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martedì 19 febbraio 2019

LA VITA DI CALLE UN TEMPO, AL PASSAGGIO DEI VENDITORI AMBULANTI RITRATTI DA ARISTIDE NACCARI

«La maggior parte della popolazione del centro storico di Chioggia viveva in appartamenti umidi ed angusti, spesso a pianoterra. Cosicché si preferiva la calle alla casa per lo svolgimento delle attività quotidiane. E la calle, spesso pavesata di biancheria multicolore e ampiamente rattoppata, era piena di vita e di calore umano. Le donne, in particolare, si trovavano per fare il bucato (la “lissìa”) in grandi mastelli, per rammendare, per lavorare a telaio, per pregare davanti a un’immagine sacra posta sopra un portico, o semplicemente per chiacchierare sedute a gruppi, o per giocare alla tombola. Queste donne, belle per la maggior parte, dai grandi occhi scuri, sono state eternate anche da Aristide Naccari, come da Luigi Nono, da Mosè Bianchi, da noti pittori stranieri. (…) Quella di allora era una vita semplice, che faceva gustare le piccole e rare gioie e apprezzare i gesti più semplici: un ricordino alla morosa dopo una campagna di pesca, l’omaggio di un pezzo di zucca, la vendita dei “colombini pelài” cioè di patatine novelle, sbucciate e calde, annuncianti il ritorno della bella stagione».

(Ruggero Donaggio, “Aristide Naccari”, 1988)

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