Il radicchio di Chioggia IGP può diventare anche un veicolo di promozione turistica del territorio dov'è prodotto. Il progetto di sette percorsi è già in piedi ed è stato illustrato venerdì pomeriggio alla sala convegni del mercato ortofrutticolo di Chioggia, in un workshop di alto livello dal titolo “Gli itinerari del radicchio di Chioggia IGP: il prodotto promuove il territorio, prospettive per arricchire e diversificare l’offerta turistica locale”. Hanno preso parte ai lavori Giuseppe Boscolo Palo, presidente del Consorzio di tutela del Radicchio di Chioggia IGP, Luca Mari (marketing & project manager di CSO Italy), Elena Viani (ricercatrice dell’Università di Bergamo, redattrice del primo rapporto sul turismo enogastronomico in Italia 2018), Alberto Negro (commissario straordinario di Veneto Agricoltura), Gianluca Forcolin (vicepresidente della giunta regionale del Veneto), Isabella Penzo (assessora al turismo del Comune di Chioggia), Daniele Grossato (vicesindaco e assessore al turismo del Comune di Rosolina), Massimiliano Boscolo Marchi dell'azienda De Bei e Mauro Gambin, direttore del magazine "Con i piedi per terra" dell'editrice SpeakOut.
Il Radicchio di Chioggia IGP, grazie alla sua riconoscibilità internazionale, può diventare il trait d’union turistico di un territorio diviso tra: Venezia, Padova e Rovigo. Dieci Comuni su tre differenti provincie in cui ricade l’area di produzione, che non sono mai stati uniti se non, appunto, dal colore rosso intenso degli orti. Il celebre Radicchio di Chioggia potrebbe dare un nuovo nome a questa terra, il suo, offrendone le peculiarità non solo attraverso i valori organolettici, che la storia di produzione e le caratteristiche pedoclimatiche gli hanno conferito, ma anche attraverso sette percorsi che permetteranno di integrare all'offerta turistica già esistente con altre forme di visitazione, necessariamente lente quel tanto da permettere di scoprire, vivere e godere le tante bellezze artistiche e paesaggistiche della laguna sud e del delta del Po.
Sette itinerari al di fuori dalle ordinarie vie di comunicazione, che portano nei luoghi più riposti della campagna, tra dune fossili, valli, casoni dal tetto di canna, giardini litoranei, musei e i tanti ristoranti che custodiscono le ricette del Radicchio di Chioggia IGP e le tradizioni enogastronomiche locali. «L’area di produzione del Radicchio di Chioggia IGP – spiega il presidente del Consorzio di tutela Giuseppe Boscolo Palo – è una terra ricca, generosa nel dare sapore e proprietà nutrizionali al radicchio, ma può dare ancora molto in termini di fascinazione e qualità della vita. Così dopo 10 anni di incessante lavoro speso nella tutela e nella promozione del prodotto, oggi l'impegno si estende anche al suo regno».
L’area finora ha conosciuto uno sviluppo turistico legato solo agli aspetti balneari, ma le mutate esigenze del turista italiano e internazionale verso il turismo lento offrono la possibilità di completare l’offerta con la visitazione di questo grande e affascinante territorio. Il turismo rurale, quello naturalistico e il cicloturismo, infatti, possono contribuire nell’integrare le presenze e gli arrivi degli attuali centri turistici: Rosolina con 142mila arrivi e oltre un milione di presenze, e Chioggia con 266mila arrivi e 1383000 presenze (dati del Sistema Statistico della Regione Veneto per il 2018). Oppure rappresentare un’alternativa e un’integrazione al soggiorno dei più di 5 milioni di turisti che scelgono Venezia come luogo del loro viaggio o della loro vacanza.
Il turismo rurale e più in generale quello culturale, inoltre, possono rappresentare anche una concreta opportunità per aumentare la spesa media del turista. In questo tipo di viaggi si evidenzia un maggiore coinvolgimento delle classi centrali della vita, con una prevalenza della mezza età: circa il 20% ha 25-34 anni, circa il 30% ha 35-44 anni, quasi il 40% è tra i 45 e i 64 anni. È questa la parte che potrebbe essere ampliata, offrendo al turista non solo le località più rinomate, ma attirandolo verso le altre destinazioni di cui l’area di produzione del Radicchio di Chioggia IGP è punteggiata.
I secoli di orticoltura, in cui si inseriscono anche i quasi cento anni di storia che portano all'odierno Radicchio di Chioggia Igp, hanno contribuito a creare un paesaggio del tutto originale. Non va dimenticato che la vocazione orticola della zona è documentata fin da 1700 con diverse "fraglie" ed istituzioni dedicate, tra cui la “Scuola di San Giovanni di ortolani” che, con i suoi 544 allievi, era seconda solo a quella dei pescatori. Dunque gli orti appartengono all'orizzonte antico del territorio e con i loro casoni e le pezze di terra sabbiosa variegata dalle stagionali colture sono un elemento del landscape di questa parte della costa adriatica. Luoghi del lavoro dell’uomo che perfettamente si inseriscono in quelli creati dalla natura: scanni, barene, valli da pesca, boschi e giardini litoranei, dune fossili, strade che oggi costituiscono elementi di fascino e di grande suggestività per il turista.
Il territorio di produzione del Radicchio di Chioggia Igp è naturalmente vocato al turismo lento: il particolare paesaggio creato dai fiumi e dal mare, gli aspetti naturalistici in esso contenuti, il senso di pace, di salute e benessere uniti agli elementi culturali dei suoi principali centri urbani rende quest’area del Veneto estremamente affascinante per gli amanti del viaggio su due ruote. Tanto più che le principali ciclovie che attraversano il Nord Italia hanno come terminal proprio l’area tra la Laguna di Venezia e il Delta del Po. I sette percorsi dedicati all’area di produzione del Radicchio di Chioggia IGP sono stati pensati per collegare le importanti Ciclovie presenti nella zona e per permettere al cicloturista di raggiungere i siti paesaggisticamente e culturalmente più interessanti dei dieci comuni, ovviamente tenendo sempre come riferimento gli orti.
Una cartina in due lingue collegata al web da un QR-Code, per le offerte di itinerario, roadmap e le schede di presentazione dei siti di interesse storico, architettonico e paesaggistico, nonché le aziende disponibili per una visita e per conoscere le produzioni connesse al Radicchio di Chioggia IGP e alla sua trasformazione, sono strumenti utili al turista per muoversi e cercare nuove opportunità oltre all’offerta balneare, per i consorzi è un materiale prezioso da distribuire in occasione di fiere ed eventi, accompagnando i prodotti per far conoscere la loro terra di origine attraverso le forme del turismo lento.
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