il denaro. Ci sono persone che vengono all'emporio senza soffrire la fame, ma invece un rapporto sfasato col cibo».

Nel rapporto 2017 la povertà è svelata come una matrioska: a partire dalla più grande -quella economica, la mancanza di risorse- dentro si trovano tutte le altre, ovvero l'accesso ai beni essenziali, le difficoltà scolastiche dei minori, l'abitazione, eccetera. Negli anni Ottanta – ricorda don Callegari – un rapporto governativo fissava la soglia di povertà in meno della metà dello stipendio medio, ovvero una famiglia che vivesse con meno di 500mila lire. Solo nell'ultimo anno, secondo il sacerdote, l'Italia si è data la prima forma strutturata e organica di contrasto alla povertà, ovvero il reddito d'inclusione (sociale prima ancora che economica), secondo determinati parametri e ad alcune precise condizioni. Esso è diverso dal reddito di cittadinanza, e dal reddito di ultima istanza: assieme alla riforma del Terzo Settore è ritenuto fondamentale da realtà quali la Caritas.

Anche l'esperienza del centro antiviolenza “Civico Donna” è salita all'attenzione degli astanti, con la sua quotidianità fatta di cura e ricreazione di relazioni al di fuori dall'isolamento: la povertà è uno degli effetti dei maltrattamenti nella coppia, che si sostanziano anche nella schiavitù della dipendenza e quindi nell'assenza di altre fonti di sostentamento. Non c'è solo il femminicidio, è stato fatto notare da Alice Zorzan: in questo si sconta un deficit di comunicazione che oscura le privazioni, l'isolamento, i giudizi negativi, perfino i casi di figli messi contro alla madre dal partner. Sono 4500 donne che all'anno si rivolgono ai centri antiviolenza in Veneto, a Chioggia sono state circa quaranta. Il servizio funziona, per legge, anche verso gli uomini che muovono violenza.

9 commenti:

  1. Anche l'italiano del testo rende l'idea delle difficoltà.

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  2. Anzoletti non ha detto nulla?

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  3. Se il testo è suo deve ricercare di scrivere un po' meglio

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  4. C'è un nesso tra l'incontro e le imminenti elezioni?

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    1. no, perché l'assessora Trapella era in veste comunale e non di esponente del Movimento 5 Stelle.

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    2. "in veste comunale"? sei tu, ti riconosco.

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  5. Già notato all'inaugurazione dell'Emporio: chi non esprime le cose che fa, è come se non le facesse. E potrebbe persino darsi che non le faccia. (E' una tragedia).

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  6. a me pare sia scritto benissimo...

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  7. Guarda che ce l'avevo con le parole di Callegari di allora.

    A proposito: il reddito di "inclusione sociale" non fa parte del programma elettorale del PD? allora il nesso c'è.

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