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mercoledì 25 dicembre 2019

2019, UN ANNO DI CHIOGGIA (AZZURRA)

Il 2019 a Chioggia è stato l'anno dell'acqua. Non che i precedenti duemila e più anni dalla fondazione non lo siano stati, ma nei dodici mesi appena trascorsi le notizie relative all'esondazione di novembre (per certi versi ancora in corso), alle attenzioni per la pulizia del mare, a chi vi lavora sono state intessute da un filo comune che da sempre qualifica la città: chiunque voglia normalizzare Chioggia a luogo "come gli altri" sappia che non vi riuscirà mai. E ciò è il meglio che possiamo augurarci.

La sera del 12 novembre l'acqua alta era stata annunciata, ma le previsioni erano evidentemente al ribasso. Con il picco di 170 centimetri raggiunto alle 21.45 -e un deflusso molto lento, tanto da innestarsi al successivo ciclo di marea- si è trattato della seconda misurazione più alta di sempre, dopo il 4 novembre 1966. A Venezia la quota è stata raggiunta a 187 centimetri, Pellestrina è in ginocchio e scatta la gara di donazioni. L'acqua alta si è fatta sentire anche l'indomani, 13 novembre, e nei giorni immediatamente successivi, fino ai rigurgiti pre-natalizi, recando distruzione ai litorali di Sottomarina e Isolaverde, ammassi di prodotti, elettrodomestici e oggetti da buttare in centro storico (dove hanno chiuso anche le scuole). I residenti e i titolari di attività economiche ora attendono i rimborsi a livello governativo e regionale. Già a maggio la città era stata interessata da una fitta serie di piogge torrenziali, che avevano allagato anche la Cattedrale di Santa Maria Assunta, dove non era in funzione la pompa di aspirazione delle acque meteoriche, e precedenti lavori avevano compromesso lo smaltimento della pioggia davanti all'ingresso. Le polemiche sulla mancata messa in funzione anticipata del Mose alle bocche di porto non fanno dimenticare che da dieci anni il centro storico di Chioggia è comunque protetto -salvo eventi eccezionali, appunto- dal Baby Mose: altrimenti le calli e le fondamente sarebbero andate a fondo lo stesso, come succede a Venezia.

Sull'onda dello slancio internazionale per le iniziative di Greta Thunberg a difesa dell'ambiente contro i cambiamenti climatici indotti dall'uomo, anche Chioggia ha conosciuto nel 2019 una forte accelerazione attorno ai temi della plastica, della difesa del mare, della sensibilizzazione verso una migliore qualità della vita. Non solo con le manifestazioni degli studenti, tenutesi per quattro venerdì in stagioni diverse, ma a partire dall'ordinanza plastic-free firmata dal sindaco a marzo (divieto di utilizzo per stoviglie monouso alle sagre paesane), fino all'impegno dell'ISPRA con i pescatori chioggiotti per il progetto Marine Litter Repair, passando per il rinvenimento di non poche discariche non autorizzate nel territorio e per le cicliche raccolte di rifiuti in laguna, in spiaggia e nella zona della diga, organizzate sempre da legioni di volontari. Se si aggiungono l'arrivo dell'eco-compattatore al mercato ittico e il lancio della campagna EcoAttivi (con distribuzione di eco-punti) per premiare i comportamenti virtuosi dei cittadini, si ha un quadro che apparentemente vede la popolazione finalmente consapevole del suo ruolo nel conservare l'unicità ambientale e la qualità della vita che ne deriva.

E proprio un nuovo protagonismo della pesca ha segnato, chiaramente in positivo, il 2019 a Chioggia. Il nuovo contratto nazionale della categoria è stato discusso in un'assemblea sindacale pubblica con dipendenti e armatori: tra le novità, il congedo per matrimonio e prestazioni sanitarie agevolate anche ai familiari dei pescatori. Poi la battaglia per evitare che la piccola pesca venga paragonata dall'INPS a quella industriale, con conseguenti cartelle spropositate, quella in sede europea per mantenere la deroga a 22 millimetri delle vongole pescate nell'Adriatico, e quella per ottenere in tempi ragionevoli i rimborsi del fermo biologico. I pescatori di Chioggia sono stati protagonisti anche di un film documentario proiettato a Mazara del Vallo (e poi al cinema Don Bosco). Purtroppo alcuni eventi spiacevoli hanno attraversato anche il 2019: la scomparsa di Fabio Perini mentre era in navigazione, quella di Massimo Boscolo Chielon nella laguna, e meno male che è stato ritrovato Endri Febo inghiottito dalle acque a pochi giorni dal Natale 2018. Non va dimenticato il caso del peschereccio Riccardo T, andatosi ad arenare nei pressi di Ca' Roman dopo aver urtato una bricola sommersa.

