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giovedì 19 marzo 2020

I FIGLI DEL PRIMARIO DEL PRONTO SOCCORSO DI CHIOGGIA SCRIVONO AI GENITORI MEDICI: «ORGOGLIOSI DI VOI, MERITATE PIÙ RISPETTO DAGLI INCOSCIENTI»

Chioggia Azzurra riceve e pubblica una lettera aperta che Eleonora, Francesco e Cecilia Tiozzo, figli di Andrea primario al Pronto Soccorso dell'ospedale di Chioggia, hanno scritto al padre e alla madre Silvia -lei pure medico- nei giorni più duri dell'emergenza da Coronavirus.


«Tanti auguri papà. Io, Francesco e Cecilia siamo orgogliosi di te e la mamma, di tutto quello che state facendo. Sì, perché sono giorni che state combattendo in prima linea assieme a tutto il personale sanitario, mettendo in secondo piano le vostre vite per salvare quelle degli altri. Ci fa rabbia vedere le foto delle persone che vivono come niente fosse, come se niente stesse accadendo. Ci fa rabbia pensare che non abbiano un minimo di rispetto nei vostri confronti.
Sono ormai trascorse settimane, ma non passa giorno in cui in noi figli si cancelli la preoccupazione per voi. La notte fatichiamo a dormire perché preghiamo Dio che vi continui a sostenere, il giorno attendiamo una vostra telefonata e vi assilliamo perché vi vestiate nel modo corretto, e la sera... vi aspettiamo. Da sempre non ci è mai importata l’ora della cena. Quello che per noi è sempre contato è poter stare assieme. E anche in questi giorni è così, finendo per cenare ad orari improponibili, ma a noi cosa importa...
Noi ringraziamo Dio perché possiamo trascorrere del tempo con voi, possiamo provare a farvi “staccare” dalle fatiche della giornata e magari riusciamo anche a strapparvi qualche sorriso. Voi non lo sapete, ma spesso durante la giornata cadiamo nello sconforto e i nostri occhi si riempiono di lacrime, ma poi ci ripetiamo che dobbiamo essere forti, perché in fondo siamo noi il vostro porto sicuro. Dobbiamo essere forti anche quando rientrate stremati dal lavoro, con le mascherine, e con la voce rotta ci chiedete di starvi distanti perché avete paura per noi.
Solo noi sappiamo gli sforzi immensi a cui siete sottoposti in questo periodo, ma conosciamo la passione che dedicate al vostro lavoro, e quindi anche se vi chiedessimo di rallentare un po’ i ritmi risulterebbe un tentativo vano. Questo ci rende ancora più orgogliosi di voi e dei messaggi d’amore e determinazione che trasmettete. Chiudo con una frase che ci ripetete tutte le sere: "Mentre noi combattiamo questa guerra, voi studiate”. E ci commuoviamo di nuovo, in silenzio, perché tra i mille pensieri che avete, ancora una volta trovate il tempo per pensare a noi e al nostro futuro. Sappiate solo che vi amiamo, e che assieme usciremo da questo periodo».


Eleonora, Francesco e Cecilia

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