venerdì 30 settembre 2016

FURTO ALL'ARENA ARTIS, IL VIDEO INCHIODA UN GIOVANE. HA RUBATO SOLO I SOLDI DELLE MACCHINETTE DEL CAFFÈ


Non si è ancora spenta l'eco dell'ennesimo furto, che due notti fa ha colpito Arena Artis, meritoria associazione che coltiva i talenti artistici dei giovani chioggiotti. Il video girato dalle telecamere di sorveglianza mostra un uomo dall'apparente età di 25-30 anni, che ha agito da solo introducendosi nei locali con una pila in mano e senza un'automobile all'esterno. Ulteriori particolari, dal look al vestiario, sono noti alle forze dell'ordine. Limitati i danni: non manca niente dell'attrezzatura in dotazione ad Arena Artis, mentre sono stati trafugati i soldi delle macchinette del caffè. Il ladro ha divelto due porte, una facente capo ad Euro Kickboxing, dove ha rovistato e sottratto un bastone, che assieme al supporto di una batteria è servito a scassinare gli erogatori di bevande.
Le attività dell'associazione sono già riprese dopo che i volontari hanno sistemato e ripulito l'ambiente. Antonia Varagnolo, factotum dell'Arena Artis, ha ricevuto la solidarietà e la vicinanza di molti genitori.

giovedì 29 settembre 2016

ISAMAR CHIUDE UNA STAGIONE DA RECORD: LA FESTA CON L'EX PILOTA DI F1 JOHNNY CECOTTO


Serata di gala a Isamar per la chiusura della stagione. Come da tradizione il Villaggio ha festeggiato con una cena la chiusura della struttura e ha dato appuntamento ai clienti alla prossima stagione. Ai festeggiamenti era presente anche il grande campione di motociclismo e Formula 1 Johnny Cecotto (nella foto con il direttore della struttura Roldo Canal). Cecotto -venezuelano classe 1956- cominciò la sua carriera con una moto regalatagli dal padre originario del Friuli. Nel 1981 passò alle quattro ruote con la Minardi in Formula 2. Il debutto in Formula 1 avviene nel 1983 con la poco competitiva squadra Theodore prima di passare nel 1984 alla Toleman insieme ad Ayrton Senna. A fare gli onori di casa agli ospiti c’era il direttore Roldo Canal: «La stagione –spiega– non era partita bene a causa di un giugno a dir poco piovoso. Poi però abbiamo registrato un luglio e agosto in crescendo e un ottimo settembre che ci fa ben sperare per il futuro. Con le nostre tantissime presenze Isamar si conferma, anche quest’anno, la prima struttura del territorio in termini di ricettività e di arrivi e presenze di turisti. Il tutto grazie anche ai tanti investimenti soprattutto strutturali fatti all’interno del Vilaggio. Archiviato il 2016 puntiamo ora con decisione al 2017 sperando di migliorare ulteriormente i nostri numeri».

mercoledì 28 settembre 2016

PUNTURA DI VESPA UCCIDE ANZIANO ORTICOLTORE A SOTTOMARINA


Disgrazia nei campi di Sottomarina, tra il lungomare e la caserma dei carabinieri. Questa mattina la puntura di una vespa è stata fatale ad un orticoltore di 72 anni, del luogo. Pare sia stato un intero alveare ad aggredire l'uomo.

Ulteriori aggiornamenti in seguito.

l'area dove sarebbe avvenuta la disgrazia E' stato ucciso da uno sciame di vespe, Ermete Boscolo Papo di 72 anni, residente in via del Bosco. Inutili i tentativi di rianimazione del personale del SUEM che hanno tentato più volte le vari manovre di rianimazione: compreso le punture di adrenalina, l'anziano era già in arresto cardiaco quando, sembra un vicino, si è accorto del malore dell'uomo che era per terra vicino al garage.

COPPIA PARCHEGGIA L'AUTO, CHE SI METTE IN MOTO CON UN BIMBO PICCOLO RINCHIUSO DENTRO: I VIGILI DEL FUOCO RISOLVONO LA SITUAZIONE


Tutto è bene quel che finisce bene. Attimi di paura in tarda mattinata per una coppia che aveva parcheggiato l'auto in corso del Popolo a Chioggia, di fronte a calle Muneghette, lasciando il bimbo -età un anno e mezzo circa- nella macchina: in pochi minuti i due si sono ritrovati con la vettura messa in moto. Immediato l'intervento dei Vigili del Fuoco che, solerti come sempre, in brevissimo tempo hanno aperto l'auto e riconsegnato il piccolo ai genitori. Ancora sconosciuta la dinamica dell'accaduto: forse il bambino ha chiuso i portelloni mentre la madre caricava il passeggino. Di certo il piccolo non era sconvolto, anzi è stato ritrovato pacifico con il ciuccio in bocca e nessun pericolo per la sua incolumità.

L'ASSEMBLEA CITTADINA DI CA' BIANCA SI MOBILITA PER SCONGIURARE L'ARRIVO DI NUOVI PROFUGHI E MIGRANTI NELLA EX BASE MILITARE


la playlist degli interventi

Prima che succeda, Ca' Bianca mette le mani avanti e chiede il coinvolgimento dell'intera comunità clodiense. Lo scopo dell'assemblea cittadina di ieri sera nella frazione, partecipata anche oltre la cerchia degli abitanti strettamente coinvolti, era di fare il punto sulla paventata emergenza migranti che ricadrebbe -secondo le notizie di stampa- sulla ex base militare vicina al piccolo abitato di Ca' Pasqua. Il comitato civico presieduto da Davide Tiozzo ha invitato l'amministrazione comunale, le forze politiche e gli esponenti delle categorie economiche legate al turismo, per conoscenza della materia, oltre ai rappresentanti delle altre frazioni (vedi caso Bragosso): l'invito è stato raccolto dalle consigliere di maggioranza Ilaria Lunardi, Daniela Sassi e Daniele Padoan e da quelli di opposizione Beniamino Boscolo, Marco Dolfin, Marcellina Segantin e Romina Tiozzo, assente una delegazione del PD.

Al presidente Davide Tiozzo spetta il compito di una pacata e ragionevole introduzione: «Abbiamo paura di come verrà gestita la questione, non delle persone in sé. Soprattutto osservando le realtà limitrofe. Siamo una piccola comunità, non abbiamo scuole e nemmeno una sede delle forze dell'ordine, distiamo 10 km dalla caserma più vicina. Se succedono rivolte siamo in apprensione». Tra l'altro gli scuolabus sono mezzi pubblici e chiunque può salire: «L'aspetto sanitario è fondamentale e non abbiamo assicurazioni. Ci sono stati tre casi di legionella a Vigodarzere in circostanze simili». L'aspetto umano è di primaria importanza: «Queste persione vengono spostate da una parte all'altra come bestiame, non è consono a una civiltà nel 2016. Chiunque venga recintato e lasciato là per un anno a far niente può andare in escandescenze e creare difficoltà. Anche noi chioggiotti chiusi in un recinto non so quanto dureremmo assieme. Non sappiamo se verranno ammassati 50 o 100 o un numero maggiore di unità, ma il sovraffollamento della ex base di Conetta è un problema sociale». Sta di fatto che alla data odierna non c'è alcuna informazione che sia giunta al Comune: il comitato si è attivato da subito, con una riunione del direttivo non appena sono uscite le ipotesi sui giornali.

La vicinanza ai centri più abitati dovrebbe indurli ad analoghe riflessioni: «I popoli non li ferma nessuno, quando si spostano nel Mediterraneo. Quindi la strada tra Ca' Bianca e Sottomarina è irrisoria, le scelte dei governi stanno creando problemi ai Comuni che vivono di turismo», dice Davide Tiozzo. Perché «le persone si integrano in piccoli gruppi inseriti nei vari Comuni, non nei ghetti. Il problema più grosso è che ci sono Comuni che non ne hanno manco uno, vedi Cavarzere. Diventa sbagliato reperire un sito fregandosene del fatto che in quel Comune già ci siano ospiti, mentre gli accordi Stato-Regioni parlano di 3 migranti ogni mille abitanti». Tiozzo è geometra e avanza anche altri motivi di preoccupazione: «La ex base militare non è salutare, c'è eternit e versa in stato di abbandono con umidità: per forza andranno messi dei prefabbricati, va controllato il suolo e il sottosuolo per la compatibilità. Ma le nostre sono zone di bonifica, non sabbiose come a Sottomarina. Sotto c'è la torba, le strutture si piegano e inclinano». E non solo: di fianco alla base, divise da una sola rete, vivono tre famiglie che vanno ulteriormente protette.
La parola è poi andata alla consigliera comunale del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Lunardi, che vive nella frazione: «Avverto le stesse sensazioni di Davide, abitando a Ca' Bianca. Come M5S siamo contro i lager, e quello lo diventerebbe. Non dovrebbero essere permessi dalla legge. Ospitiamo queste persone, ma non in tale situazione, che non dà la possibilità di integrarsi attraverso lavori socialmente utili. Restare rinchiusi senza poter fare niente sfocia logicamente in comprensibili meccanismi di rabbia e stress». L'amministrazione sta facendo il possibile, sostiene Lunardi: «Abbiamo chiesto un incontro al prefetto Morcone a Roma, attendiamo la definizione di una data. Gli diremo assolutamente no all'apertura della base, intanto andremo in piazza da cittadini». Lunardi chiede la solidarietà di Chioggia e di Sottomarina: «La cosa non deve fermarsi al nostro piccolo mondo, agli ottocento di Ca' Bianca e Ca' Pasqua». Ribadisce infine il sì all'integrazione e all'accoglienza «con numeri limitati. Lavoriamo su questo. Sono la prima a temere che se aprono le porte a “pochi”, poi ne metteranno tantissimi. Non è possibile impiegare due anni a controllare lo status di un rifugiato».
Prende vigore in sala il dibattito sull'opportunità di una manifestazione di piazza, non contro migranti (che non vogliono vivere nei centri d'accoglienza e magari neanche in Italia, bensì raggiungere i parenti e opportunità di vita nei Paesi del nord Europa) bensì contro le scelte istituzionali e i timori di sovraffollamento rispetto alle decisioni iniziali, come è stato per Conetta. Alcuni si chiedono anche quale cooperativa sarebbe chiamata a gestire il centro nella ex base.

