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giovedì 24 febbraio 2022

GIORGIO BELLEMO: STAGIONE BALNEARE ALLE PORTE MA...

La stagione balneare è alle porte e gli operatori turistici stanno cominciando a riorganizzare le strutture ricettive, incluse quelle balneari, nonostante la direttiva Bolkestein e la spada di Damocle che essa rappresenta per molti.

Un'incertezza soprattutto per gli stabilimenti più piccoli più piccoli e a gestione familiare. Giorgio Bellemo, presidente ASCOT, il quale rappresenta molti titolari di concessioni balneari, definisce la situazione un “carnevale” riconoscendo comunque i meriti a una categoria che già dal periodo di San Valentino comincia a pensare a come innovarsi per la stagione entrante e a lavorare a riguardo per non farsi trovare impreparati, nonostante il quadro di incertezza attuale. Bellemo pone il problema sul fatto che il 2023 arriva a breve, si può dire che ci siamo già, eppure le cose non sono ancora definite. Gli operatori vogliono mettersi in discussione, alcuni hanno il coraggio di voler investire, ma lui si dice preoccupato come non è mai stato prima, soprattutto in quanto l’amministrazione, a suo dire, sembra stia ancora prendendo le misure mentre sarebbe il caso, afferma, che si desse una mossa. Già si sta lavorando, riconosce, sottolineando i tempi brevi in cui è stato evaso il piano dell'arenile che dal 2016 stava attendendo di essere attenzionato come altri punti che non sono mai stati tenuti neppure in minima considerazione dall'amministrazione Ferro. In ogni caso sottolinea l’importanza di condividere con gli operatori, da parte dell'Amministrazione almeno le iniziative di una certa importanza. Secondo Bellemo chi ottiene una concessione lo fa con una prospettiva di lavoro a vita, non a breve termine. E in questo senso ci investe. L’eventuale indennizzo in caso di perdita della concessione, chiede, in che termini verrà fatto? Inoltre alcune strutture non possono mettere in ipotesi un rinnovamento; sono gli stessi piani urbanistici che lo impediscono, a prescindere. Il dubbio di Bellemo è che ci siano difficoltà da imputare a responsabilità politica, o agli uffici tecnici o che, in definitiva, tutti se ne freghino.






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