DEPOSITO GPL: LA SOVRINTENDENZA CON UNA MANO CHIEDEVA CAUTELA, CON L'ALTRA NON OBIETTAVA DANNI AL PAESAGGIO

Nuovi particolari emergono riguardo la proroga di due anni che il direttore generale del Ministero per lo Sviluppo Economico, Gilberto Dialuce, ha concesso a Costa Bionergie per ultimare il deposito gpl in Val da Rio. La rivista online Staffetta, che si occupa delle fonti di energia, svela che la proroga è stata motivata dai ritardi nei lavori, dovuti al ricorso ad una particolare tecnica di fondazione dei serbatoi di gpl richiesta dalla Sovrintendenza dei Beni Archeologici del Veneto, la stessa che ora eccepisce la mancanza di autorizzazione paesaggistica, e inoltre al ritardo nel collaudo della banchina di arrivo dei serbatoi di gpl. Finora l'azienda ha speso 15 milioni dei 23 preventivati. Il sito scrive che la Sovrintendenza nel luglio 2014 aveva richiesto, a proposito della tumulazione dei tre serbatoi da 3mila metri cubi ciascuno, una particolare tecnica di fondazione al fine di evitare manomissioni del suolo, senza avanzare allora alcuna obiezione di carattere paesaggistico. L'estensore dell'articolo si chiede se non sarebbe il caso di introdurre una legge che imponga un termine preciso e breve per opporsi, decorso il quale si possa dare certezza a chi vuole dar corso alla propria attività, così come è stato previsto per gli appalti pubblici. Ancora una volta il deposito gpl di Chioggia diventa un caso nazionale: il ministero resta intanto in attesa di conoscere il ricorso che Costa Bionergie intende presentare al TAR del Veneto contro l'ordinanza di demolizione.