Il Mose continua a lavorare (dall’inizio di novembre è stato sollevato nove volte), svolgendo egregiamente il suo compito, ma le imprese che lo hanno costruito attendono ancora l’ultima rata dei pagamenti dal Consorzio Venezia Nuova.
I soldi che, citando un celebre detto, avrebbero dovuto essere “pochi, maledetti e subito”, proprio “subito” non sono arrivati e se non arrivano entro il 15 dicembre si rischiano ulteriori complicazioni, a dire poco.
Ma, per fortuna, ci sono segnali positivi.
Come riporta il Gazzettino di martedì, il commissario liquidatore del Cvn, Massimo Miani, ha incontrato le imprese e ha assicurato l’arrivo dei fondi che avrebbero dovuto essere distribuiti entro il 30 novembre.
«Questione di pochi giorni» per incassare l’ultima rata, quindi? Non proprio: pochi giorni per una parte dell’ultima rata, ovvero 358 milioni relativi alle opere del sistema di dighe mobili, le cui contabilità sono state registrate dalla Corte dei conti.
Qualche giorno in più per altri 18 milioni, relativi alle opere ambientali, la cui contabilità non è stata ancora registrata.
Il problema, però, è che dal 15 dicembre (e fino ad aprile) scatta il blocco dei pagamenti pubblici e se la prima tranche dovrebbe arrivare in tempo utile, la cosa non è così sicura per la seconda.
Ma ci sarebbe un “piano B”, ovvero la stipula di alcune fidejussioni bancarie che permetterebbero al Cvn di anticipare alle imprese la seconda tranche, in attesa dell’arrivo effettivo dei fondi tra qualche mese.
Riusciranno i nostri eroi? Le imprese, confortate dall’arrivo imminente dei 358 milioni sembrano aver fiducia. Siamo con loro e, intanto, speriamo che il Mose continui a lavorare.
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