venerdì 26 luglio 2013

CONTROLLI IN PESCHERIA – VENDE PANGASIO SPACCIANDOLO COME CERNIA - DENUNCIATO PER TENTATA FRODE COMMERCIALE

I CARABINIERI DELLA motovedetta CC 803, unitamente a personale del Servizio Veterinario e SIAN della locale ASL nr.14, nel corso di un servizio finalizzato alla prevenzione e alla repressione della commercializzazione di prodotti ittici di dubbia provenienza e/o sprovvisti di etichettatura atta a risalire alla rintracciabilità degli stessi, procedevano al controllo dI UNA PESCHERIA ubicata IN Isola Verde di Chioggia, Al momento del controllo, all’interno del banco frigo della pescheria erano esposte in vendita diverse specie ittiche ( molluschi, branzini, orate ecc.) e tra queste 6 filetti di pesce da 300gr. circa, sui quali sui quali era stato messo il cartellino “F. CERNIA FRESCO - €15,00 Kg). Poiché di primo acchito non sembrava potessero essere filetti di cernia, ma presumibilmente di altra specie marina, i filetti venivano sottoposti a “vincolo sanitario”, campionati e inviati presso l’Istituto di Adria per l’individuazione della specie. IL SUCCESSIVO esito ha stabilito che si tratta di pesce Pangasio, IL CUI COSTO E’ NOTEVOLMENTE INFERIORE A QUELLO DELLA CERNIA. Nel prosIeguo dell’ispezione, all’interno del frigorifero adibito alla conservazione delle bevande, venivano rinvenuti DEI vasetti da gr. 450 contenenti “alici marinatE”, sprovvisti della prescritta etichettatura, mentre in un’altra cella frigo venivano rinvenuti altri 50 kg. circa di prodotti ittici (anelli di totano, branzini, code di rospo seppie decongelate filetti di persico ecc. ecc.) sprovvisti di documentazione atta a stabilirne la provenienza (mancanza di rintracciabilità) . Tutto il predetto prodotto ittico in questione, compresi i vasetti di alici marinati, per un valore commerciale di CIRCA 1000 EURO è stato sottoposto a sequestro amministrativo. Per quanto precede IL TITOLARE DELLA PESCHERIA è stato:- · deferito all’A.G. per IL REATO DI TENTATA FRODE IN COMMERCIO, perché metteVA sui filetti di Pangasio il cartellino indicaNte che si trattava di filetti di cernia; · contravvenzionato, per la violazione di cui all’art.3 punto 1 e 3 del D.L.gs nr.109, con sanzione pari a € 3.166 ai sensi dell’art.18 del medesimo decreto, perché poneva in vendita al consumatore, confezioni di alimenti (alici marinati) sprovviste di etichetta; · contravvenzionato, per la violazione di cui all’art.18 del Regolamento CE nr.178/2002, con sanzione pari a € 1.500 ai sensi dell’art.2 del D.Lgs nr.190 del 05.04.12006, perché deteneva 50 kg. circa prodotti ittici sprovvisti di documentazione fiscale/amministrativa atta a risalire alla sua rintracciabilità;



  il commerciante di pesce ha voluto darci dei chiarimenti Ci siamo sentiti con il titolare della pescheria interessata al provvedimento del comunicato sopra riportato, il quale con molta amarezza ma senza alcuna polemica nei confronti delle forze dell'ordine ha voluto fare alcune precisazioni. In 23 anni di attività non ha avuto nessuna contestazione o verbale da parte di nessun organo di controllo. Negli ultimi anni le procedure per svolgere quel particolare tipo di attività commerciale, molto impegnativa per tempi e orari di lavoro ( si inizia prestissimo e si finisce tardissimo) sono via via diventate sempre più gravose e, purtroppo, a volte, pur garantendo la qualità e la giusta conservazione dei prodotti ( sulla quale ha voluto ulteriormente precisare di aver sempre avuto la massima attenzione) non sempre si riesce ad esaurienti come, giustamente, prevede la normativa. Si è trattato di un disguido e di aver provveduto a garantire tutte conformità richieste e adempire nel limite del possibile i doveri del buon commerciante. Un ultimo messaggio che riportiamo pari pari: " mi rivolgo ai lettori in particolar modo a chi commercia il medesimo prodotto che la sicurezza appresa con gli anni di esperienza non basta per garantire un prodotto di qualità bisogna insomma certificarlo per essere in regola con tutto."

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