Dopo decenni, il 14 febbraio scorso il comando della polizia locale di Chioggia è stato trasferito dalla Loggia dei Bandi in corso del Popolo a un nuovo stabile ubicato nell'isola Saloni. La soluzione, che pareva essere ottimale, si è invece rivelata precaria dal punto di vista della salubrità dei luoghi e della funzionalità del lavoro, tanto che il responsabile sicurezza in carico al Comune ha parlato senza mezzi termini di necessità di evacuazione. Non è l'unica polemica che ha attraversato, suo malgrado, la polizia locale nell'ultimo anno: il comando diretto da Michele Tiozzo ha deciso di dare la caccia agli "hater" online che più volte hanno accusato gli agenti di non essere presenti nei luoghi nevralgici del traffico e dei parcheggi, specie dopo il trasferimento. Ma i dati estivi del contrasto al commercio irregolare lungo le spiagge depongono a favore dell'impegno degli uomini in divisa, perennemente sotto organico e tirati per la giacchetta da certa politica.

Il 2019 ha visto esplodere l'attrazione del cinema per Chioggia, Sottomarina e le frazioni circostanti. Da prima dell'estate fino a dicembre la produzione internazionale del circuito HBO ha sostato in città per le riprese di "We are who we are", la nuova serie di telefilm firmata dal regista Luca Guadagnino che sarà diffusa in tutto il mondo: il Palio della Marciliana, i fuochi d'artificio, le calli ma anche gli orti, la Fossetta, punta Poli e sacca San Francesco sono stati insolitamente immortalati per finire nelle case di tutto il mondo, aumentando sensibilmente la possibilità che diventino veicolo per il turismo. E a vedere le riprese c'era anche Martin Scorsese, la cui figlia era impegnata nel set. Ma non finisce qui: sono state annunciate anche le future riprese di "La terra dei figli", tratto da un fumetto di Gipi per la regia di Claudio Cupellini, mentre a dicembre in centinaia si sono messi in coda all'oratorio salesiano per il casting della produzione Wildside, ambientata negli anni Ottanta e che sarà girata a febbraio ovviamente a Chioggia. Sommando il successo estivo della rassegna "Laguna sud" curata da Andrea Segre all'isola di San Domenico, è stato un anno di celluloide che promette di non finire qui: a quando l'istituzione di una vera Film Commission?

Generalmente le notizie di cronaca nera dovrebbero avere uno spazio più altolocato, ma non è proprio il caso di aggiungere nuova rilevanza a dodici mesi che hanno visto le forze dell'ordine impegnate in più frangenti -rischiando del proprio- per venire a capo di situazioni assurde, pericolose e figlie di un degrado endemico. Dalla rissa dell'Epifania in lungomare fra giovanissimi armati anche di coltelli alle crisi di non pochi squilibrati che hanno messo a soqquadro case, calli, vicinato, fino ai regolamenti di conti che hanno purtroppo scelto il pronto soccorso quale campo di battaglia, non si può dire sia stato un anno sereno per chi ha il compito di tutelare la sicurezza dei cittadini, pur venendone sempre a capo in modo egregio. Confermata l'escalation della cocaina e delle droghe sintetiche, così come le patologie da gioco d'azzardo, il 2019 ha spinto in là i limiti di quello che taluni esperti chiamano disagio giovanile, e che invece è solo il disagio (fortissimo) creato da certe compagnie di giovinastri al resto della popolazione: prova ne siano gli assembramenti molesti lungo l'anello che circonda il Lusenzo, e lo scalpore suscitato in tutta Italia dagli adolescenti improvvisatisi coiffeur di un povero disgraziato cui sono stati "tagliati" i capelli con il fuoco.

E sempre a proposito di notizie che hanno fatto il giro dell'Italia, l'8 agosto il questore di Venezia Maurizio Masciopinto ha dato ordine di sospendere per 15 giorni gli spettacoli danzanti e la ristorazione al Cayo Blanco, noto stabilimento e locale notturno sulla spiaggia nord di Sottomarina, perché erano stati comprovati episodi di violenza da parte dei buttafuori che si erano accaniti contro un avventore. Gli stessi uomini della security, dipendenti di un'agenza esterna allo spazio in concessione a Fabio Damian, avevano negato l'accesso a un 18enne adriese di origini etiopi, motivando col fatto che «altri neri avevano creato casino». Il caso è divampato, dividendo l'opinione pubblica: nel mezzo dell'estate, con la programmazione in corso, lo stop alle attività avrebbe piegato il titolare, nel cui stabilimento peraltro lavorano molte persone di origine straniera e anche africana. Dopo una serie di rimpalli al TAR, e un dialogo avvenuto tra il gestore e la famiglia del ragazzo respinto, la decisione di riaprire anzitempo il Cayo Blanco alle danze ha salvato la fine della stagione estiva. Ma resta comunque il problema dei poteri in capo ai buttafuori e della loro estensione arbitraria, anche in altri esercizi.

La salvezza conquistata a quindici minuti dalla fine dell'ultima partita del campionato di serie D 2018-2019, sul campo di Feltre, ha dato la scossa all'ambiente calcistico locale. Così, complice l'assessora allo sport Isabella Penzo, il presidente della Clodiense Ivano Boscolo Bielo e gli ultras dell'allora Union CS raccolti nell'associazione XXIII Dicembre hanno raggiunto uno storico accordo dopo otto anni: la società si sarebbe chiamata Union Clodiense Chioggia Sottomarina, avrebbe adottato il granata come solo colore e avrebbe visto il ritorno sugli spalti della curva sud Franco de Paolis. Per celebrare il momento, il presidente e il direttore sportivo Roberto Tonicello regalano alla tifoseria una ciliegina chiamata Giacomo Marangon, il più forte giocatore del girone, oltre alla conferma praticamente in blocco del nucleo che, affidato all'allenatore Mario Vittadello, aveva raggiunto un'inopinata salvezza pochi mesi prima. Il clima in città torna ad accendersi, in casa e in trasferta l'incitamento non manca (e anche una presa di coscienza sociale con la mobilitazione per il caso Cucchi e a ricordo di una vittima di femminicidio), la squadra abbandona i bassifondi per stabilizzarsi in zona playoff nella stagione 2019-2020. Il 5 gennaio 2020 a Tamai comincerà il girone di ritorno, e c'è chi sogna la serie C...

Per l'amministrazione comunale il 2019 è stato un anno speso sotto vari fronti, dalla conferma del "tesoretto" di 40 milioni derivante dalla Legge Speciale (finalmente si può spendere!) al confronto con i comitati di quartiere -Saloni, Fossetta- per le scelte urbanistiche demandate alla nuova assessora Alessandra Penzo, che rimpiazza la dimissionaria Elga Messina. In estate non sono mancate le polemiche per l'annullamento di manifestazioni come lo Street Food Festival o i carri allegorici del Carnevale estivo, fermati entrambi da adempimenti burocratici che penalizzano lo svolgersi degli eventi, mentre sono state lanciate alcune applicazioni che agevolano il rapporto con i cittadini, come Alert System che avvisa per via telefonica delle calamità in atto, oppure MyCicero che consente il pagamento digitale e a distanza dei parcheggi comunali affidati a SST. Il 2020 dovrebbe portare, finalmente, la conclusione dei lavori al teatro Astra e magari, chissà, la soluzione anche di altre vertenze aperte e delle quali si continua a parlare in sessioni "animate" del consiglio comunale. A livello politico, incombono le elezioni regionali di primavera, alle quali prevedibilmente concorreranno esponenti chioggiotti di tutti i partiti; e anche le elezioni comunali veneziane potrebbero avere riflessi metropolitani sul ménage clodiense, che a sua volta andrà al voto nel 2021: logico pensare che, dal prossimo autunno se non prima, inizieranno le grandi manovre...

Se dovessimo scegliere un simbolo dell'anno che si va a concludere, non possiamo non andare col pensiero alle tante voragini che si sono aperte nelle strade cittadine lo scorso maggio. Improvvisamente, nel giro di pochi giorni, hanno ceduto i terreni sotto Borgo San Giovanni, la Rebosola verso Ca' Pasqua, strada Madonna Marina, via Marco Polo e il tratto che congiunge via della Fossetta al cavalcavia: prontamente tutte queste falle sono state sanate dai solerti operatori, ma resta impressionante la concomitanza nel tempo e nello spazio, in una città che attende nuovi lavori di manutenzione al ponte translagunare delle Trezze, a quello che attraversa il Brenta, il nuovo(?) ponte sulla Fossetta, la messa in sicurezza della rotatoria tra viale Mediterraneo e via Domenico Schiavo, la doppia viabilità per accedere all'isola Saloni... ripensando alle voragini di maggio, non resta che augurare: Chioggia, «vien fuòra da chela busa!».

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