sabato 23 ottobre 2010

Claus Von Stauffenberg


Claus Schenk von Stauffenberg nacque a Jettingen-Scheppach, in Baviera, nel 1907; proveniente da una aristocratica famiglia cattolica, non aderì mai pienamente al Nazismo. Intrapresa la carriera militare nella Wehrmacht, allo scoppio della seconda guerra mondiale prestò servizio nel corpo di rifornimento dell’esercito, in Polonia, dal settembre 1939 al giugno 1940, quando fu trasferito al comando supremo di Berlino.Successivamente fu inviato in Africa come ufficiale di Stato Maggiore della 10. Panzer-Division col grado di tenente colonnello[2], ma, il 7 marzo 1943, venne ferito gravemente durante un attacco aereo inglese; il famoso chirurgo Ferdinand Sauerbruch riuscì a salvargli la vita, ma non poté impedire la perdita della mano destra, dell'occhio sinistro e due dita (anulare e mignolo) della mano sinistra. Nell’ottobre del 1943 venne promosso colonnello ed assegnato allo Stato Maggiore della riserva a Berlino, sotto il comando del generale Friedrich Olbricht.
Nonostante le sue condizioni von Stauffenberg, per spirito di fedeltà alla Patria, continuò a prestare servizio nell'esercito, ma con animo risolutamente antinazista, tanto che da quel momento si dedicò completamente al tentativo di liberare la Germania da Hitler, dopo essersi reso conto che questi stava portando il proprio paese verso la distruzione ed il suo pensiero fu esposto in una lettera che inviò alla moglie nel marzo del 1943: "Sento il dovere di fare qualcosa per salvare la Germania; noi tutti, ufficiali dello Stato Maggiore, dobbiamo assumere la nostra parte di responsabilità". Nello stesso periodo, in un'altra lettera, espresse il parere che, anche se il tentativo di compiere un attentato contro Hitler fosse destinato al fallimento, "lo si deve compiere egualmente: la cosa importante è dimostrare davanti al mondo e davanti alla storia che il movimento di resistenza tedesco è esistito e che ha osato passare all'azione, a prezzo della vita".
Fu così che venne ordita la congiura degli ufficiali tedeschi contro il Führer, ed al complotto parteciparono, insieme a lui, anche altri alti militari, tra i quali il generale Ludwig Beck, già capo di Stato Maggiore della Wehrmacht, ed il generale Henning von Tresckow, esperto in strategia. L'attentato fu fissato per il 20 luglio 1944 e si sarebbe realizzato nella sede del quartier generale di Hitler, la cosiddetta tana del lupo, a Rastenburg e venne denominato "Operazione Valkiria": la bomba, contenuta all'interno di una valigetta, fu posizionata vicino ad Hitler dallo stesso von Stauffenberg, ma venne spostata da qualcuno qualche metro più lontano; questo fatto, insieme ad altre sfortunate circostanze – per il forte caldo, la riunione si svolse in un edificio in legno con le finestre aperte e non nel bunker dove l'esplosione, non potendosi sfogare all'esterno, sarebbe stata enormemente più devastante; Stauffenberg aveva predisposto originariamente due bombe, ma a causa dell'anticipazione della riunione di 30 minuti, nella fretta riuscì ad armarne solo una; il tavolo della riunione, costruito in solido legno di quercia, attutì ulteriormente la forza d'urto dell'esplosione - fece fallire l'attentato.
Immediatamente dopo lo scoppio Stauffenberg, come pianificato, fece ritorno a Berlino per assumere il comando militare dell'operazione in Bendlerstrasse, per condurre da quella sede il colpo di Stato. Hitler tuttavia sopravvisse quasi incolume all’esplosione e Stauffenberg, Beck, Olbricht, il capo di stato maggiore colonnello Albrecht ed altri congiurati vennero fatti arrestare dalle SS e dalla Gestapo, così come tutti coloro che in qualche modo erano venuti a contatto con loro. Gli arrestati furono torturati per ottenere rivelazioni, poi vennero trucidati, spesso senza nemmeno un processo.
Anche von Stauffenberg fu arrestato e fucilato assieme agli altri congiurati nella stessa notte del 20 luglio 1944 nel cortile del Bendlerblock, sede del Comando Supremo dell'Esercito a Berlino. Fu poi detto che prima di essere ucciso, Stauffenberg avesse gridato: "Lunga vita alla Sacra Germania". Su ordine del Führer, tutti i membri delle famiglie dei colpevoli dovevano essere eliminati: questo portò anche all'arresto, alla deportazione e uccisione di molti innocenti, che avevano la disgrazia di condividere il nome, anche senza essere parenti, dei congiurati. Per quanto riguarda la famiglia von Stauffenberg il fratello maggiore, Berthold, fu giustiziato; la moglie di Stauffenberg, Nina, ed i suoi quattro figli (la donna era incinta della quinta figlia, Konstanze, che sarebbe nata il 17 gennaio 1945 a Francoforte sull'Oder, durante la prigionia) furono arrestati dalle SS; i quattro figli furono messi, sotto falso nome, in un orfanotrofio in Bassa Sassonia. Successivamente e fino alla fine della guerra, Nina venne tenuta prigioniera in provincia di Bolzano. Liberati dall'arrivo delle truppe alleate, tutti i membri della famiglia poterono finalmente riunirsi dopo la fine della guerra. Nina è morta nel 2006.
Nel Dopoguerra, a Berlino, la Bendlerstrasse fu ribattezzata Stauffenbergstrasse. Vi è stato eretto un monumento alla Resistenza tedesca e nelle vicinanze un museo (aperto nel 1994) onora tutti i partecipanti al “complotto di luglio” insieme ad altri oppositori al nazismo.
Von Stauffenberg fu un patriota,per salvare la patria da un pazzo che la stava portando alla catastrofe non esitò a mettere a repentaglio la sua vita e quella dei suoi familiari.
E noi consiglieri comunali a Chioggia,cosa stiamo facendo per salvare la nostra città dal disastro????

6 commenti:

  1. Fermo restando il giudizio senz'altro positivo nei confronti dei congiurati dell'operazione Valchiria; con tutti i difetti possibili del nostro sindaco, il sottinteso paragone Hilter-Romano Tiozzo mi pare un po' esagerato........
    Che ne dici Andrea, troviamo un altro esempio?

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  2. dici?mi sembra invece molto calzante....in scala ridotta i disastri ci sono tutti,come Hitler anche Romano ha fatto fuori,almeno ha cercato,più di uno ( Malaspina,Beniamino,Convento do you remember?) alla fine come tutti i dittatori anche Romano non morirà nel suo letto ( politico) noi non siamo congiurati, è vero però che quelli che più rischiano, siamo noi che ci esprimiamo con chiarezza contro questo personaggio di cui l'intera città a partire dai suo ex amici di comunione e liberazione per finire ai sui ex insegnanti del liceo sono sopraffatti dalla delusione.
    Non pensi che io,Brunetto,Aprile e Giorgio Vianello siamo quelli che stanno rischiando più di tutti???

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  3. Non penso proprio. comunque vada stasera, con la vostra iniziativa riuscirete (magari non tutti) ad ottenere la prossima volta un credito elettorale sufficiente per ritornare in consiglio. E' stata una mossa ben calcolata e tutto sommato non troppo rischiosa. Questa è la politica e tutto sommato la sapete fare.

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  4. ti ringrazio ma non è proprio così,siamo sicuri che i miei vertici del PDL mi rimettereanno in lista?rivinceremo le elezioni?ricvevo anche critiche ( a dirti il vero pochissime) per questa mia...veracità???

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  5. ti sembrerà un'eresia, penso sinceramente - e come me ti assicuro molti altri - che se non ti ricandidasse il pdl (tradendo la fedeltà che gli hai sempre dimostrato) avresti più di una possibilità di metterti in luce anche da altre parti. La verità è apprezzata dalle persone perbene e rifiutata ai poco di buono. Quindi fai questo semplice ragionamento: se il pdl non ti ricandiderà vuol dire che non apprezza la verità e quindi...

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  6. caro amico anonimo avrei tante cose da dire su questo ma debbo scappare,ti ringrazio cmq dei tuoi complimenti mi fanno sicuramente molto piacere e spero di non deluterti mai. Ciao a presto

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