martedì 20 settembre 2016

CHIOGGIA CAPITALE DELLA CHIRURGIA ISTEROSCOPICA "LIVE" PER UN GIORNO


L’ospedale di Chioggia ospiterà venerdì 23 settembre, per il decimo anno consecutivo, il congresso di Isteroscopia che verrà diviso tra una parte teorica e un momento di chirurgia “live”, la quale si svolgerà nelle nuove sale operatorie. All’evento clodiense, atteso ogni anno dagli esperti del settore, parteciperanno oltre circa una quarantina di ginecologi provenienti da tutta Italia, più i docenti della Scuola Italiana di Isteroscopia.
«Parliamo di un metodo ormai diffuso tra gli ospedali veneti, ma che qui a Chioggia ha trovato una sede giusta, cioè quella di ginecologia, dove svilupparsi ed evolversi in un servizio ambulatoriale diagnostico e terapeutico eccellente, tutto a vantaggio delle donne che presentano sintomi legati alle patologie endouterine», ha esordito il direttore generale della Ulss 14 Giuseppe Dal Ben. Il primario di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale di Chioggia, Luca Bergamini, in accordo con la direzione generale, ha scommesso e lavorato molto su questo servizio, potenziandolo sia nell’aggiornamento professionale che nelle tecnologie con strumenti di nuova generazione.
Ecco perché oggi a Chioggia si possono gestire ambulatorialmente molte patologie femminili, conservando anche in molti casi, gli uteri. Il tutto grazie ad interventi di pochi minuti, eseguiti senza anestesia (i cosiddetti interventi “in office”), senza dolore e necessità del ricovero, con il rientro a casa nell’arco della giornata in cui la paziente ha effettuato l’operazione.
«L’80% dei problemi sanitari femminili –ha spiegato il dottor Bergamini– riguarda le perdite anomale uterine, che possono essere causate da varie situazioni (causate da polipi, miomi sottomucosi, metrorragie, ovvero perdite di sangue disfunzionali, etc.). Una volta cosa succedeva? La donna veniva portata in sala operatoria e si interveniva chirurgicamente, ed in tanti casi era inevitabile l’asportazione dell’utero. Grazie a tecnologie sempre più all’avanguardia e ai professionisti che imparano ad usarle e le promuovono in ospedale, oggi non solo si evita a molte pazienti l’ingresso in sala operatoria con tutto quello che comporta in termini di ripresa post intervento, ma si punta sempre di più a terapie conservative che aiutano a salvare l’utero». Il primo passo verso una filosofia conservativa, Chioggia l’ha fatto qualche anno fa con l’introduzione della tecnica isteroscopica diagnostica e operativa (è un procedimento usato per esaminare l'interno dell'utero e può essere usata sia per diagnosticare che per trattare una condizione ginecologica) e l’attivazione di un ambulatorio dedicato, diretto dalla dottoressa Giovanna Nani, coadiuvata dalla dottoressa Silvana Boscolo. A questo primo passo ne sono seguiti altri, tra cui l’acquisizione di moderne strumentazioni come il “mini-resettore”: non è altro che la nuova generazione dell’isteroscopio: più piccolo (solo cinque millimetri di diametro) e più preciso grazie ad una telecamerina decisamente potenziata. «Evitiamo il dolore dove possiamo farlo, puntiamo ad una chirurgia sempre più conservativa, garantiamo percorsi di cura e di assistenza “accompagnati” in modo che il paziente non si senta mai solo: è questo su cui si sta lavorando per rendere l’ospedale di Chioggia amico della donna, amico del bambino e dell’anziano, amico dei suoi cittadini», ha concluso il dg Dal Ben.

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