
sabato 20 luglio 2013
CA' LINO INDIGNATA: NON SIAMO NOI LA BANDA BASSOTTI

5 commenti:
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si e' scritto e parlato molto su questa vicenda. e' difficile spiegare tutto in poche righe, anche perche' una sola parte in gioco, e mi riferisco alle darsene, e' entrata in campo con un fair play assai discutibile, attaccando tutto e tutti, tirando colpi e offese a chiunque e gridando alla persecuzione non appena qualcuno si fosse appena permesso di fare qualche osservazione. il post della gentile cittadina di Ca'Lino e' significativo di questo clima. Speriamo davvero che prima o poi emergano le tante contraddizioni messe (letteralmente) in piazza dai manifestanti che osano mandare frecciatine persino nei cofronti di chi ha pianto dei morti in Romea. forse qualcuno, invece di insultare e rovinare l'immagine della citta' con un accampamento indegno e pietoso, dovrebbe avere piu' rispetto per tutta la comunita' che vuole e pretende un'opera pubblica di importanza storica. La trasparenza che si pretende va dimostrata, caro M.M.!
RispondiEliminae una cosa vergognosa che si permetta di dire e di fare delle cose prendendo ingiro le persone.LE persone che stanziaono sotto il comune dovrebbero vergognarsi sono senza pudore si nascondono dietro ad un senso civico al dir poco iniscutibile ...
RispondiEliminaAndrea! cambio argomento perche' mi giunge una new clamorosa: la Corte dei Conti di Venezia ha emesso la sentenza di condanna in primo grado per danno erariale nei confronti di Romano Tiozzo, la sua giunta (Riccardo Rossi compreso) ed il suo segretario generale Natale: 280 mila euro da restituire (240 per iil solo ex sindaco) per gli indebiti stipendi d'oro dell'allora capo di gabinetto Piero Gallimberti.
RispondiEliminacorreggo parzialmente l'ultimo commento dell'"attento" lettore: non si tratta di condanna ma di citazione in giudizio. L'udienza ci sara' in ottobre, e vedremo come andra'...
RispondiEliminaE’ come se ci fosse una sorta di barriera mentale nei confronti di chi, per scelta o per censo, abita nelle frazioni. Sembrerebbe che oltre alle porte di Chioggia ci sia il deserto, il nulla, che, però, a periodi ciclici (elezioni) tutti si precipitano in questo loro “nulla” che improvvisamente si anima per chiedere voti, fare promesse, dare risposte ai cittadini per poi dimenticarsene un nano secondo dopo la chiusura delle urne. Chi vive, si fa per dire, nella metropoli (Chioggia) e, qui mi riferisco anche al cittadino comune, ha un atteggiamento nei confronti delle frazioni come di fastidio, di distacco. Negli anni, e qui parlo di Sant’Anna, sono stati chiusi degli uffici distaccati del comune che tanto utili erano per i santananti. Le corse delle corriere si sono molto limitate nel tempo. Faccio un esempio che può definirsi emblematico della considerazione che gli amministratori hanno nei nostri confronti: il semaforo di Sant’Anna, caso ormai di psichiatria dilaniante dissociata. Infatti, per immettersi o per lasciare la Romea hai a diposizione “ben” 11 secondi circa, il che vuol dire che se sei la terza vettura e il primo ci impiega una frazione di secondo in più per ripartire vuol dire che non passi e devi aspettare altri tre minuti, perché tanto dura il rosso. Questo inconveniente è già stato segnalato a chi di dovere, anche in questo caso non si è fatto nulla; eppure mi sembra che la legge si stabilità, almeno in questo caso non centri nulla. Ora nascono polemiche sulla barriera del cuneo salino e relativo ponte che finalmente, potrebbe in futuro, essere l’inizio di una nuova viabilità che colleghi Sottomarina, Sant’Anna e, perché no Cavanella D’Adige, evitando di percorrere la Romea. Ma tutto questo, ovviamente, non si farà, o meglio passeranno moltissimi anni. Per Il Comitato Cittadino di Sant’Anna la questione del ponte era buona occasione per inserirsi nella discussione, invece sta latitando.
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