A quel punto interviene Giorgio Bellemo, presidente di Ascot, il cui discorso “provocatorio” è basato su fatti e vicende personali: «Il problema va oltre questa o quella frazione, ma investe il concetto di accoglienza, se la si vuole fare, e come affrontarlo. Il 14 agosto 2015 subisco un incendio doloso a Pontelongo. L'indomani il prefetto dà notizia della collocazione di dieci profughi, tutti maschi, del Bangladesh, a casa mia (una struttura con varie case comunicanti, parte di queste erano state poste sotto sequestro). Li segue una cooperativa di Mirano, il Comune l'ha saputo a mezzanotte. Sono andato dal viceprefetto a Padova ma mi ha detto che non gliene può fregare di meno, e di stare solo attento a che non si facciano male. Eppure non c'è guerra in Bangladesh, ma queste persone lavoravano in Libia. Tra le loro abitudini vi è prendere il sole integrale, nonostante la presenza di mia figlia piccola e di mio suocero. Abbiamo anche i mediatori culturali, sono due insegnanti, uno dei quali marocchino. Dopo un anno, alcuni bangladesi chiedono il permesso di soggiorno, che consente di stare in Italia per un anno alla ricerca di un lavoro: due me li sono ritrovati in spiaggia a vendere amuleti. E qui scatta il mio ruolo professionale, di presidente dei concessionari balneari: i miei associati sono controllati tutti i giorni dalla Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Capitaneria di Porto, ispettorato del lavoro, Inail, mentre queste persone no, e nemmeno le loro auto in sosta. Io vi invito a scoprire di persona questa realtà. Ho una storia comunista, ma se quello che ho detto è essere razzista, allora lo sono». La vibrante presa di posizione di Bellemo ha scosso l'ambiente, conducendo alla fine della serata a riaggiornare la seduta in presenza di eventuali novità.

martedì 27 settembre 2016

TURISMO, LIDI DI CHIOGGIA AL VIA DOPO IL VARO DELLA OGD. ANCHE JESOLO DALLA STESSA PARTE


Il consorzio Lidi di Chioggia è finalmente riconosciuto. Dopo un anno e mezzo di lavoro, la costituzione della Ogd (organizzazione per gestire la destinazione turistica) consente alla struttura di cominciare a lavorare in campo aperto: il battesimo all'hotel Le Tegnùe con un ospite di rilievo quale Alessandro Rizzante, presidente dell'Associazione Jesolana Albergatori, la più grande del settore nel Veneto. Il suo omologo di Sottomarina, Giuliano Boscolo Cegion, ringrazia le giunte Casson e Ferro per il lavoro preparatorio al lancio del consorzio di imprese, e guarda appunto all'esperienza di Jesolo: «Siamo in collaborazione, i rispettivi uffici informazioni devono essere collegati». Sottomarina punta al turismo ciclabile dal Delta del Po a Jesolo, anche sfruttando il passaggio attraverso i cassoni del Mose, e conta di ricevere dalla località a nord l'appeal per il turismo del divertimento. Dal canto suo Rizzante benedice l'unione di intenti: «La mia presenza qui non è casuale, le affinità sono note, entrambe le destinazioni insistono nell'ambito della venezianità e dell'alto Adriatico». L'incontro crea le condizioni per il rapporto futuro, proiettato all'internazionalizzazione del prodotto turistico: «Abbiamo in piedi accordi anche per il credito», conferma Rizzante, che rivendica la necessità di una volontà politica a sostegno, in piena sintonia con l'assessore regionale Federico Caner. Chissà che questo legame non riverberi i propri benefici anche sul centro storico di Chioggia, le cui specificità -arte, mercato, pescherecci, canali- meritano di essere ulteriormente esaltate da una pianificazione professionale adeguata.

lunedì 26 settembre 2016

LITIGA PER UN LIEVE INCIDENTE STRADALE E LE SPRUZZA SPRAY URTICANTE

Singolare e spiacevole episodio verificatosi questa mattina nel cuore del centro storico di Chioggia, Corso del Popolo nelle vicinanze di Piazzetta Granaio, richiamando l' attenzione di molti passanti e dei clienti dei bar delle vicinanze. Due signore hanno discusso talmente animatamente tanto che, in base alle dichiarazioni rilasciate sembrerebbe a causa di un incidente automobilistico-motociclistico accaduto in precedenza, una delle due ha estratto uno spray urticante abitualmente usato come autodifesa e lo ha spruzzato negli occhi della persona con la quale aveva intrapreso la movimentata conversazione.Signora che è stata subito soccorsa da persone amiche e dal personale di un bar che si è prodigato a portare acqua e salviette prima dell' arrivo dell'ambulanza. C' è ancora massima riservatezza in merito all' accaduto anche se, una parte protagonista, deciderà nel pomeriggio se comunicare eventualmente ulteriori risvolti. Di certo, la notizia dello spray urticante utilizzato in questa maniera impropria, ha fatto già discutere le persone presenti nelle vicinanze dell' area dove si è verificato il fatto, generando anche pareri diametralmente opposti. Mai toccare l'uomo di una chioggiotta, neppure per litigarci. L'hanno interpretata così, molti dei passanti che stamattina, verso le 11, hanno assistito all'ennesima “baruffa” in pieno corso del popolo, davanti a palazzo Granaio. Donna contro uomo, la prima accompagnata da una parente, il secondo dalla fidanzata. Ed è stata quest'ultima a dare un tocco di “originalità” alla baruffa spruzzando la rivale con lo spray al peperoncino che teneva in borsa. Come sia cominciato il litigio non è molto chiaro. Dalle parole che si scambiavano i due contendenti poteva essere una questione relativa un piccolo incidente stradale capitato in precedenza. Ma qualunque fosse il motivo, i due urlavano tanto da attirare l'attenzione della gente che, a quell'ora, non mancava di certo. Ma non c'era stato contatto fisico tra di loro. Poi è intervenuta la fidanzata dell'uomo. Forse perché lo vedeva in difficoltà? Forse perché non gli pareva abbastanza deciso nel rispondere all'altra donna? Forse perché aveva fretta di concludere quella discussione per andare altrove? Non lo sappiamo. Ma sappiamo che ha tirato fuori una bomboletta di spray urticante e l'ha spruzzata, in grande quantità, sul volto della donna che stava litigando col suo uomo. L'ha presa in pieno e ha preso anche la parente della rivale che le stava dietro: tutte e due si sono sentite lacrimare gli occhi, confondere la vista, gonfiare la gola e calare il respiro. Trasportate in ambulanza al pronto soccorso, le due donne sono state medicate con del collirio anestetico che ha attenuato loro il bruciore e dimesse poco dopo. Entrambe sporgeranno denuncia contro la donna che le ha “spruzzate”.

IL CORO "MARIELE VENTRE" DI CHIOGGIA NEL CUORE DELLO ZECCHINO D'ORO E SABATO SERA IN TV

Grandissime emozioni per il Coro “Mariele Ventre” di Chioggia , facente parte della “Galassia” dell’Antoniano di Bologna, che si è esibito sabato 24 settembre in diretta televisiva su varie TV nazionali, tra le quali “TV2000”. La giornata del Coro chioggiotto è iniziata alla mattina con la partenza da Chioggia alle 10.15. Al loro arrivo, nella stazione delle corriere di Bologna, sono stati accolti a braccia aperte da tutto lo Staff dello Zecchino e accompagnati nel parco della Montagnola, il quale, predisposto con tantissimi giochi e stand di vario tipo, ha offerto un grandissimo svago per grandi e piccini; non sono mancati naturalmente ad immortalare questo momento i cronisti televisivi RAI che hanno seguito l’evento fino alla sua conclusione. La giornata è poi proseguita, dopo alcuni momenti di ritrovo tra i direttori dei cori e tecnici televisivi, con lo spostamento verso Piazza Maggiore, luogo dello spettacolo. Alle ore 20.30, dopo alcune prove microfoni, finalmente è iniziata la diretta televisiva che ha visto in scena , oltre al coro Chioggiotto, altri 27 cori da tutta Italia per un totale di 600 ragazzi. Pochi sono stati i direttori dei cori che hanno avuto l’onore di dirigere questo vasto coro, uno dei quali proprio il chioggiotto Matteo Penzo, nonché il più giovane dei direttori, il quale, nonostante i suoi molteplici impegni di cantante a livello nazionale, gestisce, insieme al padre Carlo, la direzione dei ragazzi ormai da 4 anni. La serata è poi continuata con l’esibizione del mitico “Piccolo Coro” dell’Antoniano e di Francesco Gabbani (vincitore di Sanremo Giovani). Finita la serata il Coro è ritornato a Chioggia.

domenica 25 settembre 2016

DOPPI TURNI, BUSTE PAGA E SPOSTAMENTI IN LINEA 80 ACTV: UN AUTISTA SMENTISCE, "SOLO GELOSIA"

