lunedì 30 gennaio 2017
ULTIMA SPIAGGIA, RIMOSSO UN CHIOSCO. E DOPO IL CONSIGLIO PARTONO GLI ESPOSTI
Non sono state sufficienti otto ore di discussione, in un consiglio comunale che si è esaurito con il solo primo punto all'ordine del giorno, per dipanare la matassa relativa al caso Ultima Spiaggia che investe il sindaco Alessandro Ferro. Tenuto a dare spiegazioni, il primo cittadino si è dichiarato non colpevole di conflitto d'interesse, ribadendo di essere socio accomandante (senza responsabilità di gestione) e precisando che la commercialista Alessandra Penzo -che cura i conti della società balneare in questione- è stata nominara revisore dei conti supplente e non remunerata di SST in quanto persona di fiducia del sindaco stesso. Ferro ha poi glissato sull'opportunità del subentro da parte della moglie Sara Crivellari nella concessione adiacente, avvenuta nel luglio scorso quando l'architetto di Sant'Anna era già sindaco e pure avente in carico il referato al demanio.
Non si sono fatte attendere le bordate dell'opposizione, principalmente dai consiglieri Marco Dolfin (Lega Nord), Jonathan Montanariello (PD), Beniamino Boscolo (Forza Italia) e dall'ex sindaco Giuseppe Casson. In particolare Dolfin, in seguito ad un accesso agli atti, verte la propria accusa riguardo l'assenza di una SCIA commerciale, circostanza necessaria all'esericizio, che in assenza inibirebbe l'attività in quanto abusiva. Non solo: nei quindici giorni tra l'ultima seduta di consiglio e quella odierna, dalle parti dell'Ultima Spiaggia a Isolaverde è stato rimosso un chiosco: «Forse abusivo», si chiede Dolfin, «e fatto sparire in fretta e furia a seguito delle sentenze ben note». L'assemblea ha avuto momenti un po' teatrali, con "Titta Nane" Dolfin a sbracciarsi come in tartana, e "Toffolo Marmottina" Ferro a implorare: «Ho fatto tutto con libertà, in buona fede, con trasparenza. La sera voglio dormire tranquillo, ho famiglia», annunciando l'intenzione di uscire dalla società Ultima Spiaggia sas.
Le opposizioni, ben poco soddisfatte delle risposte ricevute, prima si dichiarano pronte alle dimissioni in blocco, poi annunciano con il consigliere Dolfin la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica, mentre tutti i gruppi consiliari invieranno all'ANAC -Autorità Nazionale AntiCorruzione presieduta dal magistrato Raffaele Cantone- le carte della vicenda, attraverso la segretaria generale Michela Targa. L'impressione è che l'affare Ultima Spiaggia sia lungi dal definirsi, e che se ne parlerà con ordini del giorno ad hoc anche nel prossimo consiglio, fissato il 6 febbraio.
7 commenti:
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Sará mica un sindaco sto personaggio. Fa persino pena. i
RispondiEliminaSì sì fa pena ma le sue cose le sa fare anche troppo bene
EliminaSe dopo vogliamo parlare della sua faccia e di chi lo circonda questa è un altra cosa .
VADA A CASA TUTTI E CHI LO HANNO VOTATO
Questo è peggio di tutti prendendo tutti per il c......
A casa mia sti personaggi i se CIAME MUSI DE LUMINETO
Eliminanon so se qualcuno si renda conto della gravità della situazione che si è creata a Chioggia. Sta terminando nel peggiore dei modi.
RispondiEliminaFinisce tutto in una bolla di sapone. Tutto normale in questa italia tutta da ridere. Chi sbaglia nn paga, e quindi il sindaco, paladino della trasparenza e dell onestá, continuerá a prenderci in giro, autarizzandosi come e quando vuole
RispondiEliminaENNESIMA COMMEDIA ALL' ITALIANA. TUTTO NORMALE. SI SAPEVA.
RispondiEliminaSe si sapeva, perché li avete votati?
RispondiEliminaIn questa faccenda pochi usciranno a testa alta.
Non il sindaco: speriamo che sia innocente perché il suo ruolo non sia definitivamente sputtanato, ma nella migliore delle ipotesi fa la figura di chi non sa nulla, neanche delle sue carte personali.
Non i 5 stelle: fanno la figura degli incapaci, che si fidano degli slogan e non controllano davvero la candidatura più importante (può sfuggirgli di tutto, dunque), e tacciono per otto ore, limitandosi a dire di avere fiducia nel primo cittadino.
Non i loro elettori, che pretendono di lasciarli governare e NON CAPISCONO che il conflitto di interesse non è uno slogan, non è una questione privata, ma una lesione dei diritti di chi quegli stessi interessi vede negati. Sono i frutti di trent’anni di politica?
Non escono a testa alta i partiti, che in nome del rinnovamento hanno scelto di votare il peggiore: il bello delle elezioni amministrative è che i cittadini controllano da vicino l’operato degli amministratori e non rispondono necessariamente a logiche di partito. Bisognava scegliere la vera onestà, non quella gridata in piazza. Bisognava completare i percorsi iniziati, non lasciarli in mano a chi non sa neanche se le proprie imprese hanno o no le autorizzazioni o pensa di fornirle dopo.