Chioggia è un centro storico pensato, edificato e urbanizzato a partire dal tardo medioevo nella forma con cui lo conosciamo e viviamo oggi, ne fa prova la rinascimentale mappa del Sabbadino e non solo la presenza di una dozzina di ponti. Più di altre città, presenta barriere architettoniche spesso insormontabili, che non consentono l'accesso -ad esempio- ad alcuni uffici, al cinema, all'auditorium. Ma anche gli slalom tra le fioriere e i dissuasori di velocità (per i mezzi motorizzati), i parcheggi riservati che non di rado vengono occupati dai "troppo furbi", altri disagi temporanei e improvvisi. Questa mattina Chioggia Azzurra ne ha parlato con Claudio Girotto, che illustra una situazione a volte non immediatamente comprensibile ai "normodotati" e chiede al più presto misure che consentano a lui e a tanti altri di vivere allo stesso modo degli altri cittadini.
venerdì 31 marzo 2017
2 commenti:
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Ehh no, adesso si pretende in po’ troppo.
RispondiEliminaLa passerella sul canal Vena, a parte l’obbrobrio architettonico, costata non poco alla collettività, non vedo come sia possibile criticarla dal punto di vista dei disabili. Se per evitate le scorrerie di bici e moto hanno messo delle fioriere, le stesse le avranno posizionate secondo le normative vigenti che permettano il passaggio di carrozzine per i portatori di handicap. Certo che se anche questi ultimi pretendono di passare con delle carrozzine elettriche a velocità sostenuta, non è possibile farlo.
Idem per quanto riguarda la passerella sul canale Lombardo.
I servizi igienici idonei per i portatori di handicap in centro storico, se parliamo di quelli pubblici, non esistono neanche per i normo-dotati. Quelli privati (bar e negozi) se trattasi di vecchia gestione, a malapena li trovi. Se invece hanno licenze recenti, è d’obbligo il bagno per handicappati.
I parcheggi in centro storico destinati ai disabili sono tanti (forse troppi), ma sono anche tanti gli autorizzati disabili a parcheggiarvi.
Il comando dei vigili, è vero ha una scala che ne impedisce l’accesso. Però, in Calle S. Cristoforo dove hanno sede altri uffici dei vigili, fra cui il comandante e il suo vice, l’immobile ristrutturato negli anni ’90 del secolo scorso è provvisto di rampe e di ascensore idoneo ai disabili in carrozzina.
Il Palazzo Municipale, ove ha sede la maggior parte degli uffici pubblici, è stato da parecchio tempo adattato all’idoneità per il superamento delle barriere architettoniche.
Per non parlare del ponte sul Perotolo, di fronte al museo diocesano. L’allora consigliere comunale Marcellino Boscolo ha preteso uno scivolo su ambo i lati del canale, costati parecchi migliaia di euro, perché a suo dire il ponte appena costruito non era idoneo per i disabili, e questo è vero. Però a distanza di 100 metri dal citato ponte hanno costruito ben 2 ponti per disabili.
Ma al prof. Anton Maria Scarpa (da poco scomparso) questi due ponti non andavano bene ed ha fatto modificare le parti terminali degli stessi perché talvolta i poggiapiedi delle carrozzine toccavano. Nessuno a suo tempo ha obiettato che di fianco a tali ponti ci sono le rive “in piano” che tranquillamente tutti possono percorrere, anche chi è in carrozzella.
Concordo con te su tante cose, però è anche vero che le barriere messe per ostacolare i deficenti che passano in moto o in bici in effetti impediscono molto il passaggio alle carrozzine. Purtroppo però se non ci fossero correrebbero come pazzi anche sui passaggi pedonali
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