DOPPI TURNI, BUSTE PAGA E SPOSTAMENTI IN LINEA 80 ACTV: UN AUTISTA SMENTISCE, "SOLO GELOSIA". MA LA RENDITA DI POSIZIONE C'È O NO?
Dopo l'articolo pubblicato ieri da Chioggia Azzurra relativo alla questione degli straordinari alla base della "non collaborazione" degli autisti Actv nella linea 80 che collega Chioggia a Sottomarina, abbiamo ricevuto la telefonata di uno di loro, che rompe il silenzio e smentisce la ricostruzione fornita dalla nostra fonte. Per l'autista actv chioggiotto, i colleghi impegnati nella linea di prossima esternalizzazione sono 45 e non 30; inoltre a lui non risultano doppi turni in corso o dipendenti che di conseguenza percepiscano anche 3mila euro al mese di stipendio. "Non decidono i dipendenti, bensì l'azienda, se alcuni lavoratori vanno spostati da una sede all'altra", dice il dipendente actv , che aggiunge: "Ho piacere se altri vengono a lavorare a Chioggia per diminuire i disagi agli utenti, per dare più riposi a noi, e la maggior parte dei colleghi la pensa così". L'autista actv, che non è iscritto ad alcun sindacato, attribuisce a una "gelosia di chi lavora a Mestre" le notizie riportate da Chioggia Azzurra, e si dice pronto a esibire alcune buste paga a sostegno delle proprie tesi. Quello che non è chiaro, ancora, è se una rendita di posizione relativa agli straordinari ci sia o meno, e se sia fondamentale nell'agitazione dei dipendenti di linea 80. Chioggia Azzurra è ben disponibile a ospitare altri interventi in materia oltre a quello di Ermenegildo Casson, che ringraziamo per essersi esposto. Attendiamo anche le repliche del sindacato, finora latitante ai nostri microfoni.

sabato 24 settembre 2016

FORTE SAN FELICE : UN SUCCESSO LA GIORNATA DEL PATRIMONIO

Giornate Europee del Patrimonio: grande festa per il Forte San Felice Sono state davvero una grande festa per il Forte San Felice le “passeggiate patrimoniali” svoltesi nel pomeriggio di sabato 24 settembre. In una bellissima giornata di sole che ha esaltato i colori di questo sito speciale (l’azzurro dell’acqua della laguna e del mare, il bianco abbacinante del Murazzo, il verde variegato della vegetazione all’interno del Forte, il colore caldo dei mattoni degli edifici storici, …) più di 200 persone, suddivise in 4 turni di visita, hanno potuto finalmente varcare il cancello che chiude l’ingresso del Forte dal Murazzo. Sul cancello campeggia ancora la scritta “Marina Militare. Vietato l’accesso alle persone non autorizzate”, a ricordare che solo con l’autorizzazione dell’Autorità militare si può entrare e visitare l’antica Fortezza, che racchiude in sé 650 anni di storia. In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio che in tutta Europa si sono celebrate il 24 e 25 settembre per sensibilizzare i cittadini alla salvaguardia e all’amore per il patrimonio storico e culturale la Marina Militare ha rinnovato l’autorizzazione al Comitato per il Forte San Felice di organizzare visite dentro il Forte. “Riscoprendo San Felice” era il titolo dell’iniziativa nell’ambito del programma coordinato dal Consiglio d’Europa sotto l’egida del MIBACT. Ma per la stragrande maggioranza dei visitatori di vera e propria scoperta si tratta: sempre visto da fuori il Forte, sempre cercato di immaginare cosa c’è dentro, ed entrandoci l’aprirsi di una visione nuova, inconsueta, piena di suggestione. I visitatori sono colpiti dalla bellezza del posto e ne comprendono il valore storico inestimabile, ma misconosciuto, e con ciò esprimono il rammarico per le gravi condizioni in cui si trova. “Com’è possibile che abbiamo un tale patrimonio e lo lasciamo sconosciuto e in tale degrado, a rischio di perdita irrecuperabile?” Al termine delle visite i commenti sono unanimi, le persone si sono sentite più ricche interiormente, motivate a sostenere attivamente la campagna per il recupero del Forte. “Da una vita sognavo di metterci piede”: tanti altri aspettano di poterlo visitare e premono sul comitato affinchè si ottengano altre autorizzazioni. Le dichiarazioni dell’ammiraglio Camerini, a capo del Comando Marina Nord- e Centro Italia di La Spezia da cui dipende il nostro Forte, fatte recentemente in un incontro col Sindaco nella sala del Consiglio Comunale fanno sperare che si possa avviare in tempi brevi un processo concreto di dismissione del Forte e di un suo recupero. Ma centrale diventa l’azione e la decisione del Comune di Chioggia verso tutti gli Enti coinvolti. In uno dei turni di visita era presente anche il vice Sindaco Veronese Marco: contiamo si sia reso conto dell’importanza del sito e dell’urgenza di intervenire. Nel frattempo il Comitato continua nella sua campagna per i luoghi del cuore del FAI: più di 10000 firme sono state raccolte, la campagna dura fino al 30 novembre, vogliamo rimanere nelle posizioni di testa della classifica nazionale per dare più forza al nostro Forte e per questo chiediamo alla gente di aiutarci nella raccolta delle firme. La Convenzione di Faro sostenuta dal Consiglio d’Europa riconosce ai cittadini di potersi costituire interlocutori per le scelte sul destino dei beni culturali: pensiamo che la nostra campagna sia proprio uno strumento per tutti, di ogni età, ceto sociale, livello culturale di esserne protagonisti. Erminio Boscolo Bibi, Comitato per il Forte San Felice

ACTV, FINISCE LA "NON COLLABORAZIONE" DEGLI AUTISTI DI LINEA 80. MA GLI STRAORDINARI RESTANO UNA GRANA: E C'È CHI SE NE APPROFITTA


Gli utenti del servizio Actv che collega Chioggia a Venezia possono tirare un sospiro di sollievo. La convocazione, da parte della città metropolitana, di un incontro con le organizzazioni sindacali per martedì 27 settembre pone fine, infatti, allo stato di agitazione dei lavoratori, culminato con la famosa "non collaborazione" (ovvero la mancata copertura delle ore straordinarie che ha lasciato intere corse sguarnite per giorni). Il coordinamento delle rappresentanze sindacali unitarie subordina nuove decisioni all'esito dell'incontro, come recita un foglio affisso nei luoghi di lavoro.
Ma sempre più sta emergendo come la vera posta in palio, a seguito della privatizzazione della linea -se l'è aggiudicata una società di Verona- non sia la salvaguardia dei posti di lavoro o il rischio di licenziamenti, bensì proprio gli straordinari e i ricchi emolumenti che ne conseguono. Da colloqui interni tra i piloti, alcuni si aspettavano la solidarietà dei colleghi di Mestre e Marghera, oltre che della navigazione, che non è arrivata manco dal personale delle linee urbane chioggiotte. Soprattutto, si apprende che nel 2010 alcune agitazioni interne hanno bloccato 20 trasferimenti di autisti da Mestre a Chioggia, caldeggiati sia dall'azienda che dai sindacati: se fosse successo, probabilmente sarebbe stato più difficile per la città metropolitana privatizzare la linea, in quanto un acquirente avrebbe incontrato maggiori difficoltà nel pagare 50 stipendi anziché 30. Questa circostanza è motivata con la copertura degli straordinari e dei doppi turni, ovvero le trenta unità presenti in laguna sud fanno volutamente il lavoro di cinquanta (garantendo, fino alla "non collaborazione", un servizio impeccabile che non ha mai fatto saltare una corsa), mettendosi in tasca più soldi rispetto ai colleghi della terraferma veneziana: lo stipendio mensile di un "parametro 186" come può essere un autista di Chioggia arriva anche a sfiorare i 3mila euro, anziché 1780 previsti dal contratto collettivo nazionale, al confronto di un comandante di motonave (parametro 230, il massimo esistente in Actv) che consegue 2200 euro mensili.
Non solo: c'è una vera bagarre fin dalle prime ore del mattino per accreditarsi le ore straordinarie della giornata, tanto che tempo fa alcuni colleghi sono addirittura venuti alle mani per avere la priorità di scelta. All'arrivo dell'impiegato dell'ufficio turni, questi ultimi erano già stati assegnati in via informale, una prassi che rendeva esauriti gli straordinari di giornata già prima delle 9. Col risultato -del tutto locale- che lo straordinario era tale per modo di dire, venendo scontato già direttamente in turno, con prestazioni spalmate nelle corse urbane di Chioggia, aggiuntive alle 4 ore e 40 minuti di lavoro extraurbano (su 7 ore curricolari). A Venezia, invece, per poter aderire allo straordinario un pilota deve prima eseguire le 7 ore di lavoro ordinario. Un andazzo che ha rimpinguato le borse di alcuni, magari gli stessi che stanno per veder scritta la parola fine a privilegi ritenuti insopportabili dagli stessi colleghi.

venerdì 23 settembre 2016

LINEA 80 ACTV, CONTINUA LA "NON COLLABORAZIONE": MA UN ACCORDO SINDACALE BLOCCA IN DEPOSITO I MEZZI DI RISERVA


Non accenna a venir meno la "non collaborazione" dei piloti degli autobus Actv di linea 80, e anche la pazienza degli utenti della tratta che collega Chioggia a Venezia ha passato il segno. Da settimane ormai alcune corse saltano senza preavviso, lasciando a terra per almeno un'ora molti lavoratori e studenti, anche gli stessi autisti: il motivo, come è noto, è la prossima privatizzazione della linea, con rischi di ricadute occupazionali. Così il personale di terra rifiuta prestazioni straordinarie o fuori contratto; ma tra i lavoratori serpeggia la voce che questa manovra non sia priva di situazioni pregresse. Succede infatti che i mezzi di riserva, pure presenti nei depositi al quartiere Pertini di Mestre e a Marghera, non vengano messi in strada a coprire eventuali corse mancanti perché un accordo tra sindacati e Actv li vincola all'uso dei soli dipendenti di Chioggia: pertanto diventa impossibile usufruirne da parte degli altri autisti che volessero fare ore di straordinario concordato. La gestione di questa pratica è il nodo attorno al quale gira la faccenda, dato il timore di perdere questi benefici (e le ricadute in denaro) nel prossimo futuro sotto la società veronese che ha vinto l'appalto dopo l'esternalizzazione.
A tal proposito, ci piacerebbe ricevere delucidazioni dal segretario Filt Cgil, Valter Novembrini: ma questi non risponde alle ripetute sollecitazioni via messaggio che Chioggia Azzurra gli ha lanciato per spiegare la posizione del sindacato. Peccato, un'occasione perduta.

NON SI FERMA PIÙ L'ONDATA DI FURTI IN CITTÀ: IERI MATTINA SVALIGIATO APPARTAMENTO IN VIA SAN MARCO A SOTTOMARINA


Non conosce tregua la furia dei ladri che si stanno accanendo sulle abitazioni di Chioggia e Sottomarina. Ieri mattina attorno alle 10 un appartamento di via San Marco a Sottomarina (zona vecchia, verso i Murazzi) è stato preso d'assalto dai malviventi e spogliato di ogni cosa: abiti, gioielli, effetti personali, perfino la macchina del caffè e la spesa. I ladri hanno approfittato della contemporanea assenza dei residenti, due coniugi sposati da pochissimi mesi, entrambi fuori casa per lavoro: è stata addirittura asportata la fede nuziale del povero malcapitato, un carpentiere pendolare a Marghera. Nonostante il sopralluogo dei carabinieri, la famiglia è sfiduciata quanto al ritrovamento della refurtiva: la speranza è riposta nelle telecamere piazzate dall'esercizio adiacente, qualora attive. Ma non finisce qui: è stato segnalato anche un altro furto, successivo, sempre nella stessa zona. Un allarme per tutti, occhi aperti perché ormai il livello di guardia è stato superato.

mercoledì 21 settembre 2016

SCONTRO NELLA NOTTE TRA GUARDIA DI FINANZA E CAPPAROSSOLANTI : UN FERITO E SCAFO SEQUESTRATO

foto di repertorio Da tempo Chioggia non assisteva a un inseguimento in piena regola all'interno della laguna cittadina, tra caparossolanti abusivi e la Guardia di Finanza. Stanotte attorno alle 2 i militari hanno intercettato un barchino con tre pescatori a bordo, di età poco superiore ai quarant'anni: accese le sirene e le luci, scatta la folle corsa entro due giri completi del Lusenzo trasformato in un circuito di motonautica, con le guardie che non desistevano e il monomotore fuoribordo che cercava di accelerare sempre di più per “seminare” le Fiamme Gialle. Nel mentre la città dalle finestre assisteva come alla proiezione di un film, con tanto di aggiornamenti nei social. La bagarre termina nel canale di San Domenico, vicino ai Salesiani, con il barchino rimasto prigioniero e costretto a girarsi proprio dove stazionava lo scafo della GdF: inevitabile lo speronamento, a seguito del quale -oltre ai danni alle due imbarcazioni- uno dei pescatori è svenuto ed è stato soccorso dal Suem che lo ha caricato in ambulanza verso l'ospedale per la t.a.c. di rito. Naturalmente il natante dei caparossolanti verrà sequestrato in via penale, mentre il magistrato dovrà decidere se il processo sarà per direttissima, con probabile obbligo di dimora per i tre pescatori coinvolti. Ma è ancora presto per dire se si torna o meno alle atmosfere degli anni Novanta. foto di repertorio

martedì 20 settembre 2016

CHIOGGIA CAPITALE DELLA CHIRURGIA ISTEROSCOPICA "LIVE" PER UN GIORNO


L’ospedale di Chioggia ospiterà venerdì 23 settembre, per il decimo anno consecutivo, il congresso di Isteroscopia che verrà diviso tra una parte teorica e un momento di chirurgia “live”, la quale si svolgerà nelle nuove sale operatorie. All’evento clodiense, atteso ogni anno dagli esperti del settore, parteciperanno oltre circa una quarantina di ginecologi provenienti da tutta Italia, più i docenti della Scuola Italiana di Isteroscopia.
«Parliamo di un metodo ormai diffuso tra gli ospedali veneti, ma che qui a Chioggia ha trovato una sede giusta, cioè quella di ginecologia, dove svilupparsi ed evolversi in un servizio ambulatoriale diagnostico e terapeutico eccellente, tutto a vantaggio delle donne che presentano sintomi legati alle patologie endouterine», ha esordito il direttore generale della Ulss 14 Giuseppe Dal Ben. Il primario di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale di Chioggia, Luca Bergamini, in accordo con la direzione generale, ha scommesso e lavorato molto su questo servizio, potenziandolo sia nell’aggiornamento professionale che nelle tecnologie con strumenti di nuova generazione.
Ecco perché oggi a Chioggia si possono gestire ambulatorialmente molte patologie femminili, conservando anche in molti casi, gli uteri. Il tutto grazie ad interventi di pochi minuti, eseguiti senza anestesia (i cosiddetti interventi “in office”), senza dolore e necessità del ricovero, con il rientro a casa nell’arco della giornata in cui la paziente ha effettuato l’operazione.
«L’80% dei problemi sanitari femminili –ha spiegato il dottor Bergamini– riguarda le perdite anomale uterine, che possono essere causate da varie situazioni (causate da polipi, miomi sottomucosi, metrorragie, ovvero perdite di sangue disfunzionali, etc.). Una volta cosa succedeva? La donna veniva portata in sala operatoria e si interveniva chirurgicamente, ed in tanti casi era inevitabile l’asportazione dell’utero. Grazie a tecnologie sempre più all’avanguardia e ai professionisti che imparano ad usarle e le promuovono in ospedale, oggi non solo si evita a molte pazienti l’ingresso in sala operatoria con tutto quello che comporta in termini di ripresa post intervento, ma si punta sempre di più a terapie conservative che aiutano a salvare l’utero». Il primo passo verso una filosofia conservativa, Chioggia l’ha fatto qualche anno fa con l’introduzione della tecnica isteroscopica diagnostica e operativa (è un procedimento usato per esaminare l'interno dell'utero e può essere usata sia per diagnosticare che per trattare una condizione ginecologica) e l’attivazione di un ambulatorio dedicato, diretto dalla dottoressa Giovanna Nani, coadiuvata dalla dottoressa Silvana Boscolo. A questo primo passo ne sono seguiti altri, tra cui l’acquisizione di moderne strumentazioni come il “mini-resettore”: non è altro che la nuova generazione dell’isteroscopio: più piccolo (solo cinque millimetri di diametro) e più preciso grazie ad una telecamerina decisamente potenziata. «Evitiamo il dolore dove possiamo farlo, puntiamo ad una chirurgia sempre più conservativa, garantiamo percorsi di cura e di assistenza “accompagnati” in modo che il paziente non si senta mai solo: è questo su cui si sta lavorando per rendere l’ospedale di Chioggia amico della donna, amico del bambino e dell’anziano, amico dei suoi cittadini», ha concluso il dg Dal Ben.

domenica 18 settembre 2016

TEAM SEAREX E’ CAMPIONE DEL MONDO V1. I FRATELLI TESTA SONO CAMPIONI ITALIANI.

Chioggia 18 settembre – Quarta ed ultima giornata di gare al “Grand Prix of Italy - Trofeo “Città di Chioggia - la più impegnativa che oltre ad aver visto in acqua quasi tutti i team è stata la giornata dell’assegnazione dei titoli Mondiali e Italiani. Il UIM 2016 OFFSHORE CLASS V1 WORLD CHAMPIONSHIP vede come vincitore della gara 3 di oggi il Tommy One con Maurizio Schepici e Federico Montanari, secondo il team Searex di Udo Groß – Siegfried Greve. Team Searex si laurea campione del mondo, argento per Tommy ONE. Il team Corso di Pinelli-Bubacco si laurea a Chioggia campione del mondo Offshore 3D. Nel Offshore 3000 vince la coppia Diego e Ettore Testa che a Chioggia si aggiudicano il titolo di Campioni Iitaliani, seguiti da Diego Cardazzo e Massimiliano Beltrame e terzi Massimo ed Andrea Capoferri. Suzuki FIM Pro Vince Ivan Bonini, quindi il veneziano Alvise Beltrame e Antonio Pedone. - Gara 2 del UIM 2016 OFFSHORE CLASS 3D WORLD CHAMPIONSHIP è stata vinta da team Abu Dhabi 2 di Serafino Barlesi e Alex Barone, seguiti da Gianluca Carli e Alfredo Amato, terzo il team di Francois Pinelli e Saul Bubacco. Nell’Endurance B i primi a tagliare l’arrivo sono stati gli spagnoli Plazuelo-Herrera che sono fuori classifica rispetto al Campionato Italiano, che vede vincitore oggi Carlo Bentivoglio seguiti dalla coppia Cesati – Chiossi. Per quanto riguarda UIM 2016 OFFSHORE CLASS 3D WORLD CHAMPIONSHIP, siamo in attesa delle verifiche tecniche.

sabato 17 settembre 2016

OFF SHORE CHIOGGIA - TERZA GIORNATA DI GARE

Chioggia 17 settembre – Terza giornata di gare al “Grand Prix of Italy - Trofeo “Città di Chioggia - Protagonisti in acqua tutti i 22 team che sono arrivati a Darsena delle Saline per contendersi i titoli mondiali ed italiani in palio in questo lungo week end. Una giornata fantastica ed impegnativa sotto tutti i punti di vista che ha visto impegnati i giudici della UIM e della FIM, gli organizzatori, i volontari e le forze dell’ordine nella gestione di 10 ore all’insegna delle prove libere e delle gare in acqua di tutte le categorie. Quelle di oggi sono state gare avvincenti. Gli spettatori giunti alla Diga di Chioggia hanno potuto godere di uno scenario assolutamente spettacolare sia per quanto riguarda il tempo che per quanto riguarda alcuni momenti avvincenti delle sfide in acqua. Passando ai riultati sportivi: - Gara 2 del UIM 2016 OFFSHORE CLASS 3D WORLD CHAMPIONSHIP è stata vinta da team Abu Dhabi 2 di Serafino Barlesi e Alex Barone, seguiti da Gianluca Carli e Alfredo Amato, terzo il team di Francois Pinelli e Saul Bubacco. - Gara 2 del UIM 2016 OFFSHORE CLASS V1 WORLD CHAMPIONSHIP. Dopo il dominio dei primi 3 giri con oltre un rettilineo di vantaggio sui tedeschi di Team Searex Udo Groß – Siegfried Greve – Andreas Podolsky il Tommy One di Maurizio Schepici e Federico Montanari ha dovuto cedere ad un relitto nel mare che ha tranciato una pala dell'elica. - Gara 1 del Campionato Italiano Offshore 3000 ha segnato la leadership assoluta dei fratelli Diego e Ettore Testa che hanno preceduto rispettivamente Massimo e Andrea Capoferri e Diego Cardazzo con Massimiliano Beltrame. Nell’Endurance B i primi a tagliare l’arrivo sono stati gli spagnoli Plazuelo-Herrera che sono fuori classifica rispetto al Campionato Italiano, che vede vincitore oggi la coppia Cesati – Chiossi, seguiti da Carlo Bentivoglio e Mauro Cucurnia e Christian Accorsini. Ivan Bonini ha vinto nel Suzuky FIM Pro. Le gare di domani: 14:00 – 15:00 | Gara 2 CAMPIONTATO ITALIANO Offshore 3000 e Endurance B 15:30 – 16:30 | Gara 3 UIM 2016 OFFSHORE CLASS 3D WORLD CHAMPIONSHIP 17:00 – 18:00 |Gara 3 UIM 2016 OFFSHORE V1 WORLD CHAMPIONSHIP

venerdì 16 settembre 2016

BORGO SAN GIOVANNI TERRA DI CONQUISTA: FURTO IN CASA DI ANZIANA VEDOVA E MALATA, MENTRE DORMIVA. RUBATA LA PENSIONE DI 700 EURO

la scala utilizzata per il furto e lo straccio utilizzato per rompere i vetri

Non si ferma più l'ondata di furti a Borgo San Giovanni. Dopo le biciclette nel furgone e gli appartamenti invasi o segnate da giovani rom perennemente incinte, stanotte tra le 2 e le 3 è toccato a un'anziana signora, vedova e malata, vedersi sottrarre la pensione appena riscossa (700 euro in una busta) dai “soliti ignoti” che si sono presi facile gioco del suo appartamento al primo piano in via Amendola, vicino all'agenzia delle entrate. La donna -assistita quotidianamente dai servizi sociali che consegnano i pasti a domicilio- si era alzata verso le 2 per recarsi in cucina; riaddormentandosi, non ha avvertito la presenza in casa dei ladri, arrampicatisi su di una scala (poi abbandonata nel muro di cinta).
I malfattori hanno divelto la valvola del gas, infranto il vetro della controfinestra del poggiolo, rovistato le camere e i cassetti fino ad avvedersi della busta con dentro il necessario per la vita del prossimo mese. Sulla siepe è stato ritrovato un panno con cui si sono protetti nell'atto di rompere il vetro, la speranza è che contenga le impronte digitali; dopo un sopralluogo dei carabinieri, stamane la donna ha sporto denuncia accompagnata dalla figlia. Vien quasi da pensare che sia stata una fortuna che l'anziana, dormendo, non si sia accorta dei ladri in tempo reale, dal momento che nelle sue condizioni di salute avrebbe potuto incorrere in un infarto o addirittura nella violenza dei tizi. I quali ultimi probabilmente conoscevano le abitudini e gli orari dell'anziana, il suo vivere da sola al primo piano e quindi hanno pensato che il colpo fosse facile come in effetti è stato. Resta di fatto che il quartiere è sempre più sotto scacco dei malintenzionati e che nessuno si sente più sicuro in casa propria.

MIGLIORA L'ACCOGLIENZA AL PRONTO SOCCORSO DI CHIOGGIA: DISPONIBILI ORA ANCHE LE SEDIE PER PAZIENTI OBESI


Sono le piccole attenzioni a rendere un servizio speciale. Ed è quello che l’Ulss 14 sta facendo con il servizio di accoglienza al pronto soccorso dell'ospedale di Chioggia, arricchito recentemente anche da alcune sedie bariatriche. Si tratta cioè di postazioni per persone obese, in acciaio inox, stabili e robuste, capaci di reggere fino a 325 chilogrammi di carico. Purtroppo è capitato di leggere che, in alcune strutture in Italia, i pazienti obesi non potessero neanche effettuare degli esami importanti perché i macchinari non erano adatti a loro. La Ulss 14 ha quindi pensato che fosse giusto integrare l’accoglienza del pronto soccorso che è il servizio in assoluto più utilizzato dell’ospedale. Le sedie bariatriche si aggiungono ai già presenti 50 posti della sala d’attesa del Pronto Soccorso. L’accoglienza è completata da un erogatore gratuito di acqua potabile, da un distributore di snack e soprattutto dal servizio di hostess al bancone (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18, il sabato dalle 9 alle 12). Le pareti della sala d’attesa sono ingentilite da quadri e fotografie. Spicca la foto "Zeus Faber", donata dal fondatore e responsabile dell’associazione Tegnue di Chioggia Piero Mescalchin, e la galleria di immagini che documenta il prima e il dopo dei lavori di restauro dei alcuni servizi dell'ospedale.

giovedì 15 settembre 2016

CASSON: ESPOSTO IN PROCURA PER FARE CHIAREZZA SUL GPL

In riferimento a quanto dichiarato alla stampa dall’Ing. Zucchi, titolare di Costa Bioenergie s.r.l., preciso quanto segue: fin dal Consiglio Comunale del settembre 2015 – nel corso del quale è stato approvato un ordine del giorno inteso ad evitare la realizzazione dell’impianto – ho reso noto alla Città di avere incontrato personalmente l’Ing. Zucchi, che mi ha chiesto un colloquio per rappresentarmi l’intenzione di ampliare l’impianto di bunkeraggio già autorizzato a livello ministeriale, al fine di renderlo all’altezza di un Porto degno di questo nome. Si è parlato pure di una parte del deposito da destinarsi a GPL, ed è noto che la propulsione a gas per navi, traghetti e persino unità da diporto è considerata, a livello europeo, una prospettiva da attuarsi nel breve/medio termine per risolvere i problemi ambientali e di costi legati ai carburanti tradizionali, cui sin d’ora si stanno adeguando i porti italiani e la cantieristica navale. Il tutto, con il solo ed unico obiettivo di rifornire le navi del Porto di Chioggia, in un’ottica di piena compatibilità con il Piano Regolatore Portuale ed il Piano Regolatore Generale, che destina un’area di Val da Rio proprio al bunkeraggio. Nell’occasione, avevo chiesto all’Ing. Zucchi di attivare ogni azione utile affiché fosse possibile concentrare nella zona portuale tutti i depositi di carburante presenti in Città, con particolare riferimento a quelli collocati all’interno del centro storico, del tutto incompatibili con le esigenze di tutela consacrate nella legge speciale per Venezia e Chioggia. Quanto sostengo non è frutto solo delle mie parole ma viene integralmente confermato dalla stessa Costa Bioenergie s.r.l., che successivamente all’incontro di cui sopra ha formulato istanza al Ministero dello Sviluppo Economico intesa ad ottenere l’”autorizzazione all’ampliamento del deposito costiero di prodotti energetici ad uso commerciale”: risulta chiaro, quindi, come la procedura in questione avesse ad oggetto il mero ”ampliamento” di un deposito già autorizzato, riferibile alla sola attività di bunkeraggio e perfettamente conforme, in quanto tale, sia al PRP che al vigente PRG: è indubitabile, invero, che l'attività di rifornimento delle navi che ormeggiano nel nostro Porto sia essenziale ed immancabile per la vita di un qualsiasi scalo ed anche, quindi, per l'operatività di quello chioggiotto. Ed è ciò che il Comune di Chioggia ha sempre avallato in forza di quanto previsto dalla pianificazione urbanistica vigente.
Ed invero, l’intera procedura svoltasi a livello interministeriale, iniziata nel 2009, ha sempre avuto ad oggetto la realizzazione di un impianto di rifornimento delle navi e – come emerge chiaramente dagli stessi documenti ministeriali – il successivo mero “ampliamento" del deposito già autorizzato, in perfetta coerenza con quanto previsto dal PRP e dal PRG: a conferma di ciò, in tutto il carteggio inviato dal Ministero al Comune di Chioggia si fa sempre riferimento al seguente oggetto: “Procedimento di autorizzazione all’ampliamento del deposito costiero di prodotti energetici ad uso commerciale nel Comune di Chioggia, località Val da Rio”. A tale proposito, risulta chiaro a tutti che una istanza di semplice “ampliamento” di un manufatto già assentito non possa in alcun modo comportare che, all’esito della procedura, venga autorizzata la realizzazione di un impianto dalle dimensioni e, soprattutto, dalle caratteristiche radicalmente diverse rispetto a quelle originarie: è come se si chiedesse il rilascio di un permesso di costruire per edificare una villetta e, in corso di procedura, formulata una semplice istanza di "ampliamento" della villetta stessa, si pretenda di ottenere un provvedimento con il quale realizzare uno stabilimento industriale di imponenti dimensioni e con finalità radicalmente diverse rispetto a quelle residenziali oggetto del procedimento già instaurato. Il procedimento interministeriale, quindi, gestito e portato a conclusione come se fosse destinato ad autorizzare un impianto perfettamente compatibile con la pianificazione vigente, aveva finalità del tutto diverse, e cioè la realizzazione di un impianto destinato a rifornire di combustibile non più il solo Porto di Chioggia ma addirittura buona parte del Nord Italia: risulta evidente, al riguardo, come la natura completamente diversa dell'operazione imponesse il radicamento di una procedura nuova e molto più articolata, con il coinvolgimento di altre Amministrazioni, in realtà mai interpellate. Ed in effetti, il procedimento in esame, così come radicato, comportava uno svolgimento semplificato e non imponeva – in quanto riferito ad un (consentito) impianto di bunkeraggio – il coinvolgimento di Enti i quali, alla luce della vera natura e delle reali finalità dell’intervento in questione, dovevano necessariamente ed obbligatoriamente partecipare alla stessa, essendone prevista la presenza, per legge, al fine di rendere i prescritti pareri: mi riferisco, innanzitutto, alla Commissione per la Salvaguardia di Venezia, trattandosi di opera che non è consentita alla luce di quanto chiaramente disposto dalla legislazione speciale che tutela la laguna veneziana, che prevede l’estromissione dei petroli e dei suoi derivati dalla laguna quale concreto obiettivo di tutela del prezioso e fragile ecosistema lagunare (l. 798/84); mi riferisco, altresì, al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il cui parere, nell'ipotesi di mutamento della destinazione e della funzionalità di un porto, è obbligatorio: invero, lo scalo chioggiotto, in forza dell'intervento in questione, diverrebbe scalo industriale/petrolifero e perderebbe le caratteristiche di porto commerciale, ciò che non può avvenire se non con l’avallo del predetto Ente. Il Comune di Chioggia, quindi, si è espresso, come da procedura, in relazione ad una mera richiesta di "ampliamento" di un deposito di bunkeraggio, che, non avendo altra finalità e destinazione che non fosse quella di rifornire le navi, risultava ex se conforme a quanto disposto dal PRP e dal PRG. Evidente che laddove si fosse radicata una procedura avente un oggetto diverso e corretto ("realizzazione di un impianto di stoccaggio di GPL" piuttosto che "ampliamento del deposito di bunkeraggio già autorizzato"), la condotta del Comune sarebbe stata senz'altro diversa, come dimostrato dalle mille iniziative prese dal sottoscritto al fine di contrastare la realizzazione dell’impianto in questione (ben prima, diversamente da quanto sostiene Zucchi, che avesse inizio la campagna elettorale…) Si aggiunga che il provvedimento interministeriale che ha autorizzato la realizzazione dell’impianto è stato emesso senza il necessario rilascio – da formalizzarsi obbligatoriamente nel contesto della conferenza di servizi – della concessione demaniale della banchina: incredibile, al riguardo, che lo stesso Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in corso di procedura, abbia ribadito la necessità che fosse attivato, da parte di Costa Bioenergie, il percorso per l’ottenimento della concessione, salvo poi, del tutto inopinatamente ed in modo “schizofrenico”, avallare la conclusione del procedimento pur in difetto del titolo concessorio; inoltre, si è formalizzata la chiusura della procedura senza che si attendesse il verificarsi di una serie di condizioni – tuttora non avveratesi – poste dalla Provincia di Venezia in sede di Valutazione di Impatto Ambientale: ad oggi, in assenza di una variante al Piano Regolatore del Porto, la concessione demaniale non può essere rilasciata e non possono verificarsi le condizioni poste in sede di VIA, strettamente correlate al rilascio della concessione stessa. L’intera vicenda, quindi, è giunta alla conclusione del solo primo tempo ed il secondo tempo non è ancora iniziato, come peraltro ho evidenziato in più occasioni: ci si deve chiedere, al riguardo, come sia possibile decretare la fine di una partita senza che venga giocato il secondo tempo, e sul punto farà chiarezza chi di dovere. Ritengo, comunque – visto che la partita, a termini di legge, deve ancora concludersi - che vi siano tutte le condizioni per impedire la messa in esercizio dell’impianto, in quanto la variante al PRP non potrà essere licenziata per l’insanabile contrasto con quanto disposto dalla Legge Speciale e, in conseguenza, non vi saranno i presupposti per il rilascio della concessione demaniale della banchina e per il concretizzarsi di quanto richiesto dalla Provincia di Venezia in sede di VIA, proprio in riferimento alla sicurezza della navigazione. Risulta davvero incredibile che i Ministeri dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture abbiano consentito la conclusione di un procedimento ancora in itinere, senza che venisse effettuato l’esame di tutte le situazioni di rilevanza costituzionale che, per legge, debbono essere valutate al suo interno: ciò, mediante la partecipazione alla conferenza di servizi di Enti che, nella vicenda che ci occupa, non sono stati nemmeno invitati a rendere i prescritti pareri: le fondamentali questioni legate alla sicurezza della navigazione e della popolazione, all’ambiente e alla tutela della Laguna di Venezia – di sicuro rango costituzionale - sono state lasciate fuori dalla porta. Ciò, in barba a quanto disposto dal legislatore, che impone che tutte le relative vicende, per la loro importanza, vengano introdotte e discusse all’interno della conferenza di servizi destinata a licenziare il provvedimento finale. Non sono in grado di dire, allo stato, se tutto quanto sopra esposto sia stato il frutto di semplici negligenze o di precise volontà: proprio allo scopo di dipanare ogni dubbio al riguardo e per rendere ragione alla Città, in chiave di totale trasparenza, di quanto sinora accaduto, sto personalmente preparando un esposto alla Procura della Repubblica perché venga fatta definitiva chiarezza su eventuali responsabilità.

DEPOSITO GPL, LE SEI DOMANDE DEL VESCOVO TESSAROLLO


Anche il vescovo Adriano Tessarollo dice la sua a proposito dell'impianto gpl in corso di costruzione a punta Colombi. Lo fa con un intervento lungo e circostanziato che apparirà nel numero del settimanale diocesano La Nuova Scintilla in uscita domenica 18 settembre, dal titolo "Tra illusione, realismo o rassegnazione?": «Mi sembra di vedere proseguire sul posto i lavori», scrive il vescovo. Che continua: «E sento che pure proseguono le iniziative di sensibilizzazione al problema deposito GPL, evidenziandone soprattutto i pericoli o gli svantaggi per la città e la laguna di Chioggia. Dato che pure immagino che nessuno intenda fare per poi disfare, facendosi carico dei costi, cosa che di questi tempi mi pare nessuno desideri, né nel pubblico, che nel privato, mi chiedo cosa stia bollendo in entrambe le pentole. Credo che a questo punto potrebbe essere utile per tutti, dell’una e dell’altra sponda, offrire risposte a degli interrogativi che ho colto, avendo ascoltato in questo tempo tante voci, preoccupazioni, proposte e iniziative. Ecco la serie di domande.

- Nessuno dei "non addetti ai lavori" si è mai posto la domanda sull’attività che da circa due anni, se non vado errato, è stata svolta e ancora continua in quell’area, anche quando entravano e uscivano circa cento camion al giorno? Mi ci metto anch’io, che passando di là ho sempre aspettato di vedere cosa stessero realizzando coloro che sono preposti alla cosa pubblica o demaniale: ASPO, Camera di Commercio e quant’altro?

- Solitamente per ottenere il permesso anche di un abbaino in un tetto (parlo per diretta conoscenza) si richiedono tempi lunghi, presentazioni di disegni e di progetti, e poi manco si ottiene. Immagino quindi che per una cosa così grande ci sarà stata presentazione di progetti, disegni e quant’altro. Quindi ci sarà stato chi ha avviato la pratica, l’ha patrocinata, ne ha ottenuto le debite autorizzazioni dopo avere valutato progetti e disegni. Ma questi allora avrebbero programmato il pericolo pubblico, il danno e la minaccia alla città e alla laguna, con consapevolezza e determinazione o inconsciamente e irresponsabilmente? Questi tali avranno la loro da dire? Perché non interpellarli?

– Mi si dice che ci sono le dovute autorizzazioni delle varie autorità competenti. È da pensare che le abbiano date senza saperne le conseguenze, a cuor leggero, come si dice, o addirittura volutamente, in barba al pericolo cittadino, o per qualche vantaggio personale?

- Il Comitato cittadino li ha interpellati e gli è riconosciuta l’autorità di farlo e il diritto di ottenerne le risposte e garanzie richieste?

- La ditta che costruisce e investe, e che so che da 50 anni opera in questo settore, si sarà buttata in questa attività qui a Chioggia in maniera superficiale o fraudolenta, sapendo come oggi tutto prima o poi viene alla luce, e sapendo che per rientrare dei suoi investimenti deve poter lavorare non un giorno ma parecchi anni o forse decenni? Qui non mi pare che si tratti di un’opera pubblica dove spesso, finita l’opera e incassati i soldi, chi s’è visto s’è visto! Immagino quindi che avrà operato in accordo con le autorità ministeriali e portuali, magari anche all’interno di un programma di utilizzo del trasporto via acqua, meno inquinante di altro. Ci sarà stata una ragione della collocazione in quel luogo piuttosto che in un altro: solo per lucro o insieme per altre ragioni? Come si giustificano la mole di lavori di preparazione per accoglie i serbatoi? Le autorità preposte alla sicurezza saranno così totalmente incoscienti da esporre al pericolo la popolazione di Chioggia a cuor leggero e addirittura a un serio pericolo l’intero ecosistema della laguna, come letto da qualche titolo in questi giorni? Nessuno ne sa niente e non ha pensato a niente o magari non gli importa proprio niente?

- Infine: dove ci si prefigge di arrivare? Bloccare l’opera? Dare la caccia ai responsabili di questa operazione così pericolosa? Ottenere una informazione sulla sicurezza? Ribadire che la cittadinanza richiede di essere informata su scelte che la riguardano? O altro?

Rivolgo l’augurio che prima delle vie dello scontro si provino anche le vie dell’incontro e confronto limpido, trasparente e onesto con tutti i soggetti interessati e responsabili dell’operazione in corso, cosa che forse permette una migliore valutazione del problema», conclude un vescovo con toni quanto mai battaglieri.

UN GECO SUL SOFFITTO ALLE 4 DI NOTTE: ACCADE AI SALONI, FORSE ARRIVA DAL SUD ASSIEME ALLE MERCI


Grosso spavento stanotte in un'abitazione dei Saloni. Attorno alle 4 gli inquilini hanno notato un rettile lungo non più di dieci centimetri che stazionava sul soffitto, probabilmente spaventato a sua volta per la collocazione inusuale: i primi riscontri confermano che si tratta di un geco, specie non comune da queste parti, di cui si ignora la provenienza e le modalità di arrivo nell'isola. «Si tratta di un emidattilo -dice il dottor Nicola Novarini del Museo di Storia Naturale di Venezia- la cui coda tende a ricrescere come per le lucertole notturne». Il simpatico animaletto si è poi infilato in una fessura nel battiscopa dell'abitazione. Come ha fatto a finire in casa? «Di solito vive nel Meridione ma ci sono state segnalazioni anche a Mestre», continua il dr. Novarini. «Forse, trattandosi della zona del porto, è stato veicolato assieme alle merci in un container, o comunque dall'attività umana. Altrove è una specie comune, ma ci sono notizie che lo ambientano anche più a nord fin dagli anni Sessanta. Al Cavallino un ristoratore li alleva perché mangiano le zanzare». L'inverno potrebbe creare qualche problema al geco: «La penuria di insetti porta a difficoltà di alimentazione. Questa specie non va in letargo e rischia di morire di fame cercando il sole, conviene che esca prima del freddo», conclude Novarini. Se siete in possesso di altre segnalazioni simili relative al territorio di Chioggia, fatecele sapere così le giriamo ai ricercatori che stanno pubblicando una nota in materia.

RISOLTO IL GIALLO DELLE ELICHE AL MONDIALE OFFSHORE. PILOTA VENEZIANO ACCUSA: “MI SONO STATE SCAMBIATE”, MA SENZA PORTARE PROVE


Si sgonfia il giallo sorto nella serata di ieri attorno al mondiale motonautico offshore in corso a Chioggia. I carabinieri della locale compagnia erano stati convocati in un'area attigua alla darsena Le Saline -quartier generale del mondiale e deposito dei mezzi- da un pilota veneziano, che rientrato dall'acqua dopo una prova di gara si sarebbe trovato con due eliche diverse dalle proprie, e si sarebbe deciso ad allertare gli agenti per denunciare un furto. Le ha così staccate e mostrate ad alcuni testimoni, dicendo che era impossibile fossero quelle in dotazione al suo mezzo (un catamarano con due motori fuoribordo), dal momento che queste ultime sarebbero nuove di zecca. Le due eliche che teneva in mano, invece, erano della medesima marca e misura ma presentavano una piccola sbeccatura: solo che essendo appunto reduce da una gara, non poteva dimostrare il presunto scambio agli uomini in armi. Il pilota in questione è conosciuto nell'ambiente per continui problemi a ogni gara, tanto che chi lo ha ascoltato non esclude ci sia una diatriba con altri colleghi o che la maretta sollevata altro non fosse che una bugia per nascondere qualcosa; certo è che nessuno lo ha preso in parola. Sappiamo che la tensione agonistica a certi livelli è alta e potrebbe aver giocato brutti scherzi all'umore della persona coinvolta.
In nessun modo è stato coinvolto il mezzo del Tommy Racing Team, come erroneamente riportato in un primo momento nel post sulla pagina facebook di Chioggia Azzurra, come al solito molto visto e altrettanto commentato (magari meglio senza fermarsi al titolo, aggiornamenti compresi).
L'iniziativa prosegue tra Le Saline e la diga: è possibile per i cittadini visitare i box ogni pomeriggio dalle ore 14 alle ore 18, nell'area allestita proprio alle Saline.

mercoledì 14 settembre 2016

LA NUOVA AMMINISTRAZIONE SCOMMETTE SU ISOLA VERDE

Amministrazione comunale in visita al Villaggio Isamar L’assessore al turismo Angela D’Este: “Credo molto nel rilancio di Isola Verde” ISOLA VERDE – Più attenzione nelle manutenzioni stradali e rilancio della località turistica. Qualche giorno fa l’assessore al turismo Angela D’Este ha incontrato, all’interno del villaggio Isamar, il direttore Roldo Canal. Un’occasione per mettere sul tavolo anche alcuni dei problemi che attanagliano Isola Verde. “Come abbiamo ripetuto più volte da inizio della stagione – afferma il direttore Roldo Canal – è necessario che ci sia una maggiore attenzione per quanto riguarda le manutenzioni delle strade e degli argini. Abbiamo turisti stranieri giustamente molto esigenti e non è ammissibile che, quando prendono la bicicletta per fare una passeggiata, si trovino l’erba altissima ai lati delle strade. L’arredo urbano inoltre è fondamentale in una località turistica”. Sul tavolo anche il problema dei rifiuti e dei rami portati costantemente dall’Adige. Con un intervento di pulizia alla foce, il disagio sarebbe minore, ma si aspetta sempre che tutto arrivi in spiaggia. “E’ essenziale – continua Canal – che la spiaggia sia pulita. Abbiamo inviato più volte lettere in Regione e al Consorzio di Bonifica Brenta Bacchiglione, ma nessuno ci ha ascoltato. Non bisogna dimenticare che il nostro Comune è stato insignito della Bandiera Blu. Un onore, ma anche una responsabilità. Non vogliamo nemmeno immaginare che cosa succederebbe se, per colpa di qualche ente irresponsabile, la Bandiera Blu ci venisse revocata. Ci fa piacere che la nuova amministrazione comunale abbia accettato l’invito a visitare la nostra struttura. Ci auguriamo che sia il primo passo verso un dialogo proficuo e costante con le istituzioni locali”. “Credo moltissimo in Isola Verde – afferma l’assessore al Turismo Angela D’Este – penso che negli anni passati sia rimasta troppo ai margini della programmazione estiva e molto trascurata. La località va rilanciata e può diventare la punta di diamante di un turismo “slow” vista anche la tipicità del territorio e la sua speciale naturalezza che lo rende assolutamente unico nel suo genere”. Interpellato sui problemi della località l’assessore ai lavori pubblici Marco Boscolo Bielo ha dichiarato: “La viabilità è importante in una località turistica e non posso che concordare con il direttore Canal. Posso garantire da parte mia che, anche per quanto riguarda l’arredo urbano, tutte le frazioni e, quindi, anche Isola Verde avranno le stesse attenzioni di Chioggia e Sottomarina. Sulla pulizia dei fiumi noi non abbiamo potere decisionale, ma possiamo nei prossimi giorni attivarci per sollecitare gli enti competenti, tra cui il Consorzio di Bonifica Brenta Bacchiglione, ad effettuare interventi più mirati e precisi”.

martedì 13 settembre 2016

FUTURO SEMPRE PIU' INNOVATIVO: CUORE SOTTO CONTROLLO SENZA ANDARE IN OSPEDALE

Ogni settimana un cardiologo ospedaliero presta servizio nella struttura territoriale di Sottomarina e, proprio di recente, ha diagnosticato in tempo un infarto Non serve più recarsi in Ospedale per una visita cardiologica, almeno per quegli utenti che sono assistiti presso la Medicina di Gruppo Integrata “Al Centro” (ex Utap) di Sottomarina, ovvero un quinto della popolazione chioggiotta, pari cioè a circa 10mila cittadini. Ogni martedì, infatti, un cardiologo ospedaliero (la dottoressa Federica Noventa o il dottor Gabriele Vianello) si reca nella struttura territoriale di Sottomarina, in viale Milano 22, che altro non è che una forma di aggregazione di medici di famiglia (coordinata dal dottor Emanuele Malusa) che garantiscono, nell’arco delle 12 ore giornaliere, un servizio già di per sé efficace: i medici provvedono alle medicazioni, alla somministrazione di terapie, ai prelievi ambulatoriali e domiciliari per i pazienti in terapia anticoagulante, alle vaccinazioni, oltre che alla gestione delle più importanti malattie croniche, coadiuvati da personale infermieristico ed una segretaria prende le prenotazioni e tiene le agende.
A queste attività, da qualche tempo, si è aggiunta la collaborazione con la Cardiologia di Chioggia che non solo è in rete a livello informatico con la struttura territoriale ma in loco garantisce la presenza settimanale di un suo professionista. “C’è una condivisione reale – ha spiegato il primario di Cardiologia Roberto Valle - tra medico curante e cardiologo che si trovano sotto uno stesso tetto per parlare del paziente. E c’è la comodità del paziente che, se necessita della visita, il suo medico gliela fissa direttamente presso la Medicina di Gruppo Integrata senza bisogno di recarsi in Ospedale. Una visita che si avvale anche del supporto tecnologico di un ecografo portatile, uno strumento di piccole dimensioni, delle dimensioni di uno smartphone, ma tecnologicamente avanzato che permette di visualizzare ovunque il cuore, con la possibilità in tempo reale di fare diagnosi o di escludere problemi importanti”. E proprio grazie a questo servizio, qualche giorno fa, è stata salvata da infarto una signora chioggiotta. “La signora avvertiva dei dolori al torace e aveva preso appuntamento – ha continuato il dottor Valle – dall’elettrocardiogramma non c’erano dubbi, si notavano i segni di una sofferenza del cuore causata da un ridotto apporto di ossigeno per un restringimento di una coronaria che, se non diagnosticata e trattata tempestivamente, poteva degenerare in un infarto. Immediatamente la signora è stata sottoposta a coronarografia e a tutte le cure del caso nella Cardiologia dell’Ospedale ed oggi sta bene”. “Questo servizio – ha concluso il direttore generale della Ulss 14 Giuseppe Dal Ben - è un esempio concreto di collaborazione efficace tra Ospedale e Territorio. Una sinergia costruita per favorire il paziente, garantendogli un servizio professionale e di qualità a due passi da casa: è questa la direzione giusta su cui dobbiamo puntare per la nostra sanità, che garantiremo anche nelle prossime MGI”.

lunedì 12 settembre 2016

L'ALBERGO STELLA D'ITALIA CANCELLATO DALL'ELENCO HOTEL DELLA CITTÀ METROPOLITANA: FINE DI UN'EPOCA DEL TURISMO A SOTTOMARINA


Addio Stella d'Italia. Dopo un periodo di inattività che cominciava a farsi lungo, ieri la determinazione amministrativa della Città Metropolitana di Venezia ha revocato le tre stelle allo storico albergo di viale Veneto a Sottomarina, cancellandolo così dall'elenco delle strutture ricettive della provincia: decisiva è stata -si legge nel documento- la continua proroga non motivata della richiesta di sospensione attività, con i titolari che non hanno dato alcun riscontro. L'ultima avvertenza del 21 luglio scorso ha quindi procurato un atto dovuto, che pone fine alla vicenda di uno dei più classici e centrali hotel di Sottomarina, e con esso a una stagione ormai andata nel tempo: quando nella seconda metà del Novecento la nostra spiaggia si consolidava quale meta estiva per famiglie dell'intero nord Italia e delle nazioni limitrofe.

Alla Stella d'Italia è legato il nome di Augusto Micaglio, già amministratore comunale nelle file della DC e ultimo presidente del Sottomarina Calcio in serie C prima della fusione col Clodia nel 1970; nell'austero edificio che si affaccia su viale Trieste si sono consumate anche tante iniziative elettorali per lo più legate al centrodestra cittadino. Ma soprattutto la sua epopea ha coinciso con gli anni d'oro in cui viale Trieste era il primo lungomare: la Stella d'Italia era un resort aperto anche d'inverno, dove tanti chioggiotti hanno celebrato il rinfresco matrimoniale e d'estate si tenevano anche spettacoli.

Magari ora, come per altri immobili di Sottomarina -che con analoga destinazione hanno avuto di recente l'opportunità e la fortuna di trasformarsi in residence e appartamenti, sempre a finalità turistica, una volta compreso che le tendenze vacanziere si stavano a loro volta modificando- anche la location in questione potrà, chissà, vivere una seconda giovinezza e continuare a ospitare le nuove generazioni di bagnanti, facendosi forte del senso della propria storia: lo auguriamo ai gestori e a tutto il comparto turistico cittadino.

QUATTRO UOMINI INCAPPUCCIATI TENTANO DI RUBARE IN OFFICINA SULLA ROMEA: MESSI IN FUGA DAL TEMPESTIVO INTERVENTO DEL TITOLARE


Un grosso spavento, la scorsa mezzanotte, per Giuliano Fiorentini che gestisce l'omonima officina e carrozzeria sulla Romea a Brondolo. Quattro persone incappucciate e coi guanti alle mani si sono introdotte in pochissimo tempo nell'area della sua impresa, scassinando il cancello con esperienza: mentre cercavano di rovistare nell'ufficio -probabilmente in cerca di denaro- e di mettere in moto un'automobile in riparazione (forse per la fuga), è suonato l'allarme che ha destato l'attenzione del titolare. A quel punto Fiorentini si è affacciato e si è trovato davanti ai quattro individui che illuminavano a giorno il locale con alcune torce: nonostante la logica paura per la possibilità che costoro fossero armati, la sua stessa presenza ha colto di sorpresa i ladri, allontanatisi nell'auto con cui sono arrivati- una Fiat Punto chiara e datata- prima che arrivassero le forze dell'ordine opportunamente allertate dall'imprenditore stesso. Giuliano Fiorentini e la sua famiglia, com'è naturale, non hanno poi dormito per tutta la notte; la zona in cui si è insediato il centro commerciale Clodì è stata vittima di svariati furti negli ultimi mesi.

AGGIORNAMENTO DEL 19 SETTEMBRE: Erano davvero del professionisti del furto i quattro malviventi che la scorsa settimana avevano cercato di rubare un'automobile della carrozzeria Fiorentini. A confermare la circostanza è il fatto che, poche ore dopo il fallito colpo a Chioggia, gli stessi ci abbiano provato di nuovo a Mestre, ai danni di un concessionario. E la dimostrazione che fossero gli stessi viene dalle riprese delle telecamere di sorveglianza che in entrambi i casi hanno inquadrato la targa dell'auto, una Fiat Punto, usata per i due colpi: era la stessa. Ed era, ovviamente, una macchina rubata.
Anche nel secondo caso, però, ai ladri è andata buca. Colpa della sfortuna (dal loro punto di vista) o della buona sorte (da quello dei possibili derubati)? Alla nuova notizia dei due furti andati a vuoto occorre, però, aggiungere la considerazione che i quattro ci proveranno di nuovo. Erano organizzati di tutto punto, mascherati e vestiti di nero, hanno mantenuto il sangue freddo quando Giuliano Fiorentini li ha scoperti, evitando di sparare o aggredirlo, e hanno subito cercato un altro obiettivo. Nulla da dire: è il loro mestiere e lo faranno fino a quando non verranno catturati dalle forze dell'ordine.

domenica 11 settembre 2016

IL RADICCHIO DI CHIOGGIA IGP AL MACFRUIT DI RIMINI 2016

Il Radicchio di Chioggia Igp al Macfrut di Rimini 2016 Consorzio di tutela e Ortomercato assieme per fare sinergia tra promozione e commercializzazione Apre i battenti mercoledì 14 settembre la 33 a edizione Macfrut, confermando la scelta della nuova sede in Rimini Fiera, che quest’anno si snoda in ben sette padiglioni, per una superficie di 40mila metri quadri ed oltre un migliaio di espositori con una folta rappresentanza di buyer esteri. Per l’inaugurazione è annunciato l’arrivo del Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, a conferma che la manifestazione rappresenta la principale vetrina nazionale di settore ortofrutticolo ed ha ormai assunto una dimensione internazionale.
Per il quarto anno consecutivo partecipa anche il Consorzio di Tutela del Radicchio di Chioggia Igp, la cui postazione è collocata nel multistand di oltre 400 metriquadri allestito da OPO Veneto (Padiglione B5 - Stand 115/118/155), affiancata a quella dell’Ortomercato di Chioggia, a segnare la sinergia tra promozione e commercializzazione che i due Organismi intendono condurre assieme per la valorizzazione del Radicchio di Chioggia Igp e del suo territorio di produzione, dalla Laguna di Venezia al Delta del Po. Infatti, questa partecipazione, come quella dello scorso febbraio al Fruit Logistica di Berlino, fa parte del progetto di promozione ed informazione finanziato nell’ambito del Piano di Sviluppo Regionale del Veneto assieme ai Consorzi dell’Insalata di Lusia e dell’Aglio Polesano. «Siamo all’interno dell’area di Opo Veneto - spiega il presidente Giuseppe Boscolo Palo - che è socio importante sia del Consorzio che dell’Ortomercato, perché ne condividiamo le scelte in tema di sostenibilità ambientale e identificazione dell’origine: è una scelta convinta in risposta alla crescente domanda di prodotti di qualità in ambienti di qualità. Lo stand, che replica l'immagine di una “grande nave” in viaggio con a bordo una grande squadra, rappresenta il fior-fiore dei prodotti veneti ed un carico di positive attese per i produttori e i consumatori.
Tra le iniziative dei tre giorni di kermesse - prosegue Boscolo - ci sono il Fruit Bar, per esaltare gli aspetti salutistici e gustativi dei prodotti e le proposte gastronomiche curate da Cooking Academy e Gambero Rosso; mentre per gli internauti ci sono sei grafiche con il codice QR per scoprire la gamma dei prodotti DOP-IGP veneti e non solo. In particolare nella mattinata di giovedì 15 il nostro Consorzio presenta delle degustazioni con Radicchio di Chioggia e fasolari in collaborazione con la coop. “La Sciabica”, che darà anche una dimostrazione di come si utilizzano questi gustosi molluschi che si pescano in Alto Adriatico a poche miglia dalle nostre coste e che sono diventati una proposta richiestissima in un noto ristorante sulla spiaggia di Sottomarina nel piatto “Tagliolini con fasolari e Radicchio di Chioggia”». L’ingresso al Macfrut 2016 (giorni 14-15- 16 settembre) è gratuito, previa registrazione nel sito della Fiera o direttamente alla